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Messaggio Alluvione Genova, ecco la peculiare dinamica atmosferica (di G.Guidi).

#1  marvel Lun 13 Ott, 2014 11:57

Come avevo già accennato nel topic dedicato all'episodio alluvionale dei giorni scorsi, la dinamica del fenomeno atmosferico è stata tutt'altro che eccezionale, in termini di contrasti e grandezze fisiche in gioco, ma millimetricamente devastante da un punto di vista meramente "configurazionale" (permettetemi questo termine).
La natura ha "saputo" miscelare gli ingredienti, i pochi a disposizione a dire il vero, nelle dosi ma soprattutto nella combinazione più letale, ottimizzandone e moltiplicandone le potenzialità distruttive, spremendo tutta l'energia che c'era a disposizione.
In questo articolo Guido Guidi, in una magistrale spiegazione, fa piazza pulita delle tante speculazioni dimostrando, punto per punto, quanto fossero campate in aria le ipotesi catastrofiste e sensazionalistiche comparse sulla carta stampata e non, a proposito delle temperature del mare e sui presunti contrasti con "il freddo", con presunte correnti fredde di cui in realtà (e molti di noi già se ne erano resi conto), non v'è stata alcuna traccia!

Insomma, il mar Ligure era tutt'altro che surriscaldato, di avvezioni atmosferiche fredde nessuna traccia, di instabilità atmosferica niente di particolare (tant'è che fino ad un certo punto non si sono avuti CB o temporali ma "solo" pioggia battente).

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Ma allora che cosa è successo?

Ecco come Guido ci spiega la successione di eventi che ha portato al drastico peggioramento:

"Era aria instabile? Inizialmente neanche tanto, uno strato di instabilità che non arrivava alla media troposfera partendo da circa 1500 metri, tant’è che inizialmente si è trattato di pioggia battente, non di temporali. Poi il flusso da sud-ovest ha portato su più umidità, aumentando consistentemente lo spessore dello strato instabile e moltiplicando per un fattore 10 l’energia potenzialmente disponibile, dando così l’incipit ai temporali intensi. Sia prima che dopo, tuttavia, la colonna d’aria è stata tecnicamente in instabilità condizionata, cioè ha avuto bisogno di qualcosa che la portasse verso l’alto. Nella fattispecie è stato il vento o, più precisamente, l’opposizione tra il vento da sud-est che spirava lungo la costa centro-orientale fino a Genova e quello da settentrione che scendeva giù dai valichi del Savonese. Una differenza di direzione che ha provocato una confluenza del flusso negli strati più bassi dell’atmosfera, dove l’aria era stabile, portandola su dove invece la colonna d’aria diventava instabile. Questa differenza di flusso è stata persistente nella stessa zona lungo tutta la durata dell’evento, questo spiega anche perché i temporali hanno insistito solo sull'area di Genova, frenando nell'immediato entroterra per la presenza dei rilievi alle spalle della città. Una confluenza di per sé insignificante, ma che per la conformazione della costa ligure, la vicinanza di quella corsa e la disposizione dei rilievi montuosi appenninici e alpini è anche molto frequente, oltre ad essere all’origine del carattere di quasi unicità che assumono questi eventi su quell’area."

In pratica l'orografia è stata fondamentale, come sempre in quella zona, ma questa volta non ha assunto direttamente il ruolo di "semplice elevatore", come accade in occasione del sopraggiungere di intense masse calde e umide meridionali, questa volta è stata compartecipe nel far confluire un vento di "shear" (da sud-est) che ha assunto il ruolo di vero e proprio trampolino (insieme alla discesa di un debole vento settentrionale sul savonese) per il sudovest che soffiava senza particolare veemenza.
Ed ecco che la comparsa e la permanenza di una cella "V shaped" verso Genova può essere facilmente spiegata, in queste condizioni. Ancor più fuori dall'ordinario (la parola "straordinario" mi sembra inadeguata in questo contesto) è stato l'estremo equilibrio di forze (come in un bilanciere) che ha fatto si che la struttura mantenesse esattamente la posizione, senza quelle traslazioni che, invece, avrebbero attenuato e di molto la portata dell'evento.

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In conclusione e tanto per cambiare, possiamo dire che i mass media, ma anche i tanti improvvisatori che cavalcano l'onda del sensazionalismo per dire la propria e farsi conoscere, hanno imboccato la facile quanto errata via del sensazionalismo, scaricando le responsabilità sul clima che cambia, senza informarsi o senza chiedere informazioni a chi è del mestiere.

Madre natura non è quasi mai la "madre benigna" che molti si illudono che sia.
Da che mondo è mondo la natura fa il suo corso e gli esseri viventi, umani compresi, provano a schivarne gli ostacoli che ci frappone.
E' vero, l'uomo interferisce sui processi naturali, diventando egli stesso ostacolo per il loro naturale fluire, spesso e volentieri violento ed imprevedibile. Ma ancora più spesso è l'uomo a costruire dei veri e propri ostacoli e, per giunta, su quegli ostacoli ci costruisce case, ponti e strade, mettendo in un mare di guai se stesso e i propri familiari.

E voglio concludere con l'ultima parte dell'articolo di Guido:
"...provate a guardare la pendenza e la morfologia dei rilievi liguri. Li avrà disegnati la mano di un pittore estroverso o saranno così per i processi erosivi generati dalle piogge torrenziali di secoli e millenni?"

PS: attenzione, ora la Liguria dovrà fare i conti con una vera e propria perturbazione che andrà a scaricare nuova acqua su un terreno ormai impermeabile perché intriso d'acqua e fangoso, senza tener conto dei corsi d'acqua e dei canali ostruiti da tronchi e residui di vario genere.

http://www.climatemonitor.it/?p=36605
 




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Messaggio Re: Alluvione Genova, ecco la peculiare dinamica atmosferica (di G.Guidi).

#2  and1966 Lun 13 Ott, 2014 12:53

La prima parte del neretto, falla leggere bene a tutti i meteofili umbri, in particolare a quelli juventini ( ) , perché è la stessa condizione che causo' il nubifragio "maggiaiolo" di Perugia - Juventus del 2000.

Vento di tramontana appenninica (ero a Gubbio, e lo percepivo bene) teso e relativamente fresco che si incuneava sotto il flusso sudoccidentale, anch' esso non eccelso ma sufficiente ad innescare il popo' di prp quasi-stazionaria noto a tutti.  
 




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