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Messaggio Re: Nuovo Studio Sul Riscaldamento Globale: Colpa Dell'uomo Ma Non Della CO2

#16  snow96 Dom 09 Giu, 2013 19:12

Boba Fett ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Va beh, la legna (biomasse, biocarburanti) si definisce rinnovabile perché è energia solare, catturata dalla pianta con la fotosintesi, così come è energia solare anche l'idroelettrico, il ftv, il solare termico, l'eolico...
Chiaro che tutte le energie rinnovabili attualmente non lo sarebbero seguendo il tuo ragionamento perché copriranno si e no il 15% dei consumi energetici.


No, non c'entra la percentuale di copertura, ma il rapporto tra il tempo di reintegro e il tempo di consumo. In teoria anche il petrolio sarebbe rinnovabile se ne usassimo un barile all'anno.
 




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Messaggio Re: Nuovo studio sul Riscaldamento Globale: colpa dell'uomo ma non della CO2

#17  marvel Dom 09 Giu, 2013 20:15

Finendo il discorso su Foligno, ricorderete l'emergenza inquinamento a Foligno e la tavola rotonda organizzata dal sindaco per arrivare alla chiusura permanente del traffico dentro il centro, ebbene io venni convocato a diversi incontri, durante il primo di questi incontri il rappresentante dell'ARPA fece notare, dati alla mano, che la chiusura del centro non avrebbe portato alcun abbattimento delle polveri sottili, non solo perché le strade più trafficate sono quelle periferiche ed esterne (vedi superstrada) ma soprattutto perché l'inquinamento maggiore proveniva dagli impianti industriali, agricoli e soprattutto dall'inquinamento per combustione di massa legnosa.
Non era possibile chiudere gli impianti industriali, non era possibile fermare le attività agricole, restavano l'inconsistente impatto del traffico e il forte impatto del riscaldamento a legna...
Ebbene, intervennero immediatamente i rappresentanti di un certo "partito ambientalista" sostenendo che non si poteva dire alla gente, dopo anni di campagne ambientaliste a favore delle rinnovabili, delle stufe a legna e a pellet,  che era tutto sbagliato... "genereremmo confusione tra la popolazione"!

E così tacerono sulla questione... bella la politica, vero?
 
 




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Messaggio Re: Nuovo studio sul Riscaldamento Globale: colpa dell'uomo ma non della CO2

#18  marvel Mer 19 Giu, 2013 18:33

Ecco una chiara analisi economica e della sostenibilità...
e senza considerare il fattore inquinamento (oltre alla CO2)...

La grande truffa delle biomasse
11 aprile 2013

La combustione del legno fornisce metà dell’energia da fonti rinnovabili prodotta nell’Ue. I sussidi hanno gonfiato un business che piace a governi e industriali, ma non produce alcuna riduzione reale delle emissioni.

The Economist
Qual è la fonte di energia rinnovabile più importante per l'Unione europea? L'energia solare forse? (L'Europa ha i tre quarti dei pannelli fotovoltaici installati in tutto il mondo). O quella eolica? (La Germania negli ultimi dieci anni ha triplicato la sua capacità di ottenere energia dal vento). La risposta è nessuna delle due. La fonte rinnovabile di gran lunga più utilizzata in Europa è il legno.

Nelle sue varie forme, dalle stecche ai pellet alla segatura, il legno (o per usare un nome alla moda, la biomassa) copre metà del consumo di energia rinnovabile in Europa. In alcuni paesi, come la Polonia o la Finlandia, la quota sale oltre l’80 per cento. Dopo anni in cui i governi europei si vantavano della loro rivoluzione energetica ad alta tecnologia e a basse emissioni di carbonio, sembra che ad aver tratto il maggior beneficio sia stato il carburante preferito delle società preindustriali.

