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Messaggio Re: Maracchi superstar! GLACIAZIONE entro 10 forse 15 anni..

#16  Icestorm Lun 30 Ott, 2006 20:19

Evidentemente si dato che appena dice una cosa dopo ci si chiacchiera intorno su tg e su altri lidi (vedi qui) per settimane..

Forse una buona tattica potrebbe essere l'indifferenza..
 




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#17  snow96 Lun 30 Ott, 2006 20:26

ternano ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Evidentemente si dato che appena dice una cosa dopo ci si chiacchiera intorno su tg e su altri lidi (vedi qui) per settimane..

Forse una buona tattica potrebbe essere l'indifferenza..


Tranquillo Ternano, è come la pubblicità: chi la osserva attentamente non la subisce.  
Quelle tattiche funzionano appunto facendo presa sull'umore di chi è al di fuori dell'argomento, e quindi inconsciamente avalla certi meccanismi. Noi ne possiamo parlare anche per tre mesi....

Esempio/drammatizzazione: Morocchi lancia l'allarme di congelamento istantaneo della penisola a partire dal 3 gennaio alle 6, 6 e un quarto del mattino. L'articolo va sulle principali testate. Morocchi sostiene di avere il raggio magico per evitare tutto ciò, che costa 6 fantastiliardi. Si indice un referendum popolare per finanziarlo. Noi che votiamo? NO!
Risultato finale del referendum: 99% SI, 1% NO.

Questi meccanismi tengono conto dei cosiddetti "non influenzabili frizionali"... siamo noi, bella definizione, eh?  
 




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Messaggio Re: Maracchi superstar! GLACIAZIONE entro 10 forse 15 anni..

#18  Icestorm Lun 30 Ott, 2006 20:29

Però i tg non lo osservano attentamente...gli danno peso e voce in capitolo...è qui che stiamo messi male..
 




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#19  snow96 Lun 30 Ott, 2006 20:34

ternano ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Però i tg non lo osservano attentamente...gli danno peso e voce in capitolo...è qui che stiamo messi male..


Appunto. Io dicevo solo che il parlarne qui, in un ambiente "scientifico/meteorologico" (perché ho messo le virgolette?) non contribuisce al meccanismo. Perchè non ne fa parte, o meglio è stato considerato come inevitabile, ma anche ininfluente.

Se invece un "influenzabile" arrivasse a leggere questo thread vuol dire che cerca di vederci chiaro e che non si fida completamente delle fonti tradizionali...e al referendum forse voterebbe No...

Ciao!
 




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Messaggio Re: Maracchi superstar! GLACIAZIONE entro 10 forse 15 anni..

#20  Icestorm Lun 30 Ott, 2006 20:41

Ah certo...se se ne parla qui non gli da di certo vantaggio a lui..anche perchè se ne parla negativamente...  
 




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#21  tifernate Lun 30 Ott, 2006 21:41

.......di seguito vi posto il link del famoso RAPPORTO STERN sui CAMBIAMENTI CLIMATICI, redatto dai consiglieri economici di Blair. E' molto lungo e tutto in inglese:

http://www.hm-treasury.gov.uk/Indep...eview_index.cfm

se riesco vi allego una interessante tabella del rapporto dove sono riportati i probabili impatti dei cam,biamenti climatici in base all'aumento delle temperature globali.

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#22  marvel Mar 31 Ott, 2006 12:00

snow96 ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Posso dirlo con cognizione, magari un giorno vi spiegherò il perché: ebbene si, sono tattiche per accaparrare attenzione e soprattutto fondi.  

Però Marvel, non è certo l'unico: lui è marchiano, sfacciato e esagerato. Ma il giochino dell'allarmismo piace a tutti, in tutti i settori e viene spesso usato in modo ben più subdolo e efficace. E lo sappiamo tutti. O faremmo bene a saperlo.  

Ciao!


Sono assolutamente d'accordo!

Ormai il mondo scientifico ha imparato ad utilizzare i mass-media per un proprio tornaconto (ha imparato dal mondo politico? )
Insomma, più faccio notizia, più la drammatizzo e più verrà diffusa... di conseuenza maggiori saranno le probabilità che qualcuno, stimolato dall'opinione pubblica, possa decidere di ascoltare e, soparattutto, foraggiare le mie ricerche, ecc.

Poi si crea un circolo vizioso di interessi economici che alimentano ulteriormente tutto l'ambaradan... un po' come è successo con effetto serra ecc...

