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Messaggio Scricchiolano ufficialmente le fondamenta del GW?

#1  tifernate Mer 20 Gen, 2010 22:02

.......concentriamo la battaglia sui veri inquinanti, quelli che quotidianamente ci fanno ingerire con i frutti della terra, l'acqua e l'aria o piuttosto sull'anidride carbonica e su un riscaldamento forse un po' troppo sbandierato come male supremo?


dal CORRIERE.IT

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Dopo le proteste dell'India
Clima, Onu ammette: «Himalaya,
i ghiacci non si scioglieranno nel 2035»
Pochi dati scientifici: «Rivedremo le stime». La tendenza al riscaldamento è minore di quanto previsto dai modelli

A rischio i ghiacciai dell'Himalaya, di P. Virtuani (17 ottobre 2007)
 
Il ghiacciaio del Khumbu Tsiringma, in Himalaya
MILANO - Scusate, ci siamo sbagliati: faremo meglio i conti. L'Ipcc (Gruppo intergovernativo dell'Onu sul cambiamento climatico), premio Nobel per la pace nel 2007, ha presentato le proprie scuse all'India, il cui governo aveva vivamente protestato per una previsione catastrofica. Nel 2007 l'Ipcc aveva infatti previsto che, se la tendenza al riscaldamento climatico resta quella attuale, i ghiacciai dell'Himalaya si scioglieranno entro il 2035, e forse anche prima. Sconvolgendo le vite di circa 2 miliardi di persone che vivono con l'acqua che scende dalla catena montuosa più alta del mondo.

GHIACCI - Jairam Ramesh, ministro indiano dell'Ambiente, aveva detto al quotidiano The Times of India che lo studio dell'Ipcc «mancava di dati scientifici» e ora lo ammette lo stesso organismo delle Nazioni Unite. Chris Field, direttore del gruppo di studio responsabile del rapporto criticato, ha riconosciuto l'errore e ha detto che a breve l'Ipcc renderà pubblico un nuovo studio con date diverse. Che i ghiacciai himalayani stiano perdendo massa - come quelli di quasi tutto il mondo - è un dato di fatto ma, dato il loro spessore, è impossibile che alle temperature attuali possano sciogliersi del tutto entro il 2035. Yao Tandong, un glaciologo specializzato nell'altopiano del Tibet, in una recente conferenza internazionale ha indicato che al passo attuale i ghiacciai himalayani si scioglieranno per il 30% entro il 2030, per il 40% entro il 2050 e per il 70% entro la fine del secolo. Questo è il secondo controverso episodio che vede coinvolto l'Ipcc negli ultimi mesi dopo la diffusione di email, forse per l'intrusione di hacker russi, di ricercatori dell'università inglese di East Anglia in cui si ammetteva che alcuni dati erano stati «potenziati» per evidenziare meglio il riscaldamento globale.

MENO CALDO DEL PREVISTO - Ma non è l'unico dubbio sulle stime e sull'andamento futuro del riscaldamento globale - che nessun scienziato autorevole in materia mette più in discussione. In uno studio che sarà prossimamente pubblicato dal Journal of Climate, rivista dell'American Meteorological Society, si evidenzia che, in base ai modelli attuali, dall'inizio dell'era industriale a oggi l'immissione nell'atmosfera di anidride carbonica avrebbe dovuto provocare un aumento della temperatura ben più alto di quello effettivamente registrato. Rispetto alla quantità di CO2 emessa, la temperatura sarebbe dovuta aumentare di 3,8 gradi Fahrenheit (2,11 gradi Celsius), invece è aumentata di 1,4 gradi Fahrenheit (0,78 °C). Secondo gli autori dello studio, guidati da Stephen Schwartz del Brookhaven National Laboratory, ciò è dipeso dall'interazione di due fattori:

1 - la Terra è meno sensibile all'aumento dei gas serra di quanto ipotizzato
2 - la riflessione dei raggi solari dovuta al pulviscolo atmosferico sta facendo diminuire il riscaldamento.
Una terza possibilità è l'inerzia maggiore del previsto del riscaldamento dovuto ai gas serra, anche se gli ultimi studi hanno fatto calare il ruolo di questo ultimo fattore.

La domanda che emerge da questo studio è la seguente: quanta anidride carbonica e altri gas serra possono essere ancora immessi nell'atmosfera prima che gli effetti diventino catastrofici? Se la stima del fattore 1 si trova al punto più basso delle previsioni dell'Ipcc, per non superare i 2 gradi centigradi considerati come limite massimo accettabile del riscaldamento planetario restano altri 35 anni di emissioni attuali di combustibili fossili nell'atmosfera. Ma se il fattore 1 si trova al punto massimo della curva, la concentrazione attuale di gas serra è GIÀ a livelli tali che si supereranno i 2 gradi di riscaldamento. Gli autori indicano che l'influenza del fattore 2 oggi è molto difficile da stimare con buona attendibilità. Schawartz ammette che formulare politiche energetico-ambientali con il livello attuale (incerto) di conoscenze è come navigare in acque pericolose senza bussola. «Sappiamo che dobbiare cambiare rotta alla nave e sappiamo dove andare, ma non sappiamo di quanti gradi dev'essere la virata e soprattutto quando dobbiamo girare il timone».

