Detto che st'argomento l' ho visto stranamente latitare, in questo 2010, nonostante il pluviometro abbia dato belle soddisfazioni in giro per la regione, ed il clima tutto sommato favorevole, ritiro su il post, dichendo che Domenica pomeriggio, ho fatto la prima uscita 2010: canestrone di russulae di vari colori (sempre gran funghi, erano almeno mezzo kg in tutto) e finale con il botto, con tre boletus aestivalis, di cui due belli corposi (cappella da 15/18 cm di diametro), e pure un po' passati. E devo pure ringraziare mio figlio, autore entusiasta di un paio di avvistamenti! La cosa mi ha fatto particolarmente piacere!
Le note liete, tuttavia finiscono qui. Purtroppo, come temevo, i Lanzichenecchi del nuovo millennio sono già calati in forze, ed il sottobosco mostra drammaticamente i segni del passaggio: Attila non saprebbe far meglio di certe orde che ormai, in totale sprezzo alle piu' elementari norme di ricerca, ma io direi pure di educazione, grufolano nel terreno come cinghiali, credendo probabilmente di trovarsi nel Klondyke o nel letto del Ticino a cercar pagliuzze d'oro.
Il risultato è che dài e dài, negli anni, le "poste" fruttifere sembrano essere sempre piu' circoscritte: il bosco dove sono stato era, un tempo, la classica "madre dei funghi", ed ora invece, anche con una stagione come quella attuale, che climaticamente è stata il top, si raccolgono molti pochi funghi.
Faccio un appello: cari "coglitori" (cercatori è nobilitante), i funghi ci sono per tutti. Evitiamo di:
1) "Ruspare" indiscriminatamente la cuticola di foglie e rametti sul terreno, fino ad intaccare tutto lo strato di humus: a volte tale azione è fatta in maniera piu' invasiva dell' aratura di un campo. Detta operazione poi va particolarmente evitata qualora venga trovato uno o piu' funghi. Sacrificate un poco del vs prezioso tempo con ricerche mirate e sopratutto condotte in modo poco invasivo sulla "posta" Lasciate a casa i rastrelli.
2) Raccogliere funghi troppo piccoli: non ha senso raccogliere porcini grandi quanto la testa di un chiodo.
3) Buttare all' aria funghi non commestibili.
4) "Imbustare" i funghi nelle sacchette di plastica "stagne". Usate, cari signori o il cesto dei vimini o comunque un contenitore forellato, tale da far passare le spore!
5) In estensione al primo punto, evitare azioni vessatorie contro la flora e fauna del sottobosco: non c'è bisogno di piegare/strappare/mutilare arbusti ed alberelli nel sottobosco.
6) Gettare cartacce/bottiglie e financo mozziconi di sigaretta accesi.
Se teniamo a mente poche, semplici regole, il futuro micologico è assicurato.
Altrimenti, si fa la fine di tante altre attività a contatto con la natura che conoscono un declino inesorabile a causa del progressivo degrado ambientale.
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" Intra Tupino e l'acqua che discende
del Colle Eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI