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Messaggio Energia

#1  Federico Dom 19 Feb, 2006 14:03

Gas, Lanzafame: ''Istituire subito dipartimento per l'energia''
''La rinuncia al nucleare è la maggiore sciocchezza degli ultimi vent'anni''


Roma. - Istituire subito un dipartimento per l'energia che gia' da domani, con ''priorita' assoluta'', avvii il censimento generale dei fabbisogni ''all'interno di un piano energetico nazionale''. A chiedere una risposta ''forte'' e ''adeguata'' alla situazione di crisi degli approvvigionamenti di gas ed energia e' il professore straordinario di sistemi per l'energia e l'ambiente dell'Universita' di Catania Rosario Lanzafame in una intervista all'ADNKRONOS.

''L'Italia -afferma- e' un paese a rischio. Ormai non possiamo piu' perdere tempo in discussioni perche' ne abbiamo gia' perso troppo. Occorre quindi passare alle decisioni e correggere tutti gli errori accumulati in questi anni in materia di energia''. Un rischio, ad avviso del professore, connesso alla dipendenza dai fornitori stranieri: ''ci siamo messi -sottolinea- alla dipendenza degli altri paesi. Il nostro paese e' costretto a soggiacere a decisioni che non possiamo influenzare. Siamo stati ingenui e distratti, mentre bastava guardare quello che facevano paesi come Francia e Germania in campo energetico''.
Lanzafame mette poi sotto accusa la mancanza di una strategia del paese e soprattutto le scelte di rinuciare al nuclere di non aver costruito i rigassificatori. ''Il problema di fondo -afferma- e' la mancanza di una strategia unificata finalizzata alla realizzazione di un piano energetico. L'Italia in questi anni ha navigato a vista con l'obiettivo di soddisfare oggi il fabbisogno che prevede per domani. Ci siamo mossi con un'ottica miope. La rinuncia al nucleare e' stata la scelta piu' scellerata degli ultimi 20 anni fatta contro ogni logica e sulla base di un referendum fatto fuori da ogni logica conoscitiva''.
Insomma, osserva il professore, abbiamo finito per mettere nelle mani di persone ''non informate il futuro energetico del paese''. E ora ci troviamo ''con centrali nucleari disattivate e costretti a sostenere i costi scellerati e incontrollabili imposti dai nostri paesi limitrofi. Abbiamo scelto di sottoporci alla dipendenza energetica di altri paesi con forti rischi per lo sviluppo del paese per non avere il rischio del nucleare in casa. Ma si e' trattato di una illusione. Il risultato e' stato quello di non avere l'energia mentre il pericolo e' ugaulmente dietro l'angolo''. Le stesse considerazioni relative al nucleare valgono, ad avviso del professor Lanzafame, per la costruzione di impianti di rigassificazione. ''Avrebbero consentito -spiega- di stoccare grandi quantita' di gas sotto forma di intelligenti riserve strategiche per poter far fronte ai fabbisogni del sistema paese. Ma anche in questo caso non sono stati costruiti. Con grave danno per il paese. Percio' -conclude- ora non c'e' piu' tempo da perdere. Occorre agire. E subito''.

Fonte: Adnkronos - 13-02-2006
 




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Messaggio Re: Energia

#2  burjan Dom 19 Feb, 2006 21:40

Sempre più spesso si sente rimpiangere la scelta di uscire dal nucleare.
Forse abbiamo tutti dimenticato gli incidenti, i rischi enormi, i problemi che abbiamo ancora oggi per la scelta dei siti di stoccaggio delle scorie... Non esiste ancora un nucleare sicuro. Si parla di ridurre la dipendenza energetica, ma l'Italia produce ancor meno uranio che petrolio...

Il movimento ambientalista italiano degli anni '80 disse sempre con chiarezza che l'uscita dal nucleare avrebbe dovuto accoppiarsi con una totale riconversione del modello di sviluppo, che orientasse enormi risorse a favore del risparmio e delle fonti energetiche alternative. Siamo usciti dal nucleare, ma abbiamo mantenuto il nostro modello energivoro. Abbiamo ampliato e migliorato la rete stradale, lasciando nel caos la rete ferroviaria, soprattutto quella a carattere locale e metropolitano.
Non abbiamo investito nel solare, nell'eolico, nelle biomasse.

I guai di oggi non sono figli del referendum sul nucleare, ma di una politica che non ha saputo, né voluto, trarne fino in fondo le rivoluzionarie conseguenze.
 




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