A suffragio di questa tesi, chi con toni più pacati e dubbiosi, chi con tesi più nette e sicure; è la maggioranza del pensiero scientifico, alla quale si contrappone una schiera, in confronto piccola, di scienziati, spesso indipendenti (liberi/oggettivi?), che vengono tacciati di negazionismo, quando va bene, fino ad essere addirittura additati come criminali; perché negano il pensiero scientifico dominante, e minano la credibilità di tali teorie facendo grave danno (?)
A questa serie sempre maggiore di allarmismi, fanno da cassa di risonanza i mass media, spesso con terminologia inadatta e ancor peggio, con argomentazioni che, oltre ad essere spesso false, di scientifico hanno davvero poco; generando confusione e allerta nell'opinione pubblica, nonché la nascita di un pensiero ormai comune, cioè che qualsiasi tipo di fenomeno atmosferico, anche il più comune, sia da imputare al cambiamento climatico/riscaldamento globale. E allora i temporali diventano bombe d'acqua, i periodi anticiclonici diventano preludio alla carestia, le ondate di caldo diventano gironi danteschi, le piogge abbondanti diventano tropicalizzazione del clima, i fenomeni più intensi diventano estremizzazione del clima e addirittura le fasi fredde o gelide diventano figlie del climate change antropico che fa impazzire il tempo.
Tutto ciò è assolutamente ridicolo per chi ha un minimo di conoscenze, ma pericoloso, perché forma un'opinione
pubblica sbagliata facendo leva sulla paura, metodo utilizzato storicamente dai regimi, e che non ha nulla a che vedere ne con la scienza ne con l'informazione.
Partiamo dalle basi; il sistema climatico è qualcosa di estremamente complesso, innumerevoli sono i fattori che lo influenzano e per gran parte ci sono ancora oscuri (già questo è un fattore che tende a depotenziare decisamente gli argomenti pro AGW, che pretendono invece di conoscere talmente bene il sistema da poterne proiettare con certezza il destino futuro). L'equilibrio termico terrestre si regge su fattori di assorbimento, mantenimento e rilascio della radiazione solare. Innanzi tutto la giusta distanza dal sole e la giusta velocità di rotazione ci aiuta a mantenere il giusto equilibrio, ma sappiamo bene che se non ci fosse il cosiddetto effetto serra, la terra sarebbe una palla ghiacciata inanimata, e al contrario se esso fosse eccessivo sarebbe una palla infuocata (vedi Venere).
Ma da cosa è dato l'effetto serra? Principalmente dalla CO2 a quanto fanno trasparire superficialmente certe teorie. Sbagliatissimo!


Il pianeta assorbe il 70% della radiazione solare incidente. Il 3% viene assorbito dalla stratosfera. Del restante 67% a livello troposferico il bilancio di trattenimento della radiazione solare dipende principalmente dalla superficie terrestre, 50%; il rimanente 17% dall'effetto serra.
Di questo 17% il 13% di trattenimento dipende dal vapor acqueo, il 3% dalle nubi, l'1% se lo dividono in parti simili O, O3, CO2...
Come si evidenzia inoltre il sistema di trattenimento da effetto serra è efficientissimo; di 110 unità di flussi radiativi ad onda lunga emessi dal terreno, 100 vengono trattenute; in un bilancio dove la CO2 "pesa" per lo 0,3-0,4%, e dove già il 92% dell'energia viene trattenuta, quanto può incidere un suo aumento?
Ma la termodinamica terrestre passa attraverso altri fattori molto più incidenti rispetto alla CO2.
Se l'acqua in libera atmosfera ha un ruolo importantissimo, gli oceani lo hanno quasi altrettanto, anche se per la scienza rappresentano ancora una grande incognita. Infatti, oltre ad avere una enorme capacità di assorbimento e trasformazione della CO2 è molto difficile riuscire a capire come funziona il sistema di trattenimento e rilascio di calore di queste immense distese d'acqua. Si parla di sistemi di trattenimento e rilascio e di scambi di calore tra acque profonde e strati superficiali addirittura plurisecolari(!!!). Ne va da se che in un sistema in cui gli oceani hanno una enorme incidenza, se non se ne conosce per gran parte la termodinamica, qualsiasi tipo di proiezione sul sistema stesso diventa poco attendibile.
Altro fattore di enorme incidenza è l'albedo, enormemente superiore alla CO2. L'albedo terrestre media e di 34-36%, in un sistema che vede il 50% della radiazione assorbita dalla superficie terrestre... Capite da soli quanto possa cambiare un suo incremento o decremento.
Da questa rapida carrellata la così apparentemente temibile forzante antropica ne esce piuttosto ridimensionata, o perlomeno quella da CO2 sbandierata ai quattro venti.
Nessuno nega che sia in atto (meno di quanto venga fatto credere) un riscaldamento globale. Ma una cosa che non viene mai o quasi detta, è che ne veniamo dal periodo più freddo di tutto l'Olocene, e che durante l'optimum olocenico la temperatura globale era ben più alta di quella attuale. Tanto più alta che nel periodo estivo i ghiacci artici marini sparivano completamente, tanto più alta che i ghiacciai montani erano molto meno estesi di ora e in alcune aree assenti, come erano assenti i ghiacciai islandesi; tanto più caldo che le coste settentrionali della Groenlandia, ora sotto metri di ghiaccio, venivano erose dal moto ondoso; tanto più caldo che le coltivazioni, anche se allora l'uomo era privo dell'evoluzione tecnica attuale, veniva effettuate a latitudini estremamente settentrionali. Ne va da se che, venendo da un periodo freddo che si è concluso solo all'inizio del secolo scorso, e che avendo una variabilità climatica naturale che riesce a spingere le temperature ben più in alto di quelle attuali, un incremento termico in questo periodo storico può tranquillamente rientrare nella normalità.