Insomma, ormai è sotto gli occhi di tutti e nessuno lo può più negare... i petrolieri, e tutto ciò che ruota intorno al mercato dei combustibili fossili, ce l'hanno messa nel sacco... essi stessi hanno approfittato degli ambientalisti... facendo investire a tutti noi, tramite i nostri governi, capitali enormi nella messa in regola (che per carità, è un bene che sia avvenuta) di parchi auto, riscaldamenti, industrie, ecc, e adesso stiamo investendo (con ingenti contributi statali) a rendere "meno" inquinanti le fabbriche... che però, dato che continueranno comunque ad essere alimentate maggiormente da combustibili fossili, resteranno tali fino all'ultima goccia di petrolio!

Se non ci fosse stato questo allarmismo, questa gran fretta... forse sarebbe stato più ragionevole pensare non di riadattare i vecchi impianti a gasolio ecc, ma di passare direttamente ad energie alternative, ad esempio all'elettrico da nucleare.
Stessa cosa dicasi per le auto (auto elettriche... e che ci sarebbe voluto)!?
Ma, ahimè, siamo stati tutti infinocchiati... ambientalisti (quelli onesti) compresi.

E adesso la prossima grande mossa (già sono in azione) sarà quella di farci investire, personalmente o tramite incentivi statali, nell'energia pulita... con pannelli solari, ecc, prodotti da loro stessi... che poi si occuperanno dell'affare idrogeno... e quando i giacimenti fossili saranno esauriti, LORO si saranno già assicurati un proficuo futuro... (speriamo più pulito)

INSOMMA, senza allarmismi esagerati, se l'opinione pubblica fosse stata lasciata in pace, forse avremmo potuto organizzare politiche energetiche più sensate e lungimiranti, e ci saremmo sbarazzati degli inquinanti in modo più efficiente (ricordiamo la fuga dal nucleare che, solo in ITALIA, ha aperto le porte ai combustibili fossili e che ci rende energeticamente dipendenti e che ci penalizza anche economicamente, e in modo pesante).

Saluti!
Marvel
 




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#23  tifernate Mar 31 Ott, 2006 12:29

.....comunque non trovo giusto fare di tutta l'erba un fascio. Nel momento in cui non riusciamo a distinguere le ricerche fatte bene da quelle fatte male allora tutte le ricerche sono sbagliate. Non mi pare che questo abbia senso, lo scetticismo generalizzato non credo porti a nulla di buono.

Ciao
 



 
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#24  snow96 Mer 01 Nov, 2006 13:34

tifernate ha scritto: [Visualizza Messaggio]
.....comunque non trovo giusto fare di tutta l'erba un fascio. Nel momento in cui non riusciamo a distinguere le ricerche fatte bene da quelle fatte male allora tutte le ricerche sono sbagliate. Non mi pare che questo abbia senso, lo scetticismo generalizzato non credo porti a nulla di buono.

Ciao


Ci sono senz'altro ricerche fatte bene e bisogna saperle distinguere. Solo che, essendo il meccanismo di cui sopra diffusissimo, hanno più probabilità di progredire le ricerche "foraggiate" o appoggiate politicamente.

Questo non significa poi che debbano essere fatte male, ma certo, se chi finanzia ha degli interessi, ci sono alte probabilità che i risultati vadano a genio al finanziatore. Insomma, è come chiedere all'oste se il vino è buono!  

Per Marvel: perfetto l'esempio del fotovoltaico! Comunque ora sembra che qualcosa stia cambiando: la Suntech, APPARENTEMENTE non connessa ai petrolieri ha rubato molto terreno a Shell Power, British Petroleum (ora British Power) e compagnia bella. Infatti, guarda caso, dopo anni di immobilismo totale, i prezzi stanno lentamente scendendo....guarda un po'!

Inoltre stanno entrando nel mercato, con un progetto di celle al disselenuro di gallio-indio-rame (CISG) i signori Page e Brin, fondatori di Google... ho aperto un topic nel settore "Ambiente e energia" del forum.  

Ciao!
 




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Messaggio Re: Maracchi superstar! GLACIAZIONE entro 10 forse 15 anni..

#25  tifernate Dom 05 Nov, 2006 20:15

.......questo ve lo posto perchè è favoloso!


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Dal Blog Network Games

Apocalisse a Venezia

Tra ieri e oggi me n’è capitata una bella, che non posso che raccontarvi qui. Alcuni giorni fa mi invitano a Venezia, a intervistare un professore americano, per la precisione di Harvard, che partecipa a un seminario scientifico alla Venice University sul nuovo concetto di sviluppo sostenibile.

Bè, il tema mi interessa e ci vado. Arrivo a Venezia e poi a S. Servolo, vado al seminario e poi scopro che è chiuso ai giornalisti. Ovvero a me a un altro collega della Rai, che staziona nelle vicinanze.

Perché un workshop scientifico sulla sostenibilità ambientale deve essere chiuso alla stampa? Per non avere scocciatori che fanno stupide domande nella sala? Me lo chiedo, ci passo sopra, faccio la mia intervista al professore (molto accademica) e mi portano alla cena di prammatica.

