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Messaggio E Se L'inverno Ci Riprovasse..

#1  DragonIce Ven 23 Mar, 2007 12:28

Non so se l'avete notato ma i modelli propongono nelle carte di fine elaborazione una discesa di aria gelida.. che si ferma a nord delle alpi e sui balcani e  stavolta sembra più orientale però..

Tenendo conto che si tratta di fantameteo.. se si dovesse verificare, o addirittura peggiorare, quale sarebbero gli effetti...

L'inverno ha sbagliato stagione?

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Messaggio Re: E Se L'inverno Ci Riprovasse..

#2  andrea75 Ven 23 Mar, 2007 12:35

DragonIce ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Non so se l'avete notato ma i modelli propongono nelle carte di fine elaborazione una discesa di aria gelida.. che si ferma a nord delle alpi e sui balcani e  stavolta sembra più orientale però..

Tenendo conto che si tratta di fantameteo.. se si dovesse verificare, o addirittura peggiorare, quale sarebbero gli effetti...

L'inverno ha sbagliato stagione?


La possibilià c'è, è innegabile, e GFS non è l'unico modello che tend ad intravedere questa possibilità. Solo che più si va avanti, più una configurazione del genere potrebbe essere dannosa. E' più auspicabile il ritorno di nuove nevicate in Appennino, piuttosto che configurazioni estreme come quelle appenna passata, che tanto darebbero poco a quote medio-basse (al 99% solo pioggia, saremmo ad Aprile inoltrato), ma che invece potrebbero portare gelate forti e diffuse in gran parte del territorio.
Non ho ancora voglia di primavera, ma nemmeno di veder rischiare i nostri raccolti.
 




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Messaggio Re: E Se L'inverno Ci Riprovasse..

#3  Ricca Gubbio Ven 23 Mar, 2007 12:49

Io invece ho tantissima voglia di belle giornate di sole e temperature gradevoli sui 20° che ti scaldano le ossa basta freddo inutile e sterile, posso concedere solo qualche bel temporale primaverile che farebbe comodo alle falde acquifere altro freddo no, quello doveva farlo a tempo debito e dato che quest'anno è andata male ora basta.                       
 



 
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Messaggio Re: E Se L'inverno Ci Riprovasse..

#4  marvel Ven 23 Mar, 2007 13:25

"INVERNO" concluso, primavera inizialmente fredda, poi fresca, e poi chi vivrà vedrà.
 




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Messaggio Re: E Se L'inverno Ci Riprovasse..

#5  Poranese457 Ven 23 Mar, 2007 14:09

Marvel complimenti per l'avatar.....     
Cmq non ricominciamo eh... l'ultima "invernata" mi ha tolto quasi tutte le energie, occhi rossi, ore sterminate davanti al computer... eh no, non ricominciamo... sta volta, se sarà, ne iniziamo a parlare 2 ore prima ok????          
 




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Messaggio Re: E Se L'inverno Ci Riprovasse..

#6  DragonIce Ven 23 Mar, 2007 15:27

Ho aperto il topic solo per parlarci un po su.. dubito che reggerà.. e se regge stavolta potrebbero essere davvero guai per l'agricoltura.. stavolta pare che l'abbiamo scampata ma..quello che mi ha fatto preoccupare è l'articolo che ho letto su Folignometeo scritto da Luisito...


La gelata del 1957
a cura di Sdei  


Per una curiosa coincidenza, proprio mentre scriviamo questa storia, quasi cinquant’anni dopo, il tempo fa nuovamente i capricci, proprio negli stessi giorni a cavallo fra il 6 ed il 10 maggio. Parlando delle caratteristiche di questo mese, abbiamo visto che si tratta di una costante meteorologica. E’ normale, in questi giorni, un breve ritorno del freddo ed un abbassamento delle temperature. Ma quello che si verificò fra il 7 ed il 9 maggio 1957 fu realmente un episodio straordinario: la più grave, anomala e dannosa ondata di gelo tardivo che l’Italia e l’Umbria abbiamo subìto nel XX secolo.
Con l’aiuto del prodigioso archivio storico del sito tedesco Wetterzentrale, cerchiamo di capire innanzitutto cosa accadde esattamente, e perché.

