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Messaggio Una bomba sui cittadini della rete

#1  Poranese457 Ven 29 Ott, 2010 09:56

Gente, mesà che siamo davvero alla frutta!  




Da http://espresso.repubblica.it/detta...la-rete/2137275



Nel nostro Paese abbiamo assistito negli ultimi anni a un'escalation di norme e di proposte di legge per rendere l'accesso a Internet sempre più difficile, controllato, burocratizzato.

Proprio in questi giorni, ad esempio, l'Agcom sta valutando come rendere operativa l'odiosa normativa sui video on line scritta da Paolo Romani, con probabile pesante tassazione per chiunque abbia un sito su cui voglia caricare del materiale che «faccia concorrenza alla tv».

Contemporaneamente sui giornali della destra si è scatenata la consueta 'caccia all'internauta' che avviene dopo ogni gesto di violenza politica, in questo caso l'aggressione romana a Daniele Capezzone: nel dicembre scorso era stato il gesto di Massimo Tartaglia a Milano a far delirare i vari Schifani e Carlucci in proposito, ottenendo l'effetto immediato di far prorogare per un altro anno le norme medievali e tutte italiane sul Wi-Fi (a proposito: l'altro giorno Maroni ha promesso di "superare" il decreto Pisanu, e tuttavia il rischio è che si vada verso la sostituzione dell'identificazione cartacea con quella via sms, insomma anni luce lontani dalla navigazione libera).

Ma quello che denuncia Giorgio Florian nel suo articolo è molto più grave, forse il più pesante attentato mai realizzato in Italia contro i diritti dei "netizen", i cittadini della Rete.

Il patto con cui la Polizia Postale italiana si è fatta concedere da Facebook il diritto di entrare arbitrariamente nei profili degli oltre 15 milioni italiani iscritti a Facebook, senza un mandato della magistratura e senza avvertire l'internauta che si sta spiando in casa sua, è di fatto un controllo digitale di tipo cinese che viola i più elementari diritti dei cittadini che dialogano utilizzando il social network: insomma, stiamo parlando di una vera e propria perquisizione, espletata con la violenza digitale del più forte.

Aspettiamo quindi urgenti chiarimenti dalla Polizia Postale e dal ministero degli Interni, da cui dipende. E non basta certamente una smentita rituale, perché le notizie pubblicate nell'articolo di Florian provengono da fonti certe e affidabili.

Da un punto di vista politico, inoltre, la cosa è davvero grottesca: mentre la maggioranza di governo si impegna da mesi per rendere più difficili le intercettazioni telefoniche richieste dai magistrati, contemporaneamente il ministero degli Interni si arroga il diritto di intercettare i nostri contenuti e i nostri dialoghi su Facebook senza alcun mandato della magistratura. Viene il sospetto che questa differenza di trattamento sia dovuta al fatto che i politici, i potenti e i mafiosi non comunicano tra loro sui social network, e quindi il loro diritto alla privacy venga considerato molto più intoccabile rispetto a quello dei normali cittadini che invece abitano la Rete.

Allo stesso modo, aspettiamo chiarimenti urgenti sul secondo socio del 'patto cinese' firmato a Palo Alto: Facebook, che da un po' di tempo ha aperto uffici in Italia con tanto di responsabili e dirigenti.

Per prima cosa, Facebook ha l'obbligo di rendere pubblico l'accordo firmato con il nostro Ministero degli Interni, perché riguarda tutti noi, cittadini italiani e al contempo cittadini di Facebook. A cui quindi i vertici del social network devono non solo immediate scuse, ma garanzie precise che questo patto diventi al più presto carta straccia e che i diritti degli utenti vengano concretamente ripristinati e garantiti.

Il social network fondato da Zuckerberg, si sa, è uno straordinario strumento di socializzazione, di promozione di cause sociali e potenzialmente di crescita e confronto di tutta una società. Ma si va manifestando ultimamente anche come una dittatura in cui le pagine e i gruppi vengono bannati in modo in modo arbitrario e insindacabile: e adesso come un informatore di polizia di cui non ci si può più in alcun modo fidare.

Più in generale, quanto accaduto dimostra che i mondi virtuali di cui oggi siamo cittadini (inclusi YouTube, Google, Second Life etc) devono iniziare a rispondere in modo trasparente ai loro utenti. E gli accordi privati con i governi sono esattamente all'opposto di questa trasparenza.