Ho la fortuna di sedere a tavola con due concittadini piuttosto significativi, l’ambasciatore Umberto Cattani, oggi presidente dell’Ice e il direttore generale del Ministero dell’Ambiente Corrado Clini (ex medico del lavoro di Porto Marghera, e tra i primi in Italia a fare il monitoraggio ambientale).

Parlo con loro. Scopro che il ministero dell’Ambiente è oggi il più internazionalizzato d’Italia. Che ha attivato 60 progetti in Cina, altri in Irak e nei Balcani. Che crea posti di lavoro ai giovani, competenze pregiate, che promuove nel mondo intelligenza e tecnologia italiana. Questo caso mi colpisce e mi interessa. Corrisponde in pieno alla mia personale visione della pubblica amministrazione futura in Italia.

Quasi quasi mi fermo un altro giorno (a gratis) a Venezia, mi dico. E approfondisco la vicenda di questo Corrado Clini, che mi pare persona fuori dal comune.
Il giorno dopo, ovvero oggi, incontro per caso a colazione in albergo il mio collega della Rai. Che torna a S. Servolo proprio per una intervista a Clini. Decido di seguirlo, invece di prendere il treno di ritorno per Milano.

Arriviamo a S. Servolo. La seconda giornata del workshop già iniziata. E’ appena finita una prima relazione sulle grandi sfide climatiche a ambientali. Clini è disponibile a una intervista sulla sua vicenda, gliela faccio.

Intanto però arriva il collega della Rai piuttosto stralunato. Lui da anni si occupa di temi scientifici e ambientali. E mi racconta il tono dello scenario appena delineato da tre esperti. Diana Liverman di Oxford, Hans Schellnhuber, del Potsdam institute of climate change impact, E B.l. Turner della Clark University.

Questo scenario dice (per quello che abbiamo appurato, fuori dalla porta):

- che al 2030 quasi tutta l’Australia sarà desertificata. In alcune regioni non piove da sei anni filati e ogni quattro giorni, da quelle parti, si rileva il suicidio di un contadino per fallimento.

- che da Roma in giù, per quanto riguarda l’Italia, sarà un deserto.

- che la maggior parte delle città del pianeta diverranno rapidamente delle megalopoli. Un caso è già stato simulato, a modello. Phoenix, con la desertificazione dell'Arizona, è prevista passare da meno di un milione di abitanti (oggi) a 30 milioni al 2030 e a oltre 50 nel 2050.

- che l’Amazzonia si ridurrà alle dimensioni di una piccola foresta.

- che altrettanto diverrà il Borneo, oggi foresta pluviale.

- oceani sempre più caldi, e innalzamento del livello dei mari non dovuto tanto allo scioglimento dei ghiacci (che c'è e ci sarà) quanto alla semplice espansione termica delle acque.

Nessuno dei presenti al workshop (una ventina di esperti), ci dicono, solleva obiezioni a questo genere di previsioni.

Questi solo alcuni spunti di uno scenario assolutamente apocalittico, costruito (presumo) sul trend di riscaldamento globale dell’Ipcc (Intergovernmental panel on Climate Change dell’Onu) e su modelli di simulazione delle emissioni antropiche (umane) e del loro impatto. E modelli tra i più aggiornati.

Ne avevo già letti in passato di scenari di questo tipo. Come questo o questo.

Però si trattava di contributi individuali, malamente tenuti celati o ipocritamente disconosciuti. Qui a S.Servolo, invece, sono venti scienziati, delle più prestigiose università del mondo, a ripetere spontaneamente (ma a porte chiuse) gli stessi concetti.

Questo scenario inoltre è costruito sulla base dell’assunto che non si faccia nulla di più, da qui al 2030, per limitare le emissioni dei gas serra. Oltre a quell’autentico palliativo che è il trattato di Kyoto, con i suoi obbiettivi limitati a pochi punti percentuali di riduzione e il suo faticoso mercato di certificati di risparmio di Co2. A cui peraltro non aderiscono né gli Usa (come governo centrale) né soprattutto Cina e India, paesi oggi in fase di accelerato sviluppo economico (e tra i massimi diffusori di gas serra).

Non solo. Lo scenario non tiene conto dei cosiddetti feedback positivi, ovvero di quegli amplificatori naturali del fenomeno di riscaldamento che potrebbero attivarsi a causa del riscaldamento antropico stesso. Il più temuto tra questi è lo scioglimento del permafrost, ovvero della tundra ghiacciata (in particolare siberiana) che cela nelle sue viscere enormi quantità di metano, gas serra venti volte più attivo dell’anidride carbonica. Il metano da permafrost potrebbe ulteriormente accelerare l’apocalisse, e rendere concreta la terribile profezia di James Lovelock, contenuta nel suo ultimo libro, di una possibile estinzione della civiltà odierna e anche della massima parte del genere umano.