L’idea che il legno abbia un basso contenuto di carbonio può sembrare bizzarra. Ma la motivazione originaria per la quale è stato inserito nell'elenco delle fonti di energia rinnovabile redatto dall'Ue era buona. Se il legno utilizzato in una centrale elettrica proviene da foreste gestite in modo sostenibile, allora l'anidride carbonica che esce dal comignolo può essere compensata da quella trattenuta nei nuovi alberi che crescono. Il legno può essere neutro dal punto di vista delle emissioni di CO2. Che ciò accada davvero, però, è tutt'altra faccenda. Ma una volta che è stato definito una fonte rinnovabile, il suo utilizzo è aumentato a dismisura.

Per il settore energetico il legno presenta numerosi vantaggi: installare impianti eolici è costoso, ma le centrali elettriche possono essere adattate con poca spesa per bruciare una miscela formata al 90 per cento da carbone e al 10 per cento da legno (la cosidetta co-combustione). A differenza delle nuove centrali fotovoltaiche o eoliche, le centrali elettriche sono già collegate alla rete elettrica, e oltretutto l'energia prodotta dalla combustione del legno non è intermittente come quella ottenuta dal sole e dal vento: non richiede una risorsa combustibile di scorta per la notte o nei giorni in cui non tira vento. Dato che il legno può essere utilizzato in centrali elettriche alimentate a carbone che altrimenti in base ai nuovi parametri ambientali avrebbero dovuto essere chiuse, è molto gradito alle compagnie elettriche.

Ne consegue che si è rapidamente andato formando un consenso per appoggiare i sussidi pubblici alle biomasse. Si è così venuta a creare una sorta di alleanza tra i Verdi, che credevano che il legno fosse neutro dal punto di vista dell'anidride carbonica; le compagnie di servizio pubblico che hanno visto nella co-combustione un mezzo economico per salvare le loro centrali a carbone dalla chiusura, e i governi che nel legno hanno visto l'unica concreta possibilità di raggiungere i propri obbiettivi sull'energia rinnovabile. Entro il 2020 l'Ue intende ottenere il 20 per cento del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, e se facesse affidamento unicamente sul sole e sul vento mancherebbe di parecchio questo obiettivo.

La strategia Europa 2020 sta dando vita a una nuova tipologia di business energetico. In passato l'elettricità ottenuta dalla combustione del legno era un'operazione di riciclaggio delle scorie su piccola scala. Nei pressi di ogni impianto per la lavorazione del legno e della carta in Scandinavia sorgeva una centrale elettrica alimentata a rami e segatura. In seguito è arrivata la co-combustione, un'innovazione marginale. Ma nel 2011 la Rwe, una grande impresa tedesca di servizio pubblico, ha convertito la sua centrale elettrica Tilbury B, nell’est dell'Inghilterra, per farla funzionare interamente con pellet di legno (la forma più comune di legno come combustibile industriale).

Secondo una società canadese, l'International Wood Markets Group, nel 2012 in Europa sono state consumate 13 milioni di tonnellate di pellet di legno. A questo ritmo, la richiesta europea aumenterà entro il 2020 tra i 25 e i 30 milioni di tonnellate. L'Europa non produce legname sufficiente per far fronte a questo fabbisogno, quindi una buona parte di esso deve essere importata. Nell'Ue le importazioni di pellet di legno nel solo 2010 sono cresciute del 10 per cento e il loro commercio globale complessivo (influenzato tanto dai consumi cinesi quanto da quelli europei) potrebbe quintuplicarsi o sestuplicarsi ogni anno, arrivando dalle 10-12 milioni di tonnellate alle 60 milioni di tonnellate nel 2020. A renderlo noto è l'European Pellet Council. Una ingente parte di tutto questo legname arriverà dal nuovo business delle esportazioni del legno che stanno fiorendo nel Canada Occidentale e nell'America del sud.

I prezzi del legname stanno arrivando alle stelle, dato che il legno non è una materia prima e non ha un prezzo unico. Ma l'indice riferito dall' Argus Biomass Market contenente i prezzi dei pellet di legno sale dai 116 euro alla tonnellata dell'agosto 2010 ai 129 euro raggiunti alla fine del 2012.