L'estremizzazione del clima poi è un'altra bufala completa, insieme a quella sulla desertificazione e le siccità sempre più devastanti.
Non c'è trend di crescita ne in numero, ne in intensità, nei fenomeni estremi locali (tornado, temporali) e in quelli a larga scala (cicloni tropicali e extratropicali). La desertificazione si estende solo nelle aree a sfruttamento intensivo dei suoli o con l'abbattimento delle foreste, quindi non ha cause climatiche; e inoltre è in atto un cosiddetto "global greening"; con aree desertiche (anche il Sahara) che si stanno rianimando per apporti pluviometrici in incremento. Altra ottima notizia e l'incremento deciso della produzione agricola, grazie proprio alle temperature più elevate che estendono le aree in cui è possibile la coltivazione; cosa assolutamente necessaria vista la popolazione in continuo aumento, e grazie anche, guarda un po', alla CO2 che aumentando rende più efficiente il ciclo vegetativo (destino beffardo).
Hanno anche provato ad impietosirci con scene degli orsi polari morenti, peccato, per chi li voleva in via di estinzione, che la popolazione degli orsi polari è aumentata di 4 volte dalla fine degli anni '60...





Per non parlare di come abbiano fallito tutte le simulazioni modellistiche delle quali IPCC e compagnia "bella" si sono serviti per lanciare l'allarme di una terra che presto sarebbe stata bollente.
Come sono fallite le proiezioni sull'imminente scomparsa dei ghiacci artici, che sarebbero dovuti sparire da ormai 10 anni.

Tutto fa parte di una politica socio-economica che ha permesso di fare arricchire le multinazionali delle rinnovabili e chi le supporta; senza finora alcun tipo di beneficio per l'ambiente. La maggior parte degli scienziati e delle riviste scientifiche che si occupano dell'argomento sbarcano il lunario grazie a finanziamenti che arrivano da coloro che guadagnano miliardi dalle politiche pro AGW, di conseguenza non possono che avvallarle, magari alcuni con la piccola speranza che, ad ogni modo, anche se attraverso falsità, si faccia veramente qualcosa di concreto per l'ambiente. Tutto a discapito di noi contribuenti, che veniamo impoveriti dal continuo incremento della spesa per le risorse energetiche, senza averne benefici.
Una cosa altrettanto irritante è che viene puntato il dito verso la CO2, quando sarebbero ben altre le emergenze ambientali, e non si fa assolutamente nulla di veramente incisivo per fermarle; ma si sa, queste non recherebbero profitto alcuno... Quindi intanto continuiamo a distruggere l'ambiente, e intanto si usa la CO2 come specchietto per le allodole ambientaliste e per produrre consenso nell'opinione pubblica, facendoci credere che riducendo le emissioni risolveremo tutti i mali del mondo, e mettono in pace le coscienze, ma purtroppo non è cosi.
Sarei il primo a voler rinunciare ai combustibili fossili se ci fossero alternative energetiche veramente valide e che salvaguardino davvero l'ambiente, ma per ora non se ne vedono; e le politiche presenti e future non hanno che indebolito e reso più fragile una classe media già in piena difficoltà. Per non parlare delle difficoltà arrecate ai paesi in via di sviluppo. Il male di molti per il bene di pochi, purtroppo, come da sempre e sempre di più.
Spero di non annoiarvi con queste mie riflessioni, e spero di aver fatto cosa gradita almeno ad alcuni.
