Spesso, per raccontare una storia, si può cominciare dalla fine. Da una notizia di oggi.
L'AJA (OLANDA) - L'ex leader serbo bosniaco Radovan Karadzic non si è dichiarato nè colpevole nè innocente, scegliendo di non rispondere alla domanda dei giudici del Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) e ha accusato l'organo di essere in realtà "una corte della Nato" il cui scopo è la sua "eliminazione".
La decisione sarebbe stata presa dopo aver verificato che non è ancora stato redatto un atto di accusa definitivo. L'ex leader serbo bosniaco è entrato in aula per la seconda volta. In occasione della prima udienza, il 31 luglio scorso, aveva chiesto di poter usufruire del periodo di riflessione di 30 giorni per pronunciare, come previsto dal Tpi, la dichiarazione di colpevolezza che non è ancora arrivata.
Il presidente della corte del Tpi, il giudice scozzese Iain Bonomy, ha quindi presentato in sua vece una dichiarazione di innocenza rispetto alle accuse, così come previsto dalla procedura, e ha sospeso la lettura dei capi di imputazione.
Karadzic è stato arrestato il 21 luglio scorso nei pressi di Belgrado dopo 13 anni di latitanza e poi estradato in Olanda per rispondere davanti ai giudici del Tpi dei crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati nell'ex Jugoslavia. Undici i capi di imputazione, tra le accuse che gli vengono contestate c'è quella di genocidio.
Lex leader serbo bosniaco è ritenuto infatti responsabile dell'eccidio seguito all'assedio di Sarajevo, durato 43 mesi e costato la vita a 12.000 persone, e della strage di Srebrenica del 1995, che ha portato al massacro di 8.000 musulmani.
***
Se ne parlava qualche giorno fa con Andrea. Se l'argomento è ben accetto, e visto che su questo forum si è già parlato, e bene, di storia, posso fornire un modesto quadro dell'ultima, atroce guerra europea: quella dell'ex Jugoslavia.
Ovviamente, da un punto di vista un pò alternativo, raccontando anche qualche segreto e dando una versione diversa da quella ufficiale.
Ovviamente, ci sarebbero anche pagine dedicate al clima di quei posti, assai interessante.
In fondo, negli anni 1990-1995 molti utenti del forum erano, come dire... in fasce o quasi.... :mrgreen:
Fatemi sapere raga, non vorrei forzare la mano con un percorso concettuale... veramente troppo off-topic.
:bye:
E lo sciagurato non rispose....
Titolo: Re: E lo sciagurato non rispose....
Ma che luisì.... magari... magari!!!!
proprio perchè ero "in fasce" mi interesserebbe sapere qualcosa di più su una guerra che avevamo letteralmente alle porte...
Raccontata da te poi... sai quanto mi piacerebbe!!!!! :inchino: :inchino: :inchino: :inchino:
proprio perchè ero "in fasce" mi interesserebbe sapere qualcosa di più su una guerra che avevamo letteralmente alle porte...
Raccontata da te poi... sai quanto mi piacerebbe!!!!! :inchino: :inchino: :inchino: :inchino:
Titolo: Re: E lo sciagurato non rispose....
Vai a ruota libera Luisì... i tuoi topic storici sono sempre di una preziosità unica! ;)
Titolo: Re: E Lo Sciagurato Non Rispose....
la vera storia dell'uranio impoverito, sono tutt'orecchie, meglio tutt'occhi
Titolo: Re: E lo sciagurato non rispose....
Grazie dei complimenti, ragazzi. Cercherò di fare del mio meglio. Ci occuperemo anche dell'uranio impoverito, senz'altro.
Titolo: Re: E lo sciagurato non rispose....
5) LE FOIBE E LA DIASPORA GIULIANO-DALMATA
Prima di parlare della Jugoslavia titoista, è doveroso, necessario, un cenno per quei 350.000 italiani che fra il 1945 e il 1947 abbandonarono le proprie case, la propria patria, per disperdersi nei mille rivoli di un'emigrazione oscura e disperata. Nel territorio sloveno e croato vivono oggi non più di 10.000 persone di lingua italiana.
E' ancor più necessario ricordare con rispetto le migliaia di nostri connazionali trucidati dai partigiani di Tito nei giorni della Liberazione e gettati nelle grotte del Carso (le "foibe").
La vicenda è stata triste, dolorosa, anche contraddittoria.
La versione dei profughi è questa
http://www.leganazionale.it/esodo/esodosardos.htm
ma mi sembra doveroso riportare anche un altro punto di vista, per quanto estremo e scomodo:
http://www.pmli.it/esodogiulianodalmati.htm
Insomma, è un altro classico capitolo delle vicende balcaniche, in cui buoni e cattivi si invertono così spesso le parti da non riuscire più a distinguere, nelle sofferenze, l'origine del male e le sue responsabilità.
Restano solo la pietà per tutti, il dolore per gli innocenti.
Ragionando freddamente, posso dire di essere certo che quei 350.000 italiani avrebbero reso la Jugoslavia comunista un paese più ricco, colto ed equilibrato. Quei 350.000 avrebbero potuto rappresentare un contrappeso fra le varie etnie slave, essere una inesauribile fonte di reclutamento di una classe dirigente non contaminata dall'odio. La loro cacciata, se così fu, prima ancora di essere un crimine fu un grande errore del titoismo.
Prima di parlare della Jugoslavia titoista, è doveroso, necessario, un cenno per quei 350.000 italiani che fra il 1945 e il 1947 abbandonarono le proprie case, la propria patria, per disperdersi nei mille rivoli di un'emigrazione oscura e disperata. Nel territorio sloveno e croato vivono oggi non più di 10.000 persone di lingua italiana.
E' ancor più necessario ricordare con rispetto le migliaia di nostri connazionali trucidati dai partigiani di Tito nei giorni della Liberazione e gettati nelle grotte del Carso (le "foibe").
La vicenda è stata triste, dolorosa, anche contraddittoria.
La versione dei profughi è questa
http://www.leganazionale.it/esodo/esodosardos.htm
ma mi sembra doveroso riportare anche un altro punto di vista, per quanto estremo e scomodo:
http://www.pmli.it/esodogiulianodalmati.htm
Insomma, è un altro classico capitolo delle vicende balcaniche, in cui buoni e cattivi si invertono così spesso le parti da non riuscire più a distinguere, nelle sofferenze, l'origine del male e le sue responsabilità.
Restano solo la pietà per tutti, il dolore per gli innocenti.
Ragionando freddamente, posso dire di essere certo che quei 350.000 italiani avrebbero reso la Jugoslavia comunista un paese più ricco, colto ed equilibrato. Quei 350.000 avrebbero potuto rappresentare un contrappeso fra le varie etnie slave, essere una inesauribile fonte di reclutamento di una classe dirigente non contaminata dall'odio. La loro cacciata, se così fu, prima ancora di essere un crimine fu un grande errore del titoismo.
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