In linea generale posso confermarti che la distribuzione geografica e temporale delle precipitazioni, sul lungo periodo, è statisticamente stabile, salvo leggere oscillazioni. La legge della compensazione è, in effetti, una legge statistica sui grandi numeri che intercetta e traduce in modalità numerica la legge naturale della ciclicità (questa si reale).
Quindi, se per lungo periodo intendiamo almeno pochi decenni ma non secoli, allora è possibile notare oscillazioni di pluviometria in determinate zone (non ha alcun senso, invece, analizzarle e confrontarle sul breve periodo, anno per anno).
Se invece vogliamo generalizzare e determinare, dai dati raccolti, se le precipitazioni siano globalmente in aumento o in diminuzione, allora il discorso si fa più complesso.
E' noto che il clima terrestre cambia continuamente e che, con esso, cambiano anche tutta la serie di parametri meteorologici calcolati mediamente su scala globale.
Insomma, mentre cambiano le temperature medie terrestri, seppur di poco (vedi riscaldamento globale), così cambiano pure le precipitazioni medie globali. Chiaramente anche per queste, come per le temperature medie, nel calcolarle bisogna utilizzare i dati della rete di stazioni meteorologiche certificate disponibili (rete WMO), insieme ad un metodo di stima estesa delle precipitazioni (meno puntuale) per le zone (troppo spesso vastissime) di cui quelle stazioni diventano riferimento.
Per entrambi i parametri, temperatura e piovosità, a differenza di quanto non si creda, va detto che, qualunque sia il dato medio globale, non è affatto rappresentativo della realtà. Infatti esso non è un dato reale oggettivo ma solo una stima decisamente approssimata (talmente approssimata da avere un valore quasi arbitrario).
Diciamo che l'utilità di questi calcoli è semplicemente e soprattutto quella di poterne ricavare una tendenza generale, una variazione, non tanto una temperatura media reale.
Il senso è: qualunque sia il dato medio che ne viene fuori, esso sta aumentando o diminuendo?
Al di là di questi calcoli, molti studi hanno decretato che le precipitazioni medie globali aumentano nei periodi caldi e diminuiscono in quelli freddi.
Poi c'è tutto il filone di studi, spesso contraddittori, che tentano di correlare la ricorrenza dei fenomeni atmosferici violenti (estremizzazione) con le variazioni delle temperature... correlazione finora teorizzata ma non provata.
Infatti, se è vero che un maggiore riscaldamento potrebbe fornire maggiore energia per generare moti verticali convettivi più intensi, e quindi fenomeni più violenti, è pur vero che con un aumento termico (quale quello riscontrato nell'ultimo secolo) maggiore ai poli e minore verso l'equatore, dovrebbe diminuire la differenza termica tra le varie latitudini, diminuendo anche il potenziale energetico dovuto al differenziale temo-barico di masse d'aria di diversa natura e provenienza.