La violentissima eruzione in corso alle isole Hunga Tonga-Hunga Ha'Apai.

Come ormai già tutti sapete, nel corso della notte una nuova e violentissima fase esplosiva è iniziata sulle isole Hunga Tonga-Hunga Ha'Apai, nella zona meridionale dell'oceano Pacifico. Tale fase è iniziata con la formazione di un'imponente colonna eruttiva che ha raggiunto un'altitudine sicuramente superiore ai 20 chilometri. Grazie ad alcune analisi satellitari infatti, sappiamo che la parte superiore della colonna eruttiva ha fatto registrare una temperatura prossima ai -43°C, un valore che corrisponderebbe ad un'altitudine di circa 30 chilometri, una quota mai raggiunta dalle colonne eruttive prodotte nel corso degli ultimi anni. Per confermare o smentire questo dato serviranno però diverse ore - se non giorni - di lavoro.

Con la formazione della colonna eruttiva, la violenta esplosione iniziale ha prodotto un'onda d'urto che si è propagata per migliaia di chilometri, tanto da essere rilevata perfino dai barometri presenti in Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Mongolia, ad oltre 11.000 chilometri di distanza dal luogo in cui sta avvenendo l'eruzione vulcanica.

A tal proposito, moltissimi video pubblicati sul web ci stanno testimoniando come i boati provocati dall'attività esplosiva vengono uditi fino in Australia, Nuova Zelanda, Nuova Caledonia e sulle isole Fiji, ad una distanza di quasi 700 km, un fenomeno impressionante.
YouTube Link
Tornando a parlare della colonna eruttiva in sé comunque, essendo carica ceneri, lapilli, vapore acqueo e ghiaccio, essa ha prodotto ancora una volta un'elevata attività elettrica. Secondo alcune analisi molto preliminari, nelle prime ore dell'eruzione sono stati rilevati oltre 400.000 fulmini, un valore incredibile, soprattutto visto che già ieri ne erano stati rilevati 191.300 a causa dell'attività esplosiva minore che stava interessando le medesime isole.

Nonostante l'eruzione sia iniziata nel tardo pomeriggio, ovvero al tramonto, grazie ad alcune analisi satellitari sappiamo che la colonna eruttiva ha raggiunto un'estensione laterale in atmosfera di almeno 668 chilometri, un fenomeno che ha completamente coperto il cielo in praticamente tutte le isole del Regno di Tonga e in alcune isole delle Fiji.

L'esplosione che ha dato inizio all'eruzione è stata talmente potente da aver generato un significativo tsunami che sta ancora interessando gran parte dell'oceano Pacifico. Le isole più colpite sono ovviamente quelle che fanno parte del Regno di Tonga, una particolare area in cui i mareografi hanno registrato alcune onde che hanno raggiunto un'altezza compresa tra 1,5 e 2 metri. Sfortunatamente le aree più colpite si trovano ora senza elettricità, di conseguenza le informazioni sui danni, feriti o eventuali vittime sono molto scarse, per avere un quadro più chiaro dovremo aspettare almeno qualche altra ora, nel caso vi teniamo ovviamente aggiornati.

Alcune onde dello tsunami che si è generato nella fase iniziale dell'eruzione hanno raggiunto anche le coste della Nuova Zelanda, dell'Australia, delle Fiji, della Nuova Caledonia, delle Vanuatu, del Giappone e perfino quelle delle Hawaii. Fortunatamente stiamo parlando di onde molto contenute, la loro altezza massima non ha infatti superato la ventina di centimetri. Nonostante ciò rimane ancora attiva un'allerta tsunami per le coste della California e dell'Alaska. Ricordiamoci infatti che anche onde molto contenute possono provocare locali danni o disagi.



Per il momento è troppo presto per parlare della VEI (Indice di Esplosività Vulcanica) dell'eruzione odierna, appena ci saranno aggiornamenti ufficiali ne parleremo con un nuovo post.