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Messaggio Il Met Office toppata dopo toppata è al capolinea?

#1  marvel Dom 26 Dic, 2010 21:45

Bellissimo articolo di www.climatemonitor.it      

Urla il vento, soffia la bufera, il Met Office sogna la primavera
Scritto da admin2 il 26 - dicembre - 2010

Urla il vento soffia la bufera, mi par di vederli gli amici del Met Office, alle prese con l’inverno del secolo che segue ad un altro inverno del secolo, caduti nel bel mezzo di quella che pensavano fosse una tendenza a inverni sempre più caldi e benigni.

Non è solo meteorologica la bufera che si sta abbattendo sulla loro istituzione, è anche e soprattutto d’opinione. Già la scorsa estate con quello che doveva essere un periodo torrido rivelatosi fresco e piovoso come in poche altre occasioni, il network nazionale BBC aveva minacciato di dar loro il benservito. Ora il problema appare più grave, perché le critiche e le polemiche stanno assumendo dimensioni internazionali. E non credo si tratti di ingerenza, perché il Met Office è, di fatto, uno dei punti di riferimento del panorama meteorologico e climatico mondiale.

A scriverne è James Dillingpole, scrittore e opinionista con gran seguito, uno che difficilmente commette errori nelle sue analisi. Cosa dobbiamo farcene -egli dice- di una struttura che costa centinaia di milioni di sterline all’anno, se poi non è in grado di fornire delle informazioni utili in situazioni limite come quella che stiamo vivendo con l’anticipo con cui le forniscono ad un costo infinitamente più basso altri soggetti rivelatisi più attendibili?

Una bella mazzata, non c’è che dire, specialmente in tempi di magra come questi. Beh, Dillingpole ha torto e ragione allo stesso tempo, ecco perché.

Ha torto perché senza strutture nazionali che curano, organizzano e gestiscono la filiera dell’informazione meteorologica e climatica, dall’origine del dato allo scambio, post-elaborazione e analisi dello stesso, nessun altro soggetto sarebbe in grado di dire alcunché, perché nessuno fa analisi e previsioni con la palla di vetro (cioè qualcuno sì ma quelli non contano), tutti invece fanno affidamento sull’enorme mole di informazioni oggi più o meno liberamente disponibili che proprio strutture come il Met Office contribuiscono ad alimentare.

Ha ragione perché il Met Office, purtroppo, ha sposato da qualche anno la causa del riscaldamento globale senza se e senza ma. La sua articolazione di ricerca sul clima, l’Hadley Centre, è stata coinvolta nelle polemiche del climategate, altra burrasca che ha lasciato non pochi dubbi nel sentire comune, e se questi dubbi non sono emersi nell’ultima adunata climatica mondiale come abbiamo letto qualche giorno da chi ne ha fatto l’esegesi, è solo perché a quella adunata quelli con i dubbi non sono stati invitati, tanto per cambiare. Sul sito Internet del Met Office, ci sono pagine e pagine di divulgazione e spiegazione del climate change, ma non c’è l’ombra del benché minimo scetticismo, anzi, non passa giorno senza che uno dei suoi rappresentanti faccia una dichiarazione in chiave global warming e relative conseguenze o nuove, incontrovertibili evidenze. Tra queste, reiterate previsioni di medio periodo sulle stagioni, sempre più miti gli inverni, sempre più calde le estati, bontà loro. Il capo del Met Office, Robert Napier, ha un passato e un presente di attivismo in associazioni climatico-ambientaliste completamente appiattite sui temi del disastro climatico, la maggior parte delle quali è nata, esiste, e continuerà ad esistere solo perché esiste questo presunto problema.

Insomma, impegnati com’erano nelle fasi salienti del summit di Cancun a dire a tutto il mondo che questo sarebbe “forse” stato l’anno più caldo di sempre, pare proprio che abbiano trascurato di far sapere ai loro clienti e incidentalmente anche datori di lavoro, i cittadini inglesi, che il paese sarebbe stato sepolto dalla neve e messo in ginocchio per il terzo anno di fila. Così Viky Pope, a capo del settore climate change del Met Office appena tre settimane fa: “ Stiamo iniziando a vedere una serie di inverni meno freddi e più ondate di calore in Gran Bretagna, fenomeni che possiamo collegare al riscaldamento globale“. Come inizio della serie di mild winters non c’è male, in effetti.

Sarà per questo che proprio dal Met Office si giudicavano azzardati gli investimenti negli sport invernali in Scozia in quanto la neve sarebbe divenuta soltanto un ricordo. Giusto, li dovevano fare in Cornovaglia quegli investimenti! E, come questa, si contano a iosa le dichiarazioni sempre più condizionate dalle presunte malefatte del riscaldamento globale e delle sue origini antropiche.

