Riporto da Climatemonitor.
La Groenlandia si scioglie. Sí, tra chi non sa scrivere e chi non sa leggere.
by: Guido Guidi
Ma sanno tutti parlare. Oh, se lo sanno fare. E parlano, parlano, parlano, fino sfinire chi li ascolta, fino a convincere anche l’ultimo degli scettici delle fesserie che raccontano.
Andiamo con ordine.
L’argomento é di pubblico dominio, ma ci vuole un breve riassunto.
I satelliti polari impiegati per il monitoraggio ambientale e climatico, hanno registrato nei giorni a cavallo della metà di questo mese un insolitamente vasto tasso di scioglimento della patina superficiale della coltre glaciale che copre la Groenlandia.
Ovviamente si tratta di neve e non di ghiaccio, essendo quest’ultimo abbondantemente coperto sotto la prima, anche in questa stagione.
Ciò non toglie che la misura sia molto diversa da quelle ottenute negli ultimi 30 anni, cioè da quando queste osservazioni le fanno i satelliti. Questa sotto é l’immagine che riassume il problema.
Scatta naturalmente subito l’allarme.
É l’armageddon climatico?
Saremo tutti sommersi dalle tumultuose acque di scioglimento?
Il livello dei mari salirà oltre il tetto di casa?
Niente di tutto questo.
Basta imparare a scrivere, poi a leggere e poi, una volta acquisita familiarità con le suddette complesse operazioni, fare anche qualche ricerchina sulla rete, tutte cose che tanto chi fa i comunicati stampa alla NASA, che ha diffuso la notizia, quanto chi scrive articoli sui giornali, che l’hanno ripresa e colorita, dovrebbero saper fare. Pare non sia così.
Prima la scrittura dunque.
Il comunicato stampa della NASA parla nel titolo di scioglimento senza precedenti. Nel corpo del comunicato si legge invece che uno dei leader del progetto di monitoraggio chiarisce che
eventi di questo genere sono ben documentati dai dati storici e di prossimità e accadono circa ogni 150 anni; l’ultimo é stato nel 1889, perciò questo é perfettamente in tempo. Che imparino a scrivere, almeno i press release.
Segue la lettura.
Il Corriere della Sera riprende il comunicato, registra il “senza precedenti”, legge il resto finchè supporta efficacemente la tesi catastrofica, ma poi evidentemente il redattore si stanca, cessa la lettura trasversale e preferisce concludere con il distacco di un super iceberg grande come…quanto vi pare, piuttosto che con la vera chiosa del press release, che é quella che vi abbiamo riportato sopra.
Infine le ricerchine (che invece un caro amico di CM ha fatto in un baleno).
Stanno facendo credere che praticamente tutta la groenlandia si sta sciogliendo: peccato che praticamente tutto il ghiaccio groenlandese sia coperto di neve quindi prima di intaccare quello sarebbe ovviamente indispensabile che la neve si sciogliesse, e a quelle quote non accade basta guardare la cartina dell’attuale spessore di neve che ricopre il ghiaccio (tenendolo al fresco). Per esempio qui.
Ma continuano a far finta di non sapere che a quelle umidità relative la tensione di vapore è sottosatura rispetto all’acqua (ovviamente) e quindi sembra che sia consentita l’evaporazione, ma allo stesso tempo la tensione di vapore è soprassatura rispetto al ghiaccio, in definitiva l’acqua evapora dalla patina di acqua e cristallizza sui cristalli di ghiaccio, in questo modo si ridistribuisce anche parzialmente il calore. Ovviamente questo nelle ore più calde, mentre la notte il vapore che si era accumulato nei bassi strati ricristallizza in larga scala, ne più ne meno come la brina invernale delle nostre parti. Nell’ora piu calda del giorno al massimo si forma una patina di acqua che non evapora molto per via della elevata umidità e quella che evapora cristalizza in loco sulla neve non fusa superficialmente perchè non direttamente esposta al sole per via delle microirregolarità del suolo (la tensione di vapore sul ghiaccio è molto minore rispetto all’acqua quindi a quei livelli di umidità relativa è sempre sottosaturo).
I dati per verificare li si puo prendere dalle loro stazioni: (scegliete la stazione e mettete il numero dei giorni per cui desiderate i dati meteo nelle finestrelle sul lato destro).
Insomma, classico esempio di pessima comunicazione scientifica, di ancora peggiore divulgazione e di imperante pressappochismo di tutti quelli coinvolti nel processo. Il tutto, naturalmente, perché “fa notizia”.