#1 marvel Dom 27 Ott, 2013 19:37
La tendenza è quella, l'estensione dei ghiacci delle calotte polari è in ripresa progressiva.
I ghiacci antartici stanno guadagnando tratti di mare anno dopo anno, superando, stagione dopo stagione, i confini massimi che l'uomo aveva individuato dalle prime osservazioni del continente freddo.
MAI prima d'ora i ghiacci avevano ricoperto il mare con tale caparbietà!
Ebbene, ora anche i ghiacci artici, prima in regressione, rimasti gli ultimi baluardi a testimoniare l'azione del Global Warming, (anche se le temperature hanno già smesso di crescere da ormai 15 anni), sembrerebbero aver dimostrato che l'inarrestabilità, il non ritorno, era una congettura bella e buona.
L'artico può tornare a crescere da un momento all'altro, senza condizionamenti, come ha dimostrato proprio quest'anno.
Una controtendenza che, se dovesse essere confermata per qualche anno, in 2-3 anni potrebbe ricostituire completamente sia l'estensione che lo spessore, anche quello del ghiaccio più vecchio della banchisa (che gli esperti sanno avere al massimo 5 anni).
L'Antartide fino ad ora veniva segnalata come un caso a sé, influenzata dalle correnti marine ed atmosferiche che l'avrebbero isolata dal resto del globo... Ma "stranamente", nel caso dell'Artico, sottoposto a correnti sfavorevoli ai ghiacci marini, nel 2011 e nell'annus horribilis 2012, oltre che nel 2007, tale configurazione sfavorevole non era stata segnalata dal mainstream... Ma adesso che l'Artico torna a ricoprirsi di ghiaccio ecco che le correnti marine ed atmosferiche (ora non più sfavorevoli) vengono tirate in ballo, non sfuggendo più all'osservazione del Club IPCC & Co. Ed ecco che adesso la crescita è imputata alle condizioni meteo e marine...
Comunque la situazione è cambiata e attualmente troviamo le due calotte in crescita "contemporanea".
Ogni km di mare ricoperto dal ghiaccio rappresenta un'importante quantità di calore respinto al mittente (Sole) grazie all'albedo.
Inoltre, negli ultimi anni, anche l'innevamento delle alte latitudini si è fatto precoce e sempre più esteso.
Certo, restano ancora fuori dalla tendenza i ghiacciai montani, ma non mi sorprenderei se presto l'inversione di rotta dovesse iniziare ad interessare anche quest'ultimo fronte.
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Ultima modifica di marvel il Dom 27 Ott, 2013 20:26, modificato 6 volte in totale
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#2 marvel Mer 30 Ott, 2013 20:04
da MeteoGiornale
Il FREDDO ARTICO accelera, anche Alert sotto i -30 gradi
Pubblicato da:
Massimo Aceti
30-10-2013 ore 11:33
L'Artico sta dando qualche segnale in controtendenza rispetto agli anni più recenti. Abbiamo visto come durante quest'ultima estate abbia ridotto la perdita di ghiaccio rispetto agli ultimi anni, pur rimanendo ampiamente sotto la media degli ultimi 30, stiamo vedendo ora un'accelerazione verso il freddo dell'area artica canadese.
Nelle ultime ore anche Alert (nella foto igloo ad Alert, fonte wikipedia) ha sfondato il muro dei -30°C, raggiungendo -30,6°C. Era dal 2008 che non scendeva sotto tale limite entro ottobre.
Nel frattempo Eureka è scesa a -37,2°C, ritoccando il proprio limite stagionale e quello di tutto l'emisfero nord, Summit esclusa. Si tratta del valore più basso raggiunto in ottobre dal 2000 (-37,6°C il 30 ottobre) e a 4,5°C dal record assoluto mensile (vedi nota a fondo articolo).
In Groenlandia torna sotto i -30°C Nord, mentre Summit risale sopra i -40°C.
In Siberia si allunga la lista di località che scendono sotto i -30°C e si allargano i territori interessati dal grande gelo.
Segnali di un prossimo inverno molto freddo anche in Europa? No, non bastano. Il freddo anticipato potrebbe indurre ad un precoce sviluppo dell'anticiclone termico russo-siberiano, ma non è l'unico elemento che condiziona gli inverni europei.
Nota: alle ore 12Z di oggi Eureka ha toccato -38°C, nuovo limite assoluto per ottobre negli anni 2000.
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#3 marvel Mer 30 Ott, 2013 20:16
da Climatemonitor
Ma quanto caldo fa al freddo?
di Guido Guidi
30/10/2013
Come ampiamente descritto anche sulle nostre pagine, qualche settimana fa il ghiaccio artico ha girato la boa del minimo stagionale, prendendo quindi nuovamente la via del congelamento. Quest’anno i media non si sono abbandonati ai soliti peana, quella disponibile era in effetti una ‘non notizia’ in termini di clima che cambia e cambia male, perché per diverse ragioni, non tutte note, si è sciolto molto meno ghiaccio di quanto se ne é sciolto nelle passate stagioni calde. Inoltre, altra ‘non notizia’ di questi giorni, il congelamento sta avvenendo molto in fretta, tanto che l’estensione del ghiaccio (figura sopra IARC-JAXA la fonte), è già quasi in linea con la media di riferimento.
