In rete ho trovato questa risposta che argomenta meglio ciò che io in 3 parole avevo già scritto, la prendo da meteogelo, a testimonianza che in quel forum le caxxate tende a dirle solamente il capo di quel sito..
ecco un geologo esperto cosa dice..
"."Terrorismo psicologico...spazzatura mediatica
Andiamo con ordine : il fatto che in quella zona della Germania ritroviamo una grossa caldera vulcanica con enormi depositi di tephra non è assolutamente strano, è normale, ma per dire questo bisogna fare un inquadramento geodinamico dell’area ed estenderlo all’Europa.
La zona in questione sorge in prossimità della zona di rifting che inizia nel Mare del Nord e termina nel Bacino Algero – Provenzale. Lungo tutta questa fascia da N a S ci sono sempre stati fenomeni estensionali, cioè la creazione di graben (in primis la valle del Reno, appunto Graben del Reno) ma anche la formazione di aulacogeni, ovvero di zone di rifting abortite.
Questi settori, aulacogeni, li ritroviamo soprattutto a N, nelle aree norvegesi e sono una testimonianza del fatto che le dinamiche estensionali non sono mai state decisive nel portare a termine un processo di rifting: quello che invece è successo quando si è aperto l’oceano Atlantico oppure quello che sta accadendo nelle zone del East African Rift o del Basin and Range.
L’inquadramento geodinamico quindi evidenzia un sistema di vari settori a carattere estensionali quali (da N a S): sistema del Mare del Nord, graben del Reno, graben del Rodano – Bresse e sistema del Bacino Algero – Provenzale.
Nelle immagini potete notare la parte centrale di quest sistema e soprattutto nella seconda immagine i fenomeni magmatici connessi ad essi, perché ovviamente certe dinamiche crostali sono per forza di cose accompagnate da intenso magmatismo. Dove leggete “Eifel” sono i prodotti magmatici appartenenti e/o coevi al vulcano tedesco in questione.
http://upload.wikimedia.org/wikipedi...Rhine_rift.png
http://www.mantleplumes.org/images3/Europe_Fig1_580.gif
Tutto questo sistema estensionale è in continua fase di studio perché non si riesce bene a capire la sua intensità e di conseguenza le velocità dei movimenti crostali.
Quello che però per ora sappiamo è il fatto che non si può parlare di limite di placca, cosa differente invece nell’est dell’Africa dove il rifting Etiope ha separato la placca Somala a Est dalla Placca Nubia a Ovest le quali componevano in passato la placca Africana.
Per affermare questo bisogna andare a ricercare i poli di rotazione delle placche e quando si identifica che due placche hanno poli di rotazione opposti si può affermare che si stanno separando. Bisogna immaginare il movimento di elementi posti su una superficie di una sfera.
Parlando in dettaglio del vulcano in questione si sono dette alcune inesattezze, una su tutte il fatto che l’allarme derivi dalla presenza di bolle nell’acqua del lago. I giornalisti spesso si divertono a fare questi articoli ma meglio andarci con calma. La presenza di bolle non vuol dire che il lago stia “bollendo” nel vero senso della parola con acqua circa a 100°C. Il fenomeno è un normale degassamento di CO2 a freddo. La foto sotto ritrae il fenomeno, non penso che il soggetto in questione sia così pazzo da mettere i suoi piedini in un lago bollente.....Di fenomeni simili nel mondo ce ne sono a migliaia perché la terra è un enorme serbatoio di CO2 e ne rilascia in atmosfera costantemente.
Le caldere vulcaniche inoltre sono spesso caratterizzate da limitata attività spesso concentrata in periodi brevi, questo spesso è riconducibile alla presenza di falde acquifere al di sotto della superficie che creano scompensi sia di temperatura che di carico litostatico. (Campi Flegrei Es.)