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Un mondo fatto a scale (Mercalli)
Posted By Agostino Mathis on Mar 1, 2016
Sabato sera (27 febbraio) sono capitato su RAI 3, dove ho trovato il ben noto Luca Mercalli che conduceva un lungo servizio su clima e COP21. Sono rimasto a guardarlo fino alla fine. Dopo una serie di documentari catastrofici (ghiacciai che si ritirano, Siberia che fonde e sprofonda, isole del Pacifico che vengono sommerse, ecc.), viene intervistato il Prof. Carlo Carraro, rappresentante italiano presso l’IPCC, il quale parla con entusiasmo dell’esito della COP21, ma evita di far notare che le “Intended Nationally Determined Contributions”, anche se ottemperate, non permetterebbero di rientrare nello scenario di aumento di non più di 2 °C della temperatura globale rispetto ai livelli pre-industriali (a meno, forse, di mantenere per sempre i 5/7 dell’Umanità nell’attuale stato di indigenza materiale e culturale: v. anche il mio post del 5 gennaio u.s.).
Si passa quindi allo “scottante” tema dell’energia, e come esempi si prendono due progetti di Abu Dhabi, e cioè la città “ecosotenibile” Masdar City e l’impianto solare a concentrazione Shams 1, proponendoli come via da seguire per la decarbonizzazione totale di un Paese.
In realtà, la città di Masdar City, lanciata come città sostenibile del futuro, ora è solo un luogo deserto al centro di un deserto, un sogno high-tech costato 18 miliardi di dollari. Purtroppo dal 2012 ad oggi i lavori di costruzione e implementazione si sono fermati. La città, per il momento, copre quattro chilometri quadrati (qui a lato). Compaiono edifici di aspetto architettonico discutibile, coperti di pannelli solari e rivestimenti speciali, ma non si citano le materie prime rare e l’energia necessarie per fabbricarli (energia certamente in gran parte di origine fossile…).
L’impianto solare a concentrazione Shams 1 (sotto), invece, occupa una vasta area di deserto polveroso, ed ovviamente ventoso (nel servizio si è visto anche un patetico spazzolone portato da un trattore per pulire gli specchi dalla polvere, ma non si dice quante puliture potranno sopportare gli specchi prima di diventare opachi…).

Con tutto ciò, l’impianto è dato per una potenza di picco di 100 MWe, ma, tenuto conto delle notti, delle nuvole e della polvere del deserto, la potenza media fornita in un anno penso che non supererà i 20 o 30 MWe.
Nel servizio non si fa invece per niente cenno ad un fatto molto importante (ignoranza? censura?), e cioè che nello stesso Abu Dhabi è in costruzione, da parte dei Sud-coreani, una centrale nucleare con quattro reattori, ciascun da 1400 MWe, per un totale di ben 5600 MWe. Qui di seguito un prospetto e una simpatica foto di gruppo dei lavori della futura centrale di Barakah.

Ci lavorano 18.000 persone, e si prevede che il primo reattore entrerà in funzione nel 2017. A regime questa centrale fornirà 5600 MWe in modo continuativo, notte e giorno per tutto l’anno, e quindi produrrà circa 200 volte (dicesi, duecento volte) l’energia prodotta dall’impianto solare a concentrazione Shams 1.
Evidentemente, Abu Dhabi fa assegnamento sul nucleare, e non sul solare, per decarbonizzare il proprio mix energetico (e così riservare il proprio patrimonio di idrocarburi per rifornire quei gonzi che dipenderanno a tempo indeterminato dalle fonti fossili, come i Paesi che hanno rinunciato al nucleare, tra cui l’Italia).
Pare assurdo che si debba essere obbligati a pagare un canone per sostenere un “servizio pubblico di disinformazione” come la RAI, che anche in passato non è certo stata l’ultima responsabile del livello di disinformazione e di apprensione con cui gli Italiani hanno affrontato i referendum sul nucleare: il loro esito ha declassato la tecnologia e l’industria del Paese, costringendolo di fatto a dipendere a tempo indeterminato dalle fonti fossili (a meno di accettare la prospettiva, ormai ventilata da valenti demografi e sociologi, di una “estinzione” irreversibile della Nazione stessa: al 2100, resterebbero una trentina di milioni di vecchi in miseria, che forse potranno scaldarsi con la legna raccolta ai piedi delle foreste, sempre più estese nel Paese…).
In originale su CM