E’ però chiaro che se una notizia non c’è qualcosa si deve pur fare per crearne una, per cui, dal flusso interminabile di pubblicazioni scientifiche in materia di clima che ormai ci sommerge, ecco spuntare un paper e un comunicato stampa dell’università che lo ha patrocinato che in modo piuttosto lapidario recitano:
CU-Boulder-led study shows unprecedented warmth in Arctic
Unprecedented recent summer warmth in Arctic Canada
Prima di proseguire rileviamo che tra il paper (sotto) e il comunicato stampa (sopra), l’Artico canadese diventa tutto l’Artico. D’altro canto, se nel paper si parla di dati di prossimità provenienti da una singola località, l’isola di Baffin, e li si può scientificamente ascrivere all’intera porzione di Artico occupata dal Canada, non vedo perché non si debba poi fare ancora meglio in sede di propaganda estendendo le conclusioni a tutto l’Artico. Il Polo Sud evidentemente è davvero troppo lontano, altrimenti ci sarebbe potuto rientrare alla grande anche lui.
Comunque, dai suddetti dati di prossimità, resti di vegetali per lo più, e con pratiche di datazione al Carbonio 14, gli studiosi hanno desunto che le temperature sperimentate da quella zona negli ultimi cento anni potrebbero non aver precedenti negli ultimi 120.000. Di più, sebbene il caldone sia per loro effettivamente iniziato ai primi del ’900, in realtà sono le ultime decadi a detenere il primato. Appunto, come opportunamente specificato, le decadi dell’aumento dei gas serra e del global warming ruggente.
Nell’usare con tanta sicumera il termine ‘unprecedented’, naturalmente, a nessuno è venuto in mente che se quelle piante sono state seppellite dal ghiaccio e dalla neve per tanti anni, conservando così gelosamente le informazioni necessarie alla datazione che altrimenti sarebbero svanite qualora il ghiaccio si fosse ritirato per un certo periodo e poi tornato, vuol dire che c’è stata un’epoca certificata da questa datazione, in cui a quelle latitudini, in quella baia e, perché no, in tutto l’Artico canadese o addirittura in tutto l’Artico, quelle piante hanno goduto di condizioni climatiche idonee al loro prosperare. Pare quindi che più che altro le piante dimostrino con la loro mera presenza e non già con sofisticate e attendibili (?) tecniche di datazione, che la faccenda ha invece dei precedenti piuttosto evidenti. E’ curioso come a menti tanto argute e capaci possa essere sfuggito questo particolare.
Le stesse menti che rilevando che per una ragione o per l’altra delle aree diversamente decisamente ostili alla vita possano tornare ad accoglierla, considerano questo fatto una iattura.
Ma veniamo all’isola di Buffin, teatro di questo evento così rappresentativo. Nel comunicato stampa leggiamo che il caldo vero è arrivato solo nelle ultime decadi, almeno così dicono i dati impiegati nel paper. Tra questi, ancora molto curiosamente, forse non compare la serie storica delle temperature dell’isola, che il GISS della NASA rende però liberamente disponibile.
Un bel trend piatto per gli ultimi 50 anni. Almeno in estate, quella appunto presa in considerazione nello studio. Ora, il ghiaccio nella zona starà pure venendo meno, almeno questo è quello che è successo ultimamente e non è detto che a breve la musica non cambi ancora, visto per esempio il ‘fresco’ che ha fatto anche lì negli anni ’70, ma non so fino a che punto possa essere un problema di temperature o di assenza di precipitazioni. Quand’anche fosse, però, sarebbe comunque facile trovare anche per questo aspetto una bella spiegazione orientata al clima che cambia per cause antropiche, appunto la spiegazione buona per tutto.
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#4 marvel Ven 27 Dic, 2013 17:10
Aggiornamento:
nei mesi scorsi si è parlato del grande recupero dei ghiacci artici in estensione, oggi sono usciti anche i dati rilevati dal satellite Cryosat ed ecco le sorprese:
il satellite, i cui sensori sono in grado di misurare anche lo spessore della banchisa, oltre a confermare la forte ripresa in estensione, indicano che è aumentato anche il volume del ghiacci, specialmente di quello pluriennale di almeno 1/3 rispetto all'anno scorso.
Che dire, un bel recupero... speriamo solo che sia il primo di una lunga serie.
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#5 Boba Fett Dom 29 Dic, 2013 14:08
E quella nave rimasta bloccata dal pack estivo in antartide?
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#6 marvel Dom 29 Dic, 2013 17:54
E quella nave rimasta bloccata dal pack estivo in antartide? 
Si, ho sentito sui Tg.
Quest'anno tra Artico ed Antartide sono rimaste incastrate una marea di navi... sorprese, probabilmente, dalla controtendenza (anche di controtendenza si può parlare solo del,'Artico, visto che in Antartide è da un pezzo che il ghiaccio è in crescita record).
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