
Non si tratta di un evento di tipo Major, ovvero non sono state raggiunte temperature particolarmente elevate in un ristretto lasso di tempo, ma tanto è bastato a dare origine ad un potente anticiclone stratosferico (sulle Aleutine) che sta già facendo sentire i suoi effetti sull'intera circolazione emisferica.

Ben presto il forcing barico si trasmetterà anche alla troposfera e l'azione di disturbo sarà sostenuta anche da un anticiclone che dall'Alaska si spingerà verso nord causando, come primo effetto, una forte e profonda irruzione polare sugli USA (in 2 tempi), ma contemporaneamente l'intera struttura del Vortice Polare sarà destabilizzata.


Contemporaneamente si sta rafforzando un disturbo europeo-siberiano con un primo e prematuro tentativo di split che si concluderà senza successo. Solo in un secondo momento, e qui parliamo di tempi lunghi, probabilmente tra il 10 e il 15 gennaio, un HP atlantico-europeo, complice il rallentamento del VP costretto ad una doppia armonica, tenterà di intraprendere un congiungimento nordico con il collega aleutinico, ormai impadronitosi di gran parte dell'Artico. Non sappiamo se la dinamica produrrà un vero e proprio split del VP.
Le proiezioni successive fanno optare per una probabile dinamica favorevole alle regressioni continentali sull'Europa, ma molto dipenderà dalla specifica posizione del suddetto anticiclone europeo.




Quello che oggi fa sperare è la tendenza successiva che vede il rinforzo ulteriore della tenaglia anticiclonica aleutinica e nordatlantica, che potrebbe produrre un vero e proprio split, con possibile regressione artico-siberiana... ma è decisamente prematuro ragionare su questa tendenza, ora troppo lontana e ipotetica.
Secondo la mia modesta opinione, al momento il riscaldamento previsto, non particolarmente intenso, potrebbe non risultare sufficiente ad alimentare l'azione di disturbo a tenaglia.
Ma, come già successo nei giorni scorsi, anche questi riscaldamenti a volte vengono sottostimati... chissà...
