#16 burjan Sab 27 Set, 2008 22:43
10. 1990: IL DISASTRO E' DIETRO L'ANGOLO, MA NESSUNO CI CREDE.
Siamo ormai alle porte del dramma. Gli ingredienti per la miscela esplosiva ci sono tutti. Nel gennaio 1990 la Lega dei Comunisti Jugoslavi, il collante ideologico del paese, si è dissolto. Sloveni e Croati hanno abbandonato il Congresso; nelle due repubbliche del nord viene dichiarata la fine del monopartitismo comunista.
Finita l'ideologia, le riforme economiche di Marković hanno definitivamente convinto tutti che neanche l'interesse tiene insieme la grande famiglia degli slavi del Sud, dove gli uni inseguono il miraggio dell'Europa ricca e gli altri guardano al passato più tenebroso.
Dipanare il filo degli avvenimenti, sempre più convulsi, drammatici e complessi, diventa difficile. In casi come questo, ci aiuta il metodo cronologico. Cercheremo di far riandare la memoria a quei giorni, accompagnando i crudi fatti con schede e documenti, con filmati d'epoca, con interviste a sorpresa. Questa è una storia in gran parte ancora da scrivere.
3 febbraio 1990: I comunisti sloveni decidono di cambiare nome al loro partito, che diventa il Partito del Rinnovamento Democratico.
3 marzo 1990: la Slovenia vota una serie di emendamenti costituzionali, che sanciscono l'autonomia economica della Repubblica ed il suo diritto a regolare da sola i rapporti col resto della Jugoslavia.
8-12 aprile: prime elezioni democratiche in Slovenia. L'opposizione di centro-destra, il Demos, ottiene a sorpresa la maggioranza dei seggi in Parlamento ( Ždravni Zbor), mentre Milan Kučan diventa Presidente della Repubblica.
Maggio 1990: Clamoroso esito delle prime elezioni democratiche in