L’emergenza clima fa litigare i grandi. Opinione pubblica e comunità scientifica preannunciano un’estate di fuoco con siccità record. I gas serra sono sempre nel mirino, ma i modelli degli esperti non tengono conto delle cause naturali.
Articolo su Epolis Roma 10-06-2007
Prof. Adriano Mazzarella – Docente di Climatologia – Università di Napoli Federico II
Sul clima i grandi del mondo al G8 hanno raggiunto un compromesso per ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra. Quasi ogni giorno i mass media diffondono scenari apocalittici sullo stato di salute del pianeta per i prossimi 100 anni. La particolare mitezza del clima dell’inverno e della primavera di quest’anno ha determinato nell’opinione pubblica e in una parte della comunità scientifica la convinzione che quest’estate sarà all’insegna del caldo estremo e di una siccità record.
Stiamo vivendo un periodo di intenso antropocentrismo con l’uomo che si illude di governare la macchina termica del sistema atmosfera-terra alla stregua di un capo macchinista. L’iterpretazione del riscaldamento del pianeta solo attraverso complessi modelli matematici è estremamente semplicistica in quanto i costruttori di tali modelli ritengono di poter spiegare il clima in maniera teorica partendo dall’ipotesi di base, mai provata, che il riscaldamento sia provocato dall’anidride carbonica (CO2) prodotta dall’uomo. Tale certezza evita che si indaghi sull’esistenza delle cause naturali del riscaldamento globale ed in particolare di investigare sul paleoclima. L’analisi delle goccioline d’aria racchiuse all’interno di un cilindro di ghiaccio, chiamato carota, estratto in Antartide, lungo 3300 m, ha permesso di verificare che 350mila anni fa la concentrazione di CO2 era comparabile con quella attuale e che 125mila anni fa la temperatura era più elevata dell’attuale di ben 4°C, a testimonianza che nel passato, in assenza di qualsiasi tipo di industrializzazione, si sono già ripetuti andamenti climatici simili all’attuale.
E’ recente la notizia che anche l’atmosfera di altri pianeti del nostro sistema solare si sta scaldando, a dimostrazione che il riscaldamento è interplanetario e che la vera causa è da identificarsi nel Sole.
L’attività solare nell’ultimo millennio, per nulla considerata dai fattori dei modelli matematici, non è mai stata così elevata come dal 1940 ad oggi. L’attività solare è ben monitorata sulla Terra attraverso la misura della turbolenza del vento solare, un flusso corpuscolare in grado di percorrere i 150 milioni di km tra Sole e Terra nel giro di qualche giorno ed impattare violentemente la magnetosfera. Il 29 ottobre del 2003, per esempio, il Sole eruttò miliardi di tonnellate di particelle elettricamente cariche verso la Terra e una velocità di 1700 km al secondo e l’impatto sul campo magnetico terrestre diede origine alla più grande tempesta geomagnetica mai misurata che causò la caduta di un satellite nippo-americano e un black-out della rete di trasmissione satellitare Gps per diverse ore. Una tempesta magnetica causa non solo aurore polari, ma condiziona la circolazione atmosferica e la velocità di rotazione del pianeta. Il vento solare mostra un aumento nel tempo insieme ai cicli di 22 e 60 anni che si riscontrano perfettamente nella temperatura dell’aria a dimostrazione che il riscaldamento globale è ascrivibile esclusivamente all’attività solare e non a quella umana. Attualmente, o la natura rispetta una precisa tabella di marcia decisa a tavolino da seudo-ambientalisti, o è emergenza: emergenza caldo, freddo, tiepido, emergenza siccità, emergenza pioggia, emergenza vento.