Da oggi al 2030 ci separano 24 anni. Pochissimi per una riconversione energetica planetaria, e su tecnologie in gran parte ancora da sviluppare. Al 2050 i giochi saranno ormai fatti. Per il meglio o per il peggio. Il sottoscritto e il mio collega Rai ci guardiamo nelle palle degli occhi fuori dalla stanza del workshop. Gli chiedo: “tu hai mai sentito di uno scenario del genere fatto da autorevoli professori di Harvard, Oxford etc? “. “Mai così terribile. Questi qui stanno ragionando sull’apocalisse – mi risponde”. Capiamo perfettamente, ora, perché i giornalisti non sono stati ammessi nella sala.

Chiediamo a Clini un commento. Ammette che lo scenario, nel caso di una prosecuzione delle politiche energetiche basate sulle fonti fossili, prevede un clima compromesso entro la metà del secolo.

E poi che la catena dei fenomeni, e dei possibili effetti amplificativi, non è del tutto prevedibile.

Clini non usa parole forti. Le misura e pacatamente. Ma ieri sera aveva etichettato questo workshop come una riflessione su un possibile (e credo necessario) progetto Manhattan per salvare il genere umano.

Oggi e domani, a S.Servolo si parlerà sul che fare. E come informare la gente di quello che sta per succedere.

Ne sta discutendo la neo-fondazione Clinton (i paesi industriali, sostiene, devono mettere in ricerca e investimenti almeno il 5-10% del Pil), ne stanno discutento in tanti, in prevalenza a porte chiuse (per ora). Il seminario della Venice University conferma un dato di consenso ormai emergente e acquisito. Abbiamo al più dieci anni di tempo prima che l’onda ci sommerga, il caldo ci arrostisca (e ci ammazzi l’agricoltura) le migrazioni e le inurbazioni creino conflitti, stragi e guerre, la follia collettiva ci imponga dittature o persino regresso barbarico.

Troppo apocalittico? Provate a pensare all’intera Sicilia e Puglia desertificata, a Napoli e Roma megalopoli di baraccati, di guerre per l’acqua e forse il cibo sull’intera fascia (ex) temperata del pianeta.

L’attuale crisi politica italiana, al confronto, assomiglia a un’orchestrina suonante (stonata) sulla tolda del Titanic. Credo dobbiamo darci, un po’ tutti, una seria, serissima regolata.

Oggi facciamo un sacrificio fiscale (se anche lo facciamo) di poche frazioni del nostro reddito. Dovremmo farne persino di più per finanziare solo la ricerca energetica necessaria a fermare l’apocalisse. Siamo come al solito meschini, egoisti e ridicoli.

Ci sono infatti due strade (parallele) per evitarci il disastro: un fortissimo impulso sull’innovazione tecnologica e insieme un ridisegno dei sistemi sociali per renderli il più possibile sostenibili con le condizioni e i trend in atto.

L’innovazione tecnologica non implica la fine della democrazia. Semmai l'investimento rapido in nuove fonti compatibili (che ancora in gran parte sono da inventare). Il ridisegno forzato delle società sì, implica una nuova (e forse terribile) fase autoritaria su scala globale. Il motivo è evidente. Si scatenerà una guerra come mai l'abbiamo vista.

Ci conviene quindi investire subito, e alla grande, su programmi accelerati nella fusione nucleare, nella fissione di quarta generazione, nel fotovoltaico, nell’eolico di alta quota, nel risparmo energetico, nell’efficienza dei sistemi.

Alternativamente dovremo erigere illusorie mura (insanguinate) intorno ai nostri confini e alle nostre città. Inutili mura, dato che poi questi sistemi collasseranno dall’interno. Ci sta provando Bush a creare i presupposti di queste muraglie (Patriot act, legge marziale e similia), ma non fermeranno l’apocalisse.

P.s. Putroppo non ho fonti certe nè virgoletatti scrivibili di questo seminario a porte chiuse. Per questo ne affido il (parziale) resoconto a questo blog.

Dove conta solo la mia faccia.


articolo originale:

http://blogs.it/0100206/2006/10/21.html#a5920


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........ma scusate, non ho capito bene, quale scenario prevarrà?

1°) Siccità spaventosa alle medie latitudini con i popoli che andranno verso nord (messicani in USA, tunisini e siciliani nel nord Europa). Previsioni scienziati americani.

2°) Effetto feedback con blocco della Corrente del Golfo, glaciazione e popili del nord che andranno verso sud (statunitensi verso il messico, inglesi e scandinavi verso l'Africa). Previsioni scenziati inglesi.

No perche i fossati e le mura di contenimento con gli sclini da una parte e gli scivoli dall'altra bisogna capire dove e come costruirli per non fare i lavori due volte.     

 
 



 
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