
I modelli sono tutte semplificazioni del complicatissimo campo di calcolo della nostra atmosfera, ed è quindi inevitabile assistere a svarioni che lasciano spesso con un senso di amarezza, soprattutto quando sono previste ondate di freddo intenso sulla nostra Penisola che vengono poi puntualmente smentite.
Al "processo" ai modelli matematici, spesso l'imputato numero uno è stato proprio ECMWF, modello europeo prestigioso ma anche costoso, finanziato dai soldi della Comunità Europea, e che spesso vende i propri prodotti a caro prezzo, mentre, ad esempio, il modello americano GFS viene distribuito gratuitamente con i suoi dati disponibili su internet.
In realtà questa fama di inattendibilità sul lungo termine non è meritata, come dimostra il grafico in allegato.
Si tratta delle previsioni a 6 giorni (144 ore), verificate lungo il periodo compreso tra il 26 marzo ed il 24 aprile, per la latitudine nord compresa tra i 20 e gli 80° (in pratica la fascia che va dal Tropico al Polo).
Notiamo che, di tutti i modelli, le migliori performance a 6 giorni sono risultate proprio quelle di ECMWF, con un coefficiente di correlazione pari a 0,814 (in questa scala 1,000 rappresenta la perfezione).
Al secondo posto si issa UKMO, con una correlazione di 0,781, mentre GFS00 si pone solamente al terzo posto, con una correlazione piuttosto bassa di 0,764, superiore solo al canadese GEM (0,743), e NGP, che ha una correlazione di soli 0,714.
Insomma, nessun modello raggiunge la perfezione a 144 ore di distanza, anzi, le previsione presentano una percentuale di fallimento abbastanza elevata, ma tra tutti i modelli matematici disponibili, ECMWF è quello che garantisce comunque le performance migliori.
Il grafico in alto mostra le performance modellistiche a 6 giorni dell'ultimo mese. Con la linea rossa, il modello ECMWF, con quella nera il run 00 di GFS.
Da meteogiornale.it