Né ottimista né pessimista, semplicemente dicevo che, come anticipato nei giorni scorsi, meno è tipica la configurazione che prevedono i modelli, e più è difficile per loro individuarne le dinamiche e i fenomeni derivanti.
Idem per un meteorologo che fa molto affidamento sulla propria esperienza.
Il rischio è, infatti, che se una determinata situazione non è "nota", cioè se non si è verificata spesso, probabilmente è perché in soldoni non ha prodotto quello che veniva previsto.
In parole povere: se da noi tutti sappiamo che la neve arriva da W con il Rodano, da E con lo Stau... e non in molte altre situazioni (vedi scorrimento su cuscino freddo)... ci sarà un motivo?
Questo approccio semina enormi ed incertezze dubbi sulla previsione modellistica odierna e dei giorni scorsi e, di conseguenza, la previsione da essi ricavata ha poca validità (non a caso i modelli stanno man mano correggendosi verso un "ribasso" degli effetti fenomenologici).
"Noi" elogiamo tanto questi modelli, ma senza l'interpretazione di un esperto, nel senso di un conoscitore della materia con alle spalle una vera esperienza... siamo messi male.
Un Bernacca con i modelli ci avrebbe fatto a cazzotti, ma probabilmente dopo un primo conflittuale approccio avrebbe dato dei risultati superiori di chiunque altro (ho fatto il nome di Bernacca, come di un Baroni e di tutti i VERI meteorologi che sulle mappe di previsione ci mettevano molto del loro sapere).
Questo non esclude, quindi, che possano esserci delle belle sorprese, ma a mio avviso non possiamo fare fede su nessun modello!
