In tarda mattinata, intorno mezzogiorno, discreto sciame sismico a Monte Cavallo, con una scossa di M 3.0 e due di M 3.2, accompagnate da altre scosse minori...
Forse si cerca di "festeggiare" il ventennale del terremoto umbro-marchigiano del 1997...
Se avete un po' di tempo, guardatevi questi video del geologo Antonio Moretti.
Sono precisi, scientifici, esaustivi, e allo stesso tempo comprensibilissimi e piacevoli da seguire.
Questo riguardo alla crisi sismica generale in corso nell'Appennino centrale:
Ho ritenuto di inserire in questo topic un breve ricordo personale sul sisma di venti anni fa.
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Sono passati esattamente 20 anni dall'inizio della sequenza sismica umbro marchigiana del 1997.
In realtà lo sciame sismico era già iniziato alla fine dell'estate, con ripetute piccole scosse ben avvertite dalla popolazione dei borghi appenninici.
La notte del 26, alle 2.33, una violenta scossa di M 5.7 con epicentro fra Colfiorito e Cesi, scaraventò giù dal letto praticamente due intere regioni, provocando danni ingentissimi e le prime due vittime nel paesino marchigiano di Collecurti. Si pensava che il peggio fosse passato. La mattina invece, alle 11.40, una nuova devastante scossa di M 6.0 con epicentro fra Colfiorito e Annifo aggravò ulteriormente la situazione, provocando il crollo della volta della Basilica di S.Francesco di Assisi che si portò via con se ben quattro persone.
Il bilancio totale fu di 11 vittime e decine e decine di feriti, oltre che danni gravissimi agli edifici pubblici e privati.
Tanti sono i ricordi di quei giorni impressi a fuoco nella memoria: il letto di mio nonno completamente invaso dai calcinacci nella sua camera nella casa di Belfiore di Foligno e lui miracolosamente senza un graffio, il fiume Topino diventato giallo paglierino, il palazzone a mattoncini gialli che ballava paurosamente di fronte a me quando beccai la scossa delle 11.40 in scooter, la gente tutta per strada in lacrime, il torrino del Palazzo comunale di Foligno prima ferito e poi definitavemente crollato, il centro città buio e semideserto, come in tempo di guerra.
Nei giorni e mesi successivi lo sciame sismico continuò, con tantissime scosse, molte delle quali di M superiore a 5.
Furono giorni drammatici, ma durante i quali potei apprezzare la grande solidarietà e l'aiuto che arrivò da un pò tutte le parti. Anche il mondo dello spettacolo si mobilitò: Fiorello e Costanzo fra tutti, vennero a fare graditissima visita a Foligno e dintorni.
A distanza di venti anni, la ricostruzione, svoltasi in tempi tutto sommato ragionevoli, si è dimostrata valida.
Si spera che anche per il sisma umbro-marchigiano-laziale-abruzzese del 2016 si possa avere un epilogo positivo, anche se la situazione ad oggi, rimane molto molto complessa e difficile.
"L’acqua è cambiata, prima del terremoto di Amatrice. Da marzo-aprile 2016 (la prima scossa è del 24 agosto), 7 sorgenti e un pozzo tra Sulmona e Popoli (a 70-100 chilometri dall’epicentro) si sono arricchite di ferro, vanadio e arsenico. Secondo i ricercatori questo dato potrebbe indicarci una strada per prevedere i terremoti."
"Prima del terremoto di Amatrice l'acqua è cambiata: si è arricchita di ferro, vanadio e arsenico. Da marzo-aprile 2016 (la prima scossa è del 24 agosto), riporta Repubblica, la loro concentrazione in sette sorgenti e un pozzo tra Sulmona e Popoli (a 70-100 chilometri dall' epicentro) è aumentata fino a venti volte. Anche l'acidità si è accentuata, così come l'anidride carbonica. E le alterazioni sono proseguite dopo la scossa principale. Il livello delle falde acquifere è cresciuto di alcune decine di centimetri e il cromo si è aggiunto al mix di elementi misurati nelle sorgenti. Ora, dopo un anno e 76mila scosse, i valori sono tornati normali.
Insomma, questa volta forse si può cominciare a parlare di "precursori sismici". "Una frontiera ancora lontana. Ma noi speriamo di aver fatto dei passi avanti per raggiungerla", scrivono su Nature Scientific Reports gli autori della Sapienza di Roma, del Cnr e dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. "La terra, prima di un terremoto, potrebbe mandarci dei segnali", spiega Andrea Billi dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr. "È possibile che nelle falde vicine alla superficie penetrino acque profonde, modificandone la composizione chimica".
Marino Domenico Barberio, un ragazzo all'inizio del dottorato alla Sapienza, ha deciso di studiare i pozzi di Sulmona. "Dal 2015 una volta al mese", racconta il professor Petitta, "ha fatto il giro delle sorgenti per prelevare i campioni". Le zone di monitoraggio sono state scelte per la loro storia sismica, senz'altro turbolenta. L' estensione dell' Appennino che ha causato la sequenza di Amatrice ha aperto nel sottosuolo delle fratture a circa 10 chilometri di profondità. "Nelle sorgenti idriche a 3-4 chilometri - spiega Petitta - si sono infiltrate acque profonde, più acide perché contenenti anidride carbonica e ricche di elementi vulcanici, idrotermali. Questi elementi però non sono validi per ogni luogo. Ogni sito potrebbe avere la sua impronta. L'unico modo per accertarlo è il monitoraggio di aree estese e per tempi lunghi"."