La primavera del 1957 è stata finora calda e piovosa; ideale per le colture. Ai primi di maggio sembra ormai certo un ottimo raccolto, con grande sollievo degli agricoltori. Molti ex mezzadri e coloni, anche grazie alla riforma agraria, sono da poco diventati proprietari. Hanno sostenuto ingenti spese, si sono indebitati, ma finalmente si sono anche liberati dal secolare rapporto di semiservitù con il loro padrone. Possono guardare al futuro con speranza. Non sanno ancora che un freddo, invisibile nemico, appostato al largo dell’Irlanda, sta tendendo loro un terribile agguato.

 

5 maggio 1957, ore 00 GMT Una profonda depressione a carattere freddo (minimo 996 hpa sulla Svezia) si prepara a scendere sul Mediterraneo. Al largo dell’Irlanda, in pieno Oceano, è appena visibile una macchiolina di color rosso mattone: è l’Anticiclone delle Azzorre, in posizione del tutto anomala; non solo abbandona il Mediterraneo, ma traccia anche un sentiero per l’aria fredda, lungo le coste atlantiche, verso il nostro paese. Vedete come le isobare (le linee bianche che uniscono tutti i punti con identica pressione atmosferica) siano completamente orientate in direzione nord-sud.
 
 




Lunedì 6 maggio 1957, ore 00 GMT

La linea nera separa in sostanza l’aria polare da quella subtropicale, l’inverno dalla primavera. Rispetto al giorno precedente, infatti, si è portata molto più a sud, e nel corso di questa giornata invaderà completamente l’Italia. Un secondo vortice depressionario (1005 hpa.) si è formato sull’Alto Adriatico, ed aria fredda entra dalla Valle del Rodano. In mattinata, temporali e grandine sulla Pianura Padana. Neve in Trentino.

 
 
Lunedì 6 maggio 1957, ore 15 GMT
L’aria fredda irrompe sull’Italia centrale. Fra le 14 e le 18 la temperatura a Foligno scende di ben 10 gradi. Insieme al terribile minimo depressionario, che scivola lungo l’Adriatico, entra la bora. Nevica a Potenza, su tutto l’Appennino, ma anche sulle Murge. Nella notte sul 7, nevica sui monti della Valle Umbra. Bufere di vento spazzano Napoli.

 
 

Martedì 7 maggio 1957, ore 00 GMT

La depressione è ora sull’Italia meridionale; dalla Porta della Bora affluiscono sullo Stivale masse d’aria sempre più fredde, lungo un asse perfettamente orientato in senso Nord-Sud (l’area colorata in celeste).

Nel corso della giornata il sole non riesce a forare il denso strato di nubi; la temperatura rimane rigida, con una massima di 10° a Foligno città; oltre 11° in meno delle medie stagionali, un’anomalia veramente pazzesca.

Nelle campagne ci si prepara al peggio, pur senza crederci veramente. Alcuni proprietari illuminati distribuiscono candelotti fumogeni ai contadini; nel pomeriggio soffia un forte vento freddo con nevischio anche in pianura, ma a sera la depressione si sposta ancora verso sud-est, portando via con sé le nubi ed il vento. E’ il sereno; la fine. La notte avvolge la Valle Umbra con un tremendo presagio di sventura.

 
 
Martedì 8 maggio 1957, ore 6,00

A Foligno si registrano 0,0° nei quartieri più in collina, fino a –2° in pianura, dove però, negli strati più vicini al suolo, all’altezza delle giovani spighe di grano, si può stimare una minima di –4°. Stessi dati in tutte le valli dell’Umbria. La brina è talmente alta e fitta da sembrare neve. Molti contadini sono da un pezzo sui campi; le hanno tentate tutte per salvare il raccolto. Hanno acceso fuochi, hanno utilizzato i fumogeni. C’è chi, ingenuamente, bagna le viti per evitarne il congelamento. Ma il freddo è tale che il ghiaccio si forma dietro al suo passaggio, uccidendo le piante stesse. C’è chi piange, urla disperate si odono per tutta la pianura. I tecnici esaminano sconsolati le giovani piante di grano, i germogli dell’uva. Ma si capisce subito che non c’è più nulla da fare. Il raccolto è completamente perduto.