 




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Messaggio Re: Una Bomba Sui Cittadini Della Rete

#2  Fede Ven 29 Ott, 2010 11:48

Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Il patto con cui la Polizia Postale italiana si è fatta concedere da Facebook il diritto di entrare arbitrariamente nei profili degli oltre 15 milioni italiani iscritti a Facebook, senza un mandato della magistratura e senza avvertire l'internauta che si sta spiando in casa sua, è di fatto un controllo digitale di tipo cinese che viola i più elementari diritti dei cittadini che dialogano utilizzando il social network: insomma, stiamo parlando di una vera e propria perquisizione, espletata con la violenza digitale del più forte.


Demagogico ed opinabile. Non spiano in casa mia ma semmai in casa facebook e questo se è possibile quando fosse necessario sono contento che sia possibile. La garanzia dell'anonimato in genere salvo contesti dove previsto è richiesta da chi ha buoni motivi per rimanere anonimo e in genere questi motivi non sono mai buoni.
Io sono stato chiamato a deporre per un oggetto acquistato 2 anni prima su ebay e per risalire a me dalla transazione ed il nick evidentemente ebay senza avvertirmi ha fornito i miei dati alle forze dell'ordine. Non mi sono sentito offeso nè privato della mia libertà per questo avendo comprato qualcosa in modo regolare. Diversamente l'avrà pensata il tizio che aveva venduto merce rubata a tutta gente in buona fede come me.
Qualunque ispettore di Polizia o carabiniere può accedere ai dati sensibili di un cittadino partendo dal suo n. di cellulare "segreto" o dalla targa della sua macchina senza richiesta espressa dal magistrato e nessuno ci vede niente di male.
Nei social network oltre ai dati si può accedere anche ai pensieri espressi pubblicamente dal soggetto in contesti che potrebbero essere oggetto di indagine. Tanto meglio!
E se domani accedendo ai dati "privati" di FB un ispettore di PS o un Carabinere beccasse il pedofilo/maniaco/truffatore che sta raggirando mia figlia o quella del giornalista dell'Epresso probabilmente il punto di vista filosofico ed astratto di libertà (molto elastico come la famose pelle dei famosi suddetti) verrebbe rivisto.

In soldoni sono ben lieto che la Polizia Postale o la magistratura possa accedere ai dati per vedere chi si "nasconde" dietro l'account MeteoPerugia su FB e cosa pubblica quotidianamente perchè non ho nulla da nascondere nè complotti internazionali nè cellule dormienti terroristiche nè azioni criminose di alcun genere. Anzi attraverso questa possibilità MeteoPerugia e chi gli sta dietro si sentirà maggiormente (anche se di poco) tutelato in questo mare magno che è la rete. E non mi sento per questo meno libero.

Citazione:
Per prima cosa, Facebook ha l'obbligo di rendere pubblico l'accordo firmato con il nostro Ministero degli Interni, perché riguarda tutti noi, cittadini italiani e al contempo cittadini di Facebook. A cui quindi i vertici del social network devono non solo immediate scuse, ma garanzie precise che questo patto diventi al più presto carta straccia e che i diritti degli utenti vengano concretamente ripristinati e garantiti.


Questo invece non l'ho proprio capito....l'italiano intendo.
 




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Messaggio Re: Una Bomba Sui Cittadini Della Rete

#3  snow96 Ven 29 Ott, 2010 12:49

Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Gente, mesà che siamo davvero alla frutta!  

Proprio in questi giorni, ad esempio, l'Agcom sta valutando come rendere operativa l'odiosa normativa sui video on line scritta da Paolo Romani, con probabile pesante tassazione per chiunque abbia un sito su cui voglia caricare del materiale che «faccia concorrenza alla tv».


Normale, quando sono uscite le prime auto, ci fu un fiorire di leggi e leggine che tutelavano i carri e i maniscalchi. Ma servirono a poco,

Stanno provando a difendere quel dinosauro che è la TV. Ma qui non ci sono solo carri e maniscalchi, qui purtroppo c'è la veicolazione dell'informazione: molto meglio una voce unica, unidirezionale e controllata dal Governo, che mille voci incondizionate.

C'è da temere, e tanto.

Circa l'accesso della GDF a FB, niente da eccepire, se la usano bene. Se invece iniziano a tirare giù un database di oppositori del Governo (e lo faranno, statene certi. Forse non lo useranno, ma lo faranno) allora sono preoccupato.

Non mi piace l'aria che tira, da tempo.... (ops, sono nel database ora! Ciao    )
 




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Messaggio Re: Una bomba sui cittadini della rete

#4  zerogradi Sab 30 Ott, 2010 12:23

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