Paolo Virtuani
 



 
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Messaggio Re: Scricchiolano ufficialmente le fondamenta del GW?

#2  burjan Mer 20 Gen, 2010 22:13

La dispersione del pulviscolo atmosferico per opera dell'inquinamento è in diminuzione già dalla metà degli anni '70, per effetto delle politiche "ambientaliste" tradizionali. Tant'è che più d'uno ha ipotizzato questa come una delle cause dell'improvviso esplodere del GW all'inizio degli anni '80.

Io penso che sia decisamente meglio cambiare la rotta della nave, uscire dall'economia del petrolio a gambe levate e vedere come va a finire. Male non fa. Teniamoci le ultime riserve di greggio e carbone per introdurre un minimo di equità nel sistema economico mondiale e come riserva strategica.
 




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Messaggio Re: Scricchiolano ufficialmente le fondamenta del GW?

#3  snow96 Mer 20 Gen, 2010 23:24

burjan ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Io penso che sia decisamente meglio cambiare la rotta della nave, uscire dall'economia del petrolio a gambe levate e vedere come va a finire. Male non fa. Teniamoci le ultime riserve di greggio e carbone per introdurre un minimo di equità nel sistema economico mondiale e come riserva strategica.


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Messaggio Re: Scricchiolano Ufficialmente Le Fondamenta Del GW?

#4  Boba Fett Gio 21 Gen, 2010 00:01

Più che altro se si vuole fare un discorso serio bisognerebbe evitare iperboli e sensazionalismi. Questa dell'himalaya fa il paio con la balla dell'innalzamento del livello del mare, in seguito allo scioglimento della calotta antartica. Vengono indicati 60 metri di possibile innalzamento, peccato che quel livello sarebbe raggiungibile soltanto con il COMPLETO scioglimento dei ghiacci, cosa che richiederebbe non so quante decine di gradi di aumento della T planetaria.
 



 
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Messaggio Re: Scricchiolano Ufficialmente Le Fondamenta Del GW?

#5  riccardodoc80 Gio 21 Gen, 2010 12:07

Un interessante articolo che gira nel web e che ho letto su meteoviterbo:

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MALDIVE, DOVE GLI ECOLOGISTI ODIANO GLI ALBERI
di Luigi Mariani

 albero

I protagonisti di questo articolo sono Mohamed Nasheed, presidente delle Maldive, Nils-Axel Morner, professore svedese e un albero.

Il presidente delle Maldive è assurto ad una fama effimera perché il 17 ottobre scorso ha tenuto un consiglio di gabinetto sott’acqua con lo scopo di rendere evidente al mondo il rischio che le sue isole correrebbero di venire sommerse dalla crescita di livello degli oceani provocata dal Global Warming.
Meno noto al grande pubblico è Nils-Axel Morner, professore svedese con un curriculum scientifico di grande rilievo. Morner ha avuto a che fare con le Maldive perché vi ha condotto un decennio orsono un’indagine scientifica per verificarvi il comportamento del livello marino.

Poco noto al grande pubblico è anche l'albero in questione. Il fatto è che il professor Morner usava questo albero per spiegare il comportamento del livello delle acque. Il problema è che la sola presenza di questo albero smentiva tutti gli allarmi sulla crescita dei mari. In una intervista del 2007 il professor Morner ha denunciato un fatto sconcertante. Da anni alle Maldive, in vicinanza della linea di costa, viveva indisturbato un albero (qui in una foto dello stesso Morner) che era utile a Morner stesso per suffragare le sue tranquillizzanti considerazioni in merito alla scarsa variabilità del livello marino in quei lidi.

A causa di testimonianze legate al passato di colonia penale che avevano le Maldive, si sapeva che quell'albero era lì sulla costa almeno già dagli anni '50. Ci fosse stato anche un leggero innalzamento del livello marino, in 50 anni sarebbe finito sott'acqua. E invece all'inizio del Terzo millennio l'albero era ancora lì, allo stesso punto di 50 anni prima. Una cosa intollerabile per chi sull'innalzamento degli oceani ci campa, ideologicamente ed economicamente. Così nel 2003 arrivarono alle Maldive alcuni attivisti australiani della lotta al cambiamento climatico ed abbatterono l’albero, colpevole di essere la prova vivente del mancato innalzamento del livello del mare.