 
 

I danni più gravi si sono verificati in pianura, a causa dell’inversione termica. Già a Perugia città le minime non sono riuscite a scendere al di sotto dello zero. I danni variano molto, a seconda dell’umidità e della natura dei terreni. Particolarmente colpite le zone più basse ed argillose, fra Spello e Cannara.





Come ogni bravo killer che si rispetti, anche il nostro, compiuta la sua missione, torna silenziosamente nel buio di un’esistenza normale. Il giorno dopo, eccolo là, l’Anticiclone delle Azzorre, al suo posto: il massimo di 1025 hpa è dove dovrebbe essere, al largo dell’Africa. L’aria tiepida dell’Atlantico torna sull’Italia. Ma per l’agricoltura umbra è ormai troppo tardi.

La produzione vinicola diminuirà del 70% rispetto alla media, quella del grano fra il 50 ed il 75%. Perfino il foraggio va perduto, i poveri contadini dovranno acquistarlo da fuori.

A quasi 40 anni di distanza, riesce difficile per noi capire cosa significasse all'epoca un evento del genere. Vediamo qualche dato. Nel 1951 il 59,9% della popolazione attiva della provincia di Perugia lavora in agricoltura. Il 10% della popolazione attiva nell’industria si occupa della trasformazione di prodotti agricoli. Metà dei poderi almeno è occupata da grano, vite, olivo: le tre colture con raccolto compromesso. La resa media del grano è comunque ancora inferiore a 1:15. Ancora nel 1964, su un campione di aziende della Media Valle del Tevere, il 92% non è fornito di servizi igienici e l’83% non è allacciato all’acquedotto.

Dati simbolici, per capire perché la gelata del 1957 abbia concorso in misura importante ad innescare e ad accelerare il movimento di abbandono delle campagne umbre. Tra il 1951 ed il 1961 la popolazione in agricoltura cala di 66.275, il 34,3 per cento.

 
 

Per concludere, le parole di una testimone diretta: "Nei campi si era posata la brina come in gennaio, in collina tutti i germogli di uva ed olivo si erano gelati, mentre sul piano le coltivazioni di grano e foraggio sembravano distese di aghi di ghiaccio. A metà giornata il vento portò via del tutto le nuvole, lasciando scoperte intorno le punte dei monti imbiancate di neve (…). Il vento e la bufera avevano schiacciato le coltivazioni, creando enormi chiazze calpestate, come se un gigante si fosse divertito a fare le capriole sui campi, mentre i teneri grappolini di uva appena germogliati, ora scaldati dal sole, apparivano scuri ed ammosciati, come cotti. L’effetto del gelo era stato terribile." Il brano è tratto dal libro di Rina Gatti "Stanze vuote addio", Thyrus editore, Arrone, 2003
 
Capito di cosa mi preoccupo?       
 




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Messaggio Re: E Se L'inverno Ci Riprovasse..

#7  icchese Ven 23 Mar, 2007 15:40

QUASI MEZZO METRO DI NEVE IN ALGERIA!!!!

Ma come c...?????

Voglio morire...             
 




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Messaggio Re: E Se L'inverno Ci Riprovasse..

#8  DragonIce Sab 24 Mar, 2007 11:41

Modelli ancora favorevoli a discese fredde...
 




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#9  andrea75 Sab 24 Mar, 2007 12:04

DragonIce ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Modelli ancora favorevoli a discese fredde...


Mah... insomma.... oggi molto meno. Spaghi di GFS quasi uniti nel lungo. Si risale piano, ma si risale.
 




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#10  DragonIce Sab 24 Mar, 2007 12:08

andrea75 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
DragonIce ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Modelli ancora favorevoli a discese fredde...


Mah... insomma.... oggi molto meno. Spaghi di GFS quasi uniti nel lungo. Si risale piano, ma si risale.


Mica perchè arriva.. solo per far notare che come ipotesi c'è!
 




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