Un secolo di carbone

Ma allora questo sistema può dirsi efficiente? No. Il legno produce anidride carbonica due volte, nella centrale elettrica e nella filiera di rifornimento. Il processo di produzione dei pellet dal legname comporta diverse operazioni – triturazione, trasformazione in una pasta, pressurizzazione – che richiedono energia ed emettono anidride carbonica. A ciò va poi aggiunto il trasporto: in tutto si parla di due tonnellate di CO2 per fornire 1 megawattora di elettricità. Tutto ciò diminuisce la quantità di anidride carbonica risparmiata passando al legno come fonte energetica, e di conseguenza aumenta il costo dei risparmi. Secondo Vetter, tenuto conto di un sussidio di 45 sterline per megawattora, risparmiare una tonnellata di CO2 per passare dal gas al legno costa 225 sterline. E questo assumendo che il resto del processo (nella centrale elettrica) sia a somma zero. Probabilmente non è così.

Nel corso degli ultimi anni, gli scienziati sono giunti alla conclusione che l'idea originaria – l'anidride carbonica in foreste ben curate compensa l'anidride carbonica emessa dalle centrali elettriche – di fatto era un'esagerazione. In realtà la neutralità del legno nei confronti dell'anidride carbonica dipende dal tipo di foresta che si utilizza, da quanto rapidamente vi crescono gli alberi, dall'impiego di frammenti di legno o di alberi interi e così via. Come ha detto nel 2011 un'altra istituzione dell'Ue, l'Agenzia europea per l'ambiente, la presupposizione “che la combustione delle biomasse fosse di per sé neutra dal punto di vista dell'emissione di anidride carbonica è errata, in quanto non tiene conto del fatto che utilizzare terreni per far crescere piante destinate a scopi energetici di solito comporta il fatto che quel terreno non produce piante destinate ad altri scopi, che includono carbonio sequestrato comunque”.

Tim Searchinger dell'Università di Princeton ha calcolato che se vengono usati alberi interi per produrre energia, come spesso accade, nel giro di 20 anni le emissioni di CO2 rispetto al carbone (il combustile più inquinante) aumenterebbero del 79 per cento e del 49 per cento in 40 anni. In pratica, non vi sarebbe alcuna riduzione delle emissioni di anidride carbonica fino a cento anni, quando gli alberi piantati in loro sostituzione sarebbero finalmente cresciuti. Ma, come sottolinea Tom Brookes dell'European Climate Foundation, “noi stiamo cercando di ridurre le emissioni oggi, non tra un secolo”.

In sintesi, l'Ue ha creato un sistema di sussidi che costa un mucchio di soldi, probabilmente non riduce le emissioni di anidride carbonica, non incentiva nuove tecnologie energetiche e soprattutto è destinato a crescere come una siepe di cipressi.

Traduzione di Anna Bissanti

http://www.presseurop.eu/it/content...-delle-biomasse

http://www.economist.com/news/busin...ope-fuel-future
 




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Messaggio Re: Nuovo Studio Sul Riscaldamento Globale: Colpa Dell'uomo Ma Non Della CO2

#19  bix Mer 19 Giu, 2013 21:31

La soluzione è "semplice" , se vogliamo ancora continuare a vivere consumando risorse sperando che queste siano infinite , potremmo tentare la carta del nucleare.
Altrimenti decrescere lentamente fino a campare di lavoro e poche cose e necessarie.
La prima soluzione non farà altro che portarci alla seconda qualche centinaio di anni più tardi, ma sempre li si finirà.
Per questo motivo non mi preoccuperei tanto della situazione economica , meglio abituarsi da subito
 




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Messaggio Re: Nuovo Studio Sul Riscaldamento Globale: Colpa Dell'uomo Ma Non Della CO2