Il professor Morner non ha comunque rinunciato alla sua personale battaglia per la verità, E quando ha visto le immagini della riunione subacquea del governo delle Maldive, Morner ha deciso di scrivere una lettera aperta al presidwente Nasheed, che riproduciamo integralmente in versione tradotta :

**************

Lettera aperta
20 ottobre 2009
A: Presidente Mohamed Nasheed delle Maldive
da: Nils-Axel Mörner, Stoccolma, Svezia

Signor Presidente,
Lei ha recentemente organizzato una riunione di gabinetto sottomarino tesa a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale circa l'idea che il livello dell’oceano è in aumento e quindi rischia di sommergere le Maldive. Questa proposizione non è fondata su dati osservativi e tantomeno su valutazioni scientifiche. Pertanto non posso che dichiararmi molto sorpreso per questa azione di protesta ed intendo contestare il messaggio sottinteso a una tale iniziativa.

Nel 2001, quando il mio gruppo di ricerca ha trovato le prove schiaccianti del fatto che il livello del mare non fosse affatto in aumento alle Maldive ma fosse al contrario rimasto piuttosto stabile negli ultimi 30 anni, ho pensato che non sarebbe stato rispettoso per i cittadini delle Maldive se fossi tornato a casa presentando i nostri risultati in sede internazionale. Pertanto, ho annunciato questa notizia assai positiva nel corso di un'intervista ad una emittente televisiva locale, ma essa fu censurata dal suo predecessore che ne impedì la diffusione.

Quando Lei divenne Presidente tornai a confidare nella democrazia e nel dialogo, il che mi spinse a scriverle ben due volte senza mai ricevere risposta. Mia preoccupazione costante è il fatto che il suo popolo riceva il messaggio secondo cui non vi sarebbe un futuro per loro nelle loro isole, messaggio terribile e profondamente inadeguato poiché fondato non tanto sulla realtà quanto su un concetto esogeno, che non trova giustificazione scientifica ed è quindi insostenibile.

In sostanza non c'è alcuna base razionale per tale messaggio pessimistico, il che verrà da me riassunto nei fatti qui di seguito elencati e riferiti alle sue isole:
- Negli ultimi 2000 anni, il livello del mare ha oscillato più volte, portandosi per ben 5 volte a livelli superiori di 0,6-1,2 m rispetto a quelli attuali
- dal 1790 al 1970 il livello del mare è risultato di circa 20 cm più elevato rispetto di oggi
- nel 1970, il livello del mare è sceso di circa 20 cm portandosi al suo livello attuale
- il livello del mare è rimasto poi stabile negli ultimi 30 anni, il che implica che non vi sono tracce di allarmante innalzamento.

Tali dati di fatto ci consentono di affermare che le Maldive non sono condannate di subire nel prossimo futuro rovinosi allagamenti e ad analoghe considerazioni si prestano le zone costiere di tutto il mondo.

Quando fui presidente della commissione INQUA sui cambiamenti del livello del mare e l’evoluzione delle coste, abbiamo speso molto impegno sulla questione dei cambiamenti del livello del mare. Dopo studi di settore ad alta intensità seguiti da un’analisi condotta in sede di Commissione e da discussioni avvenute in ben cinque incontri internazionali, ci siamo accordati sul fatto che la "migliore" stima per i possibili cambiamenti di livello del mare attesi per il 2100 è di 10 centimetri ± 10 cm. Questo dato è stato successivamente rivisto a +5 cm ± 15 centimetri, un valore che comporterebbe effetti di entità assai ridotta se non trascurabile per gli abitanti delle aree costiere di tutto il pianeta.

Tale piccolo aumento non costituirà pertanto una minaccia per le Maldive ma, piuttosto, si rivelerà nient’altro che il ritorno naturale alle condizioni del periodo 1790-1970 e cioè alla situazione precedente alla discesa del livello del mare avvenuta intorno al 1970.

Vede, signor Presidente, credo che lei stia facendo un grave errore ignorando i dati osservativi disponibili, rifiutando un normale dialogo democratico e continuando a tenere in scacco il suo popolo con la minaccia immaginaria di una disastrosa inondazione già in corso.

Cerchiamo, per l'amor del cielo, di sollevare gli abitanti delle Maldive dal terribile fardello psicologico della minaccia di inondazioni in grado di cacciarli dalle loro case, che Lei e il suo predecessore hanno posto sulle loro spalle. Tale fardello non è altro che il frutto di simulazioni avventate svolte al computer e costantemente smentite dalla meticolosa osservazione del mondo reale.

La sua riunione di Gabinetto sott’acqua non è dunque nient’altro che un espediente e una trovata pubblicitaria del tipo di quelle di cui è maestro Al Gore e configura un comportamento disonesto, del tutto inefficace e certamente non scientifico.

Nils-Axel Mörner
Capo dell’Istituto di Geofisica e Geodinamica all’Università di Stoccolma (1991-2005)
Presidente della Commissione INQUA sulle variazioni del livello del mare e l’evoluzone costiera (1999-2003),
Leader delle Maldive Sea Level Project (dal 2000)
Presidente del progetto INTAS su Geomagnetismo e clima (1997-2003)
 




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