Spesso e volentieri nelle pianure aperte la pioggia ha la meglio mentre, in quelle più strette, la neve riesce a raggiungere facilmente il fondo valle anche in assenza di cuscini freddi pre-esistenti.
Ne "Il limite delle nevicate" potrete trovare una spiegazione illuminante di questo particolare fenomeno che spiega il motivo per cui il limite delle nevicate spesso si abbassa con l'avvicinarsi alle montagne, e mostra l'importante ruolo delle precipitazioni nell'abbassare la temperatura della colonna d'aria fio a formare uno strato di isotermia con temperatura bassa permanentemente.
Una delle componenti in grado di abbassare maggiormente la temperatura, e che spesso ci sfugge, è proprio la fusione delle precipitazioni nevose in pioggia che, essendo una reazione endotermica (che assorbe calore), è in grado di assorbire calore e quini di abbassare la temperatura che che,perciò, tende ad avvicinarsi allo zero termico.
D'altronde è risaputo che durante la fusione del ghiaccio la temperatura resta ferma sugli 0 gradi finchè la fusione non si completa, quindi più intensa, duratura ed estesa è l precipitzione con neve in fusione, e maggiore sarà la sottrazione di calore all'ambiente circostante e quindi allo strato d'aria interessato.
Ne consegue che, in assenza di rimescolamento dell'aria, per assenza di ventilazione o per ostacoli orografici (valli strette) la neve può guadagnare il suolo in condizioni abbastanza favorevoli, scendendo anche di diverse centinaia di metri più in basso di come ci si sarebbe potuti aspettare a livello modellistico, ignorando tutte queste importanti componnti che i modelli non possono calcolare.
Leggete e nutrite la vostra mente!

Grazie a Guido Guidi e ClimateMonitor.

Marvel