#20  snow96 Gio 20 Giu, 2013 12:09

bix ha scritto: [Visualizza Messaggio]
La soluzione è "semplice" , se vogliamo ancora continuare a vivere consumando risorse sperando che queste siano infinite , potremmo tentare la carta del nucleare.
Altrimenti decrescere lentamente fino a campare di lavoro e poche cose e necessarie.
La prima soluzione non farà altro che portarci alla seconda qualche centinaio di anni più tardi, ma sempre li si finirà.
Per questo motivo non mi preoccuperei tanto della situazione economica , meglio abituarsi da subito


No Bix, tecnicamente è perfettamente producibile tutta l'energia attuale con sistemi rinnovabili (veramente rinnovabili, non come le biomasse). Tanto per rendere l'idea, su una superficie di 1/50 del deserto del Sahara arriva in un anno, al netto dell'efficienza di conversione, tutta l'energia consumata dagli esseri umani sul pianeta Terra, sempre in un anno.

Ci sono anche progetti al riguardo, dal Desertec (http://www.desertec.org/) al Sunbelt. Lo sviluppo deve passare da un mix energetico composto prevalentemente da solare fotovoltaico, termodinamico ed eolico (le energie più rinnovabili in assoluto, perché attingono le prime due direttamente dall'unica vera fonte primaria e inesauribile, la terza da un suo secondo stadio di trasformazione), al quale si aggiungono l'ottimo idroelettrico e il geotermico. Fatto ciò serve una vera rete mondiale di interscambio (semplificando, in modo che quando c'è sole in Australia e piove in Italia, ce la danno, e viceversa). Fatto ciò serve una coscienza comune di genere umano.

Quindi si, è impossibile. Ma perché siamo degli idioti.  
 




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#21  snow96 Gio 20 Giu, 2013 12:22

snow96 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
bix ha scritto: [Visualizza Messaggio]
La soluzione è "semplice" , se vogliamo ancora continuare a vivere consumando risorse sperando che queste siano infinite , potremmo tentare la carta del nucleare.
Altrimenti decrescere lentamente fino a campare di lavoro e poche cose e necessarie.
La prima soluzione non farà altro che portarci alla seconda qualche centinaio di anni più tardi, ma sempre li si finirà.
Per questo motivo non mi preoccuperei tanto della situazione economica , meglio abituarsi da subito


No Bix, tecnicamente è perfettamente producibile tutta l'energia attuale con sistemi rinnovabili (veramente rinnovabili, non come le biomasse). Tanto per rendere l'idea, su una superficie di 1/50 del deserto del Sahara arriva in un anno, al netto dell'efficienza di conversione, tutta l'energia consumata dagli esseri umani sul pianeta Terra, sempre in un anno.

Ci sono anche progetti al riguardo, dal Desertec (http://www.desertec.org/) al Sunbelt. Lo sviluppo deve passare da un mix energetico composto prevalentemente da solare fotovoltaico, termodinamico ed eolico (le energie più rinnovabili in assoluto, perché attingono le prime due direttamente dall'unica vera fonte primaria e inesauribile, la terza da un suo secondo stadio di trasformazione), al quale si aggiungono l'ottimo idroelettrico e il geotermico. Fatto ciò serve una vera rete mondiale di interscambio (semplificando, in modo che quando c'è sole in Australia e piove in Italia, ce la danno, e viceversa). Fatto ciò serve una coscienza comune di genere umano.

Quindi si, è impossibile. Ma perché siamo degli idioti.  


