Visto l'incoraggiamento da parte di molti di voi, stasera voglio parlarvi un attimo di questo "misterioso" oggetto che è il Vortice Polare. 
Per capire il Vortice Polare è sufficiente capire il concetto gradiente di pressione per le masse d'aria con differenti caratteristiche.
Sappiamo che sul nostro pianeta l'aria esercita una pressione media al suolo di 1 atm (1 atmosfera), 1013,25 HPa (ectopascal). 
L'intera colonna d'aria, dal suolo (livello del mare) fino ai confini dell’atmosfera, dove è molto rarefatta, pesa di quel valore medio. 
Come sappiamo i campi di bassa e di alta pressione fanno si che la pressione possa oscillare intorno a quel valore.
Gran parte della massa d'aria che compone l'atmosfera è compresa nei primi 10 km di quota, e comunque a 30 km è molto, ma molto rarefatta.
Sappiamo inoltre che l'aria calda è meno densa di quella fredda, questo significa che, se prendessimo un ipotetico cilindro di vetro ai tropici o all'equatore, per delimitare la colonna d'aria presa in considerazione, scegliendo comunque sempre una zona con pressione ad 1 atm (1013,25 HPa precisi) e stesse condizioni ambientali-atmosferiche e se facessimo la stessa cosa al polo nord, pur avendo una stessa pressione al suolo, noteremmo delle interessanti differenze, oltre che a quella termica.
Salendo internamente al nostro cilindro pieno d’aria, noteremmo che la pressione scende lentamente ai tropici, mentre salendo nel suo corrispettivo al Polo noteremmo che la pressione scende più rapidamente con la salita.
Qual'è il motivo di questa differenza di gradiente barico?
La diminuzione della pressione, all'aumentare della quota, risulta essere molto più rapida per l'aria fredda che per l'aria più calda, perché l'aria fredda, essendo più pesante, tende ad ammassarsi verso il basso, mentre quella meno fredda o calda è meno densa, più leggera, e quindi occupa più “comodamente”, la colonna d’aria.
Fatto sta che, nonostante la stessa pressione al suolo, le due colonne d'aria differiscono oltre che per temperatura anche per distribuzione della massa d’aria al loro interno. 
La colonna d'aria fredda ha uno spessore ridotto rispetto all'equivalente di aria calda.
Non è un caso, infatti che la troposfera sia più sottile ai poli (fino a 8km di altezza) e molto alta all'equatore (fino a 20 km di altezza) dove intervengono anche i moti convettivi ad aumentarne lo spessore.
Quindi, mentre aria più rarefatta sovrasterà la colonna fredda, quella calda, avendo un cambiamento barico più lento con la quota, continuerà ad avere più aria a parità di quota e pressione al suolo.
 
Esiste una quota chiamata livello di divergenza nulla (o zero), che si trova mediamente tra i 500 e i 600 HPa. (le carte dei 
GPT hanno scala tra 576 e 600 HPa).
Tale livello è utile per analizzare l'atmosfera, proprio perché sono limitati gli scambi orizzontali tra figure bariche, il che le rende più facilmente individuabili.
Ma perché sono arrivato a spiegarvi questa cosa? 
Perché senza che ve ne siate accorti avete capito che cosa sia il Vortice Polare! 
 
 
Ebbene si, la grande depressione in quota non è altro che generata dal calo di pressione dovuto alla natura fredda dell'aria polare (raffreddatasi per mancanza di irraggiamento solare)!
Al polo l'atmosfera è meno spessa, mentre man mano che l'aria si scalda, allontanandosi dalle latitudini settentrionali (per il nostro emisfero), lo spessore dell'aria aumenta grazie soprattutto al riscaldamento esercitato dal sole e, di riflesso, dalle terre e dagli oceano da esso scaldati!
I valori/colori dei 
GPT nelle carte (geopotenziali, ovvero le quote a cui troviamo la pressione di 500HPa) sono bassi/freddi (viola, blu, verde, celeste) la dove la quota è bassa (sotto ai 5520 metri), dove, cioè, la perdita di pressione che si ha con la quota è notevole, dato che l'aria fredda tende ad addensarsi verso il basso. Mentre valori e colori saranno più alti/caldi (giallo, arancio, rosso) dove il calore permette all'aria di essere meno dnsa, più leggera, e quindi meno concentrata verso il basso. 
In pratica in zona artica, salendo di quota, la pressione di circa mezza atmosfera la troviamo prima che in zona equatoriale-tropicale, già a 4800-5000 metri, dato che l'aria tende ad addensarsi verso il basso.
Quindi, in quota, fino ai limiti della troposfera vi è un continuo flusso di aria che cerca di raggiungere dall'equatore il polo, proprio come in un imbuto, vista la differenza di pressione a parità di quota (come acqua che da un monte tenta di raggiungere il mare).
Mentre al suolo, o comunque alle quote più basse, l'aria fredda tende ad espandersi verso il basso, visto il suo peso/densità, spanciando e provando ad invadere le latitudini meridionali.
 
Ecco che abbiamo il fronte polare e le correnti a getto!
 
Ed ecco perché il 
vortice polare viene definito come 
un'area di bassa pressione che staziona in quota in modo semi-permanente sopra il Polo nord.
Normalmente, anche in caso di 
VP forte e compatto, è facilmente riscontrabile, comunque, una zona di pressione relativamente più alta da qualche parte al Polo nord. Questa è essenzialmente dovuta alla compressione dinamica dovuta all'aria fredda che, appesantendosi, va a cadere letteralmente verso il basso. (questa caduta contribuisce, ulteriormente, a richiamare aria alle alte quote verso il Polo)
 
 
Ed ora veniamo alla Stratosfera.
Perché in inverno questo strato atmosferico diventa così importante tanto da condizionare, in una sorta di valzer, le dinamiche atmosferiche troposferiche?
In primis perché due livelli diventano molto vicini, raffreddandosi ed appiattendosi l'intera colonna atmosferica alle latitudini più settentrionali, poi perché la circolazione stratosferica ha una sua peculiare dinamica termofisica e termochimica, che si sovrappone come una coperta a quella troposferica. Tale dinamica vive di vita propria (tra l'altro coinvolge i flussi di ozono tra le zone equatoriali-tropicali verso i poli) producendo, però, dei condizionamenti sui livelli inferiori, ma essa stessa viene influenzata dalla circolazione troposferica, a cui rimanda di conseguenza ulteriori effetti di risposta. (su queste dinamiche cercherò di esprimermi più esaurientemente più in avanti)
Ecco, quindi, che 
VP (Vortice Polare) e 
VPS (Vortice Polare Stratosferico) finiscono per costituire un meccanismo (tipo frizione e volano) che interagisce sotto la spinta del "motore termo-barico" dell'atmosfera del nostro pianeta. 
 
Qui sotto una sequenza che fa vedere l'evoluzione del 
VP-
VPS nelle diverse stagioni (i colori freddi rappresentano un 
VP un raffreddamento, quelli caldi il 
VP in riscaldamento, mentre le aree nere sono gli anticicloni di blocco, i cosiddetti forcing che, come nel caso preso in esame, sono in grado di destrutturare o splittare il 
VP a tutte le quote.
Animata (cliccare sull'immagine)