#2 burjan Mar 19 Set, 2006 22:39
una fantastica dust devil... complimenti per la chicca, Francesco.
Io ci aggiungo un racconto personale, una memoria che molti anni fa ritirai fuori dal cassetto su meteolive e che mi fu spiegata, ormai non ricordo più da chi.
Un assolatissimo pomeriggio di una torrida estate di metà degli anni Settanta. Un assolatissimo campetto di calcio di periferia, a Sant'uracchjiu di Foligno, Umbria rossa.
Su quel campetto assolatissimo sorgono in questo momento alcune baracche di lamiera (da queste parti li chiamano "bandoni"). Una serve da cucina, un'altra da pizzeria, un'altra ancora da lotteria: un povero porcellino d'India viene ogni sera quasi torturato da luci accecanti e da risate di bambini, in nome della rivoluzione si è fatto anche di peggio e la Protezione Animali è ancora di là da venire. Sul campetto di periferia stasera inizierà il Festival de l'Unità, e fervono i preparativi. Nelle baracche si trovano diverse persone, animate da una unica fede e ammantate da un unico velo di sudore.
Quello che queste persone non sanno è che il sole a picco, probabilmente con l'aiuto delle loro stesse lamiere, sta surriscandando paurosamente lo strato d'aria a contatto con la superficie del campo. Il terreno, nudo, crea un effetto simile a quello dei deserti pietrosi. Le molecole surriscaldate si espandono sempre di più, al suolo si crea una bassa pressione relativa di carattere termico, sempre più profonda, sempre più intensa.
Fin quando, intorno alle 15, si verifica l'inevitabile. La massa d'aria sempre più calda e leggera, di forse 10 gradi rispetto a quella appena soprastante, deve salire verso l'alto, deve scambiarsi di posto con quella più fredda e pesante che la sovrasta, e lo fa nella maniera più improvvisa e violenta.
Tutto ad un tratto, senza alcun preavviso, una tremenda tromba d'aria, sicuramente identica a quella giapponese postata da Francesco, si crea dal nulla al margine del campo, e lo spazza in pochi istanti. Atterriti, sbigottiti, gli organizzatori della Festa vedono lamiere e bandoni ingoiati, triturati, spazzati via da un incredibile turbine di vento e polvere. Una di essi viene sfiorata da una terribile lamiera decapitatrice. E' viva per miracolo.
Nel giro di 10 secondi, di baracche e bandoni, di Festa e sudore, non è rimasto più nulla. Tutto è stato ridotto ad un ammasso di ferraglia contorta. Per puro miracolo, nessuno si è fatto male. Ma restano lo sbigottimento, lo stupore causati dall'incredibile ed inspiegabile esplodere di quella furia, con un cielo che più sereno proprio non si potrebbe.
In un tranquillo, assolato e torrido pomeriggio d'estate.
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Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)