Comunque, anche se su base mondiale non sarà possibile nemmeno nel 34000 dopo Cristo, diciamo che su base continentale (inserendo anche il nord Africa), si può fare. Anche i sistemi di accumulo di energia (fondamentali quando si lavora con rinnovabili) stanno facendo passi da gigante, dalle batterie al vanadio ai flywheel a tanta altra roba interessante. Idroelettrico (prevedibile e modulabile), termodinamico (parzialmente prevedibile e modulabile), fotovoltaico (parzialmente prevedibile e non modulabile, picchi estivi), eolico (parzialmente prevedibile e non modulabile, picchi invernali), geotermico (prevedibile e modulabile). Distribuzione ampia e razionale sul territorio continentale, smart grid (rete intelligente). Si può fare, come urlava Gene Wilder in Frankenstein Junior.
Il costo? Innumerevoli studi ormai parlano chiaro: il prezzo in €/kWh delle fonti rinnovabili con gestione centralizzata E' paragonabile a quello delle fonti fossili, e ovviamente sarebbe inferiore se ci decidessimo a sommare nel prezzo delle fossili il costo geopolitico e ambientale. Ma se ne guardano bene, chiaramente.  
 




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#22  daredevil71 Gio 20 Giu, 2013 13:48

snow96 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
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La soluzione è "semplice" , se vogliamo ancora continuare a vivere consumando risorse sperando che queste siano infinite , potremmo tentare la carta del nucleare.
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Quindi si, è impossibile. Ma perché siamo degli idioti.  

d'accordissimo
 



 
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Messaggio Re: Nuovo Studio Sul Riscaldamento Globale: Colpa Dell'uomo Ma Non Della CO2

#23  Mex71 Mar 25 Giu, 2013 19:30

molto interessante questo post che mi sono letto tutto d'un fiato la notte scorsa  

dal basso della mia ignoranza scientifica sono però stato sempre molto perplesso sul reale ruolo della CO2 nel riscaldamento globale, ormai dopo una certa età si sta sempre un po' attenti su quanto ci viene divulgato anche da fonti che dovrebbero essere attendibili, quelle degli scienziati che poi si scopre essere politicamente influenzati o comunque non del tutto liberi e indipendenti nei loro studi e ricerche
Per esempio ci sono gas nettamente più efficaci della CO2 per l'effetto serra, mi vengono in mente i naturalissimi e comunissimi vapore acqueo e metano, eppure ci volevano far credere che il futuro dell'auto ecologica fosse l'idrogeno che produce proprio vapore acqueo come scarico o i carburanti alternativi tra cui il sempre più diffuso metano stesso
Tra l'altro l'idrogeno non si trova nemmeno così com'è in natura, ma bisogna produrlo emettendo ulteriore CO2...
Poi non è che per caso anche lo straordinario aumento degli allevamenti di bovini nel secondo dopoguerra emettitori anch'essi di metano possa aver influito su questo riscaldamento eh?
Se ne potrebbero citare tante... ma la realtà è che ancora nessuno sa l'esatta verità su questo riscaldamento che tra l'altro sembra in regresso, cioè non è che sta diminuendo la temperatura globale, ma sta diminuendo il suo aumento al contrario di quanto previsto che sembrava una marcia inarrestabile e che di certo i provvedimenti presi sinora non hanno minimamente influenzato il suo andamento (come detto alcuni paesi hanno semplicemente ridotto di poco le emissioni, altri importanti invece continuano ad aumentarle e il bilancio è sempre positivo a favore di +CO2)
Alla fine verrà fuori che è solo l'ennesimo ciclo climatico che l'uomo al massimo ha contribuito ad accentuare, ma non certo a provocare per primo, tanto è che ora il processo di riscaldamento sta subendo un rallentamento inatteso e potrebbe riservare ulteriori sorprese in futuro...
 




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Messaggio Re: Nuovo Studio Sul Riscaldamento Globale: Colpa Dell'uomo Ma Non Della CO2

#24  Boba Fett Mar 25 Giu, 2013 21:05

La combustione di qualsiasi sostanza libera acqua, ma non è assolutamente un problema perché il vapore acqueo ha un tempo di persistenza nell'atmosfera molto breve.
Il metano invece rimane in atmosfera, ma le emissioni e la concentrazione di tale gas in atmosfera non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle di CO2.

Il punto è che nessuno è riuscito a dimostrare una correlazione tra le emissioni di CO2 dell'epoca industriale e l'andamento del clima, ma questo è stato assunto come dogma.
 



 
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