E così giù a sfornare analisi, proiezioni, simulazioni, tutte nella direzione del caldo sempre più caldo, tutte incredibilmente scollate dalla realtà di quello che succede, in una specie di dissonanza cognitiva, che impedisce di prendere atto di cose evidenti, impegnati come si è a cercare di dimostrare la propria tesi. L’utima poi è stupenda. Non fa caldo anzi fa freddo? E’ colpa del global warming, dello scioglimento dei ghiacci etc etc, nella più classica trasposizione nella realtà del concetto di climate disruption, l’ultima moda del catastrofismo benpensante. Un esempio, Science Daily nel 1999 e la Royal Meteorological Society oggi, ma per capire quanto in realtà non sappiano veramente che pesci prendere basta ricordare che dopo l’ondata di freddo e neve dell’anno scorso, dissero che eventi del genere avevano tempi di ritorno centenari. E’ vero, quello di quest’anno è stato peggio. E qualcuno ha ancora il coraggio di dire che la scienza del clima è “settled”, guarda caso proprio quelli che forniscono le “Scientifical basis” al Working Group 1 dell’IPCC. La realtà è che queste proiezioni si possono fare con qualche speranza di successo (qualche) solo con un approccio fenomenologico, perché se le chiedi ai modelli numerici, con il bias da global warming con cui sono stati pensati, l’insuccesso e il pubblico ludibrio sono il minimo che possa capitare.

E’ dunque in questo approccio che trovano agio gli “esperti” che secondo Dillingpole sono più attendibili. Infatti, vuoi per dichiarato scetticismo, vuoi per l’essere svincolati dal pensiero unico del clima, prigioniero di tecniche e sistemi di prognosi ben lungi dall’aver dimostrato la loro efficacia, essi hanno colto il senso dell’evoluzione del clima di questi ultimi anni. Un’evoluzione che, con il Sole in quiete, piaccia o no, sia o no condizionata dal fattore antropico, comunque non va nella direzione indicata dal mainstream scientifico con le sue faraoniche risorse. E questo vale in special modo per l’emisfero nord e le sue terre emerse, dove, scusate se è poco, vive una dicreta parte della popolazione mondiale.

Sì, clima, non tempo atmosferico, perché quando per tre anni di fila il vortice polare stratosferico traballa, il fronte polare scende di latitudine e la neve copre gran parte di quello che c’è sopra il 50° parallelo, si parla di clima e non di tempo, e tantomeno di fenomeni locali. Questa estate ha fatto caldo, molto caldo in Russia. Bene, c’era la fila per fare dichiarazioni sugli effetti del riscaldamento globale. Beh, se l’attuale anomalia fredda avesse avuto lo stesso segno saremmo stati sommersi di frasi tipo, ve l’avevamo detto, il global warming è peggio che mai, non c’è più tempo etc etc.

Ma facciamola più semplice, ammettiamo che sia così, che si tratti “solo” di tempo atmosferico. La gente ci lascia la pelle lo stesso, i paesi si fermano, cala la produttività, insomma, è comunque un bel problema. Per cui si suppone che chi ci lavora su lo faccia libero da condizionamenti di ogni sorta, politici, ideologici, economici o tutte queste cose insieme, magari riuscendo così a coglierne l’occorrenza.

Dobbiamo pensare che i potenti della terra riunitisi in Spagna per il Bildeberg meeting in giugno ne sappiano di tempo e clima più del Met Office? E perché avevano in agenda il global cooling? Sarà mica perché è vero, nonostante i super calcolatori dicano il contrario?
 




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Messaggio Re: Il Met Office Toppata Dopo Toppata è Al Capolinea?

#2  Pigimeteo Dom 26 Dic, 2010 22:26

Molto interessante!        
 




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Messaggio Re: Il Met Office Toppata Dopo Toppata è Al Capolinea?

#3  Boba Fett Lun 27 Dic, 2010 16:21

marvel ha scritto: [Visualizza Messaggio]
L’utima poi è stupenda. Non fa caldo anzi fa freddo? E’ colpa del global warming, dello scioglimento dei ghiacci etc etc


Non è proprio l'ultima, eh?  

 
 



 
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Messaggio Re: Il Met Office Toppata Dopo Toppata è Al Capolinea?

#4  mondosasha Lun 27 Dic, 2010 18:10

Ma perchè non si trasferiscono in Italia e ci fanno delle belle stagionali per noi....magari...chissà.....
 




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