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Messaggio Kyoto & Co.

#1  marvel Lun 14 Mag, 2007 13:10

Proprio giovedì e venerdì sono stato ad un convegno presso l'Università di Ferrara dal titolo "Dal Globale al Locale - piani d'azione per il clima", organizzato da Regione Emilia-Romagna, Arpa ER, Comune e Provincia di Ferrara, e naturalmente dalla stessa Università di Ferrara.
Come dice lo stesso titolo si è trattato di un convegno incentrato sulle tematiche climatico-ambientali con esperti che mostravano quanto sia importante e allo stesso tempo difficile cercare di rendere le attività antropiche meno impattanti per il nostro pianeta e per le nostre regioni e città.
Mentre tutti erano concordi sul cambiamento climatico in atto, con un aumento termico importante, non tutti (anche se molti si) si sono espressi convintamente verso relazioni CO2 di origine antropica- Global Warming, alcuni hanno sussurrato la possibilità che si tratti di un ciclo naturale... anche se, come sempre capita di vedere, non è possibile dire certe cose a voce alta... già irritano se dette a voce bassa e tra le righe.
Se non si fanno proclami catastrofici verso il caldo e la fine del mondo non si è ben visti.

Comunque è stato interessante vedere che anche l'agricoltura con poco può benissimo cavarsela con un regime termico ed idrico come e peggiore di quello attuale. E' stato interessante anche vedere quanto l'ER , pur essendo una delle zone più inquinate del paese (in particolare proprio la zona di Ferrara) e dove (pianura padana) si consumano oltre il 50% delle risorse energetiche nazionali e si producono, quindi, il 60% delle emissioni da CO2 (ma dove si concentrano fino al 60% delle attività industriali) contando "solo" 1/4 della popolazione!), si stiano comunque dando da fare per cercare i modi per inquinare di meno e far si che inquinare e sprecare diventi la strada meno conveniente.

E' chiaro, quindi, che se l'Italia dovrà rispettare i parametri di Kyoto saranno quelle zone a doversi dare molto da fare.
Ma è emersa anche una verità nascosta... più volte, anche questa, sussurrata... e cioè che è praticamente impossibile, oltre che inutile, che L'Italia possa rispettare questi livelli.

Pensate che mentre i politici sfoderavano tabelle con gli obiettivi di riduzione delle emissioni fino a livelli anche del 60-80% per il 2050, gli economisti e gli industriali esprimevano di seri dubbi sulle possibilità di rispettare la riduzione fino ai valori del 96!
Insomma, un discostamento abbastanza netto e preoccupante.

Ed infine una chicca: un mio collega che lavora nel campo delle estrazioni minerarie, mi ha detto che aggirare i limiti è e  sarà sempre un gioco da ragazzi per gli industriali, che ci sono 1000 possibilità e che non sono affatto intenzionati a ridurre i propri guadagni per produrre meno CO2... e il bello è che nessun politico, localmente, si prenderà mai la briga di investigare e sorvegliare le attività onde non mettere a rischio posti di lavoro, ecc...

Insomma, il sospetto è che assisteremo a tutto fuorchè ad una riduzione delle emissioni... e che invece si sia aperto un appetitoso mercato di quote CO2, e di ristrutturazioni-riconversioni che fa gola ai settori energia, edilizia, autotrasporti, tecnologie, ecc.

Sarò pessimista ma in Kyoto continuo a vedere solo fumo negli occhi!

Saluti.
Marvel
 




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Ultima modifica di marvel il Lun 14 Mag, 2007 17:11, modificato 2 volte in totale 
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Messaggio Re: Kyoto & Co.

#2  massy Lun 14 Mag, 2007 14:21

CO2 o no, spero che ci si orienti velocemente verso una produttività meno inquinante di quella attuale ...

intanto qualche notizia fresca su effetto serra e dintorni:

(ANSA) - ROMA, 12 MAG - Gli alberi potrebbero salvare il mondo dai cambiamenti climatici se non li tagliassimo. Lo rivela uno studio australiano secondo cui la deforestazione immette nell'atmosfera 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno. Un rallentamento del taglio degli alberi, avvertono gli scienziati, sarebbe invece un toccasana per l'atmosfera. Di questo passo - dicono - da qui al 2100 ci saranno da 87 a 130 miliardi di tonnellate di CO2 in piu' nell'aria.

IL RISCALDAMENTO GLOBALE CAUSERA' 1 MILIARDO DI RIFUGIATI
 LONDRA - Entro il 2050 il riscaldamento globale causerà un miliardo di rifugiati, per sopravvivere alla siccità centinaia di milioni di persone lasceranno le loro case e scoppieranno nuovi conflitti per il controllo dell'acqua e di altre risorse naturali.

E' questo lo scenario apocalittico descritto da un rapporto intitolato "Human Tide: The Real Migration Crisis" (la marea umana: la vera crisi della migrazione) commissionato dalla Christian Aid, un'importante organizzazione cristiana di beneficenza. "Se non verranno prese immediatamente delle contromisure efficaci entro il 2050 il cambiamento climatico creerà in tutto il pianeta almeno un miliardo di rifugiati", si legge nello studio. "Un mondo con molti Darfur sta diventando un incubo sempre più reale", avverte Christian Aid.

Secondo l'organizzazione i Paesi più industrializzati sono i principali responsabili del cambiamento climatico: a loro spetta quindi pagare i costi necessari per aiutare le persone che saranno colpite dal riscaldamento globale. "La migrazione causata dal cambiamento climatico è la minaccia più urgente che dovranno affrontare i poveri della Terra nei prossimi anni", ha dichiarato John Davison, uno dei principali autori dello studio. Gli esperti sono convinti che i flussi di popolazione causati dalla siccità e dalle carestie alimenteranno i conflitti già esistente e ne provocheranno altri, soprattutto nelle zone più povere del pianeta, per stabilire il controllo sulle risorse naturali.

Gli scienziati prevedono che nei prossimi 100 anni le temperature aumenteranno di un minimo di 1,8 ad un massimo di 3 gradi a causa dei gas ad effetto serra causando carestie e inondazioni che minacceranno la sopravvivenza di milioni di persone. Il Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico sostiene che entro il 2080 oltre 3,2 miliardi di persone, un terzo della popolazione mondiale, non avrà acqua a sufficienza, 600 milioni non disporranno di abbastanza cibo e almeno 7 milioni dovranno affrontare costanti inondazioni.  

fonte: ANSA
 




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