Peccato che le sorgenti erano a 70-100 km...praticamente alla prossima variazione del chimismo in una sorgente umbra facciamo evacuare tutti quelli che abitano tra Firenze e Campobasso
Ps. Ben vengano studi e ricerche, ci mancherebbe. Ma continuo a preferire di gran lunga la prevenzione, investendo in strutture e infrastrutture antisismiche. Sarebbe il caso di rendere obbligatori adeguamenti antisismici a tappeto in tutte le aree ad elevato e moderato rischio sismico (le prime 2 classi di zonazione su 4). Non succederà mai
Ultima modifica di menca92 il Mer 04 Ott, 2017 08:18, modificato 1 volta in totale
Menca, che pensi della storia dei terremoti "lenti" (sito Ingv)?
Non ne avevo sentito parlare con questa definizione e quindi mi sono letto qualcosa al volo.
Ci accennò qualcosa un paio di anni fa un professore si Geologia strutturale relativamente alla faglia Altotiberina (la stessa dell'articolo INGV) che insiste tra Perugia e Sansepolcro, su cui si imposta il corso del Tevere. Ci disse di questa grande faglia distensiva a basso angolo (LANF - Low Angle Normal Fault) in costante movimento ma con attività sismica molto bassa. Probabilmente la bassa sismicità, in questo caso, deriva dal fatto che lo scollamento principale delle faglia è su Anidriti, cioè su materiale "tenero".
Qui ci starebbe anche la similitudine con i processi di subduzione pacifica citati nell'articolo, in quel caso, il materiale è reso "tenero" dal calore del mantello.
Tuttavia, da come si legge nell'articolo INGV non è chiaro se una faglia che dà luogo a questi terremoti lenti possa improvvisamente dar luogo a sismi intensi e se fisicamente ne è in grado. Sicuramente è da studiarci su, visto anche la grande estensione della faglia Tiberina (M potenziale stimata M>7).
Menca, che pensi della storia dei terremoti "lenti" (sito Ingv)?
Non ne avevo sentito parlare con questa definizione e quindi mi sono letto qualcosa al volo.
Ci accennò qualcosa un paio di anni fa un professore si Geologia strutturale relativamente alla faglia Altotiberina (la stessa dell'articolo INGV) che insiste tra Perugia e Sansepolcro, su cui si imposta il corso del Tevere. Ci disse di questa grande faglia distensiva a basso angolo (LANF - Low Angle Normal Fault) in costante movimento ma con attività sismica molto bassa. Probabilmente la bassa sismicità, in questo caso, deriva dal fatto che lo scollamento principale delle faglia è su Anidriti, cioè su materiale "tenero".
Qui ci starebbe anche la similitudine con i processi di subduzione pacifica citati nell'articolo, in quel caso, il materiale è reso "tenero" dal calore del mantello.
Tuttavia, da come si legge nell'articolo INGV non è chiaro se una faglia che dà luogo a questi terremoti lenti possa improvvisamente dar luogo a sismi intensi e se fisicamente ne è in grado. Sicuramente è da studiarci su, visto anche la grande estensione della faglia Tiberina (M potenziale stimata M>7).
Giuste osservazioni, e in questo contesto può risultare utilissima l'osservazione satellitare dei movimenti del suolo, poiché, detta in maccheronico, laddove si noti una persistente pausa vuol dire che le rocce si sono, come dire, incagliate e si sta accumulando energia che potrebbe liberarsi improvvisamente con un sisma.
Non so se esita un monitoraggio in tal senso anche per la valle del Tevere... speriamo appunto che si muova lentamente e nel modo più uniforme possibile... ma chi lo può rilevare?
Menca, che pensi della storia dei terremoti "lenti" (sito Ingv)?
Non ne avevo sentito parlare con questa definizione e quindi mi sono letto qualcosa al volo.
Ci accennò qualcosa un paio di anni fa un professore si Geologia strutturale relativamente alla faglia Altotiberina (la stessa dell'articolo INGV) che insiste tra Perugia e Sansepolcro, su cui si imposta il corso del Tevere. Ci disse di questa grande faglia distensiva a basso angolo (LANF - Low Angle Normal Fault) in costante movimento ma con attività sismica molto bassa. Probabilmente la bassa sismicità, in questo caso, deriva dal fatto che lo scollamento principale delle faglia è su Anidriti, cioè su materiale "tenero".
Qui ci starebbe anche la similitudine con i processi di subduzione pacifica citati nell'articolo, in quel caso, il materiale è reso "tenero" dal calore del mantello.
Tuttavia, da come si legge nell'articolo INGV non è chiaro se una faglia che dà luogo a questi terremoti lenti possa improvvisamente dar luogo a sismi intensi e se fisicamente ne è in grado. Sicuramente è da studiarci su, visto anche la grande estensione della faglia Tiberina (M potenziale stimata M>7).
Giuste osservazioni, e in questo contesto può risultare utilissima l'osservazione satellitare dei movimenti del suolo, poiché, detta in maccheronico, laddove si noti una persistente pausa vuol dire che le rocce si sono, come dire, incagliate e si sta accumulando energia che potrebbe liberarsi improvvisamente con un sisma.
Non so se esita un monitoraggio in tal senso anche per la valle del Tevere... speriamo appunto che si muova lentamente e nel modo più uniforme possibile... ma chi lo può rilevare?
Tanto anche qualora fosse vero ciò, sicuramente sarebbe impossibile stabilire il giorno esatto di un eventuale sisma. Che facciamo, evacuiamo delle zone per un anno o due? Come dice Manca, l'unico vero criterio valido rimane la prevenzione...
Ricorre proprio oggi l'anniversario, ad un anno esatto , dal fortissimo terremoto che ha sconvolto le popolazioni del Centro Italia (epicentro a Norcia) .. purtroppo i ricordi sono ancora vivi e indelebili di quella domenica mattina del 30 Ottobre
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