Una fornace di un impianto di trattamento delle scorie nucleari Centraco, a Marcoule (Gard) è esplosa alle 11,45. Secondo i vigili del fuoco ci sarebbero un morto e quattro feriti, di cui uno grave. Le forze dell'ordine hanno transennato la zona. Non è ancora chiaro quanto grave sia l'incidente e se esista un rischio di fuga di radiazioni. L'agenzia per la sicurezza nucleare (Asn) ha fatto sapere che al momento non ci sono fughe radioattive. Il reattore di Marcoule è in parte usato dalla Areva per produrre un combustibile che ricicla plutonio dalle armi nucleari.
LE VITTIME - La regione del Gard si trova nella Francia del Sud, non lontano da Avignone e da Nimes. Torino si trova solo a 257 chilometri, Ventimiglia 242 km. Secondo quanto riporta il sito di Midi Libre la vittima è un uomo il cui corpo è stato ritrovato «carbonizzato». Il ferito grave è stato trasferito in elicottero all'ospedale di Montpellier. Le altre persone ferite in modo più leggero sono state invece ricoverate all'ospedale di Bagnols-sur-Ceze. Un imponente schieramento di pompieri e polizia è presente sul posto.
DOVE SI TROVA - L'impianto di Marcoule ha ospitato la prima centrale nucleare in Francia, con i primi reattori per uso militare finalizzati a costruire la bomba atomica, ma ora è stato per lo più riconvertito a impianto di trattamento delle scorie: si trova presso Chusclan, nella regione Linguadoca-Rossiglione, a nord di Nimes ed Aix-en-Provence, e a circa 200 km dal confine con l'Italia. L'impianto è vicino al fiume Rodano e alle città di Orange e Avignone. Il dipartimento è quello di Gard che ha per capoluogo Nimes.
LA STORIA - La centrale possiede 3 reattori Ungg (una versione francese del Magnox inglese) da 79 MW totali. È stata la prima centrale nucleare francese, nello stesso sito esiste anche un altro reattore (il Nø1) costruito dal 1955 al 1956 da soli 2 MW e non utilizzato per la produzione elettrica. La centrale fa parte del più ampio sito nucleare Marcoule, un'istallazione industriale gestita da Areva e dal Cea. A Marcoule furono costruiti i reattori nucleari a uso militare per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese.
PROTEZIONE CIVILE - Intanto il dipartimento della Protezione civile è in contatto con l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e con i vigili del fuoco per monitorare e verificare gli eventuali rischi per l'Italia. Per ora, fanno sapere al Dipartimento, le informazioni arrivate dalla Francia non parlano di dispersioni radioattive. I vigili del fuoco hanno una rete di rilevamento della radioattività attiva sul territorio nazionale, pronta a segnalare anomalie.
Fonte: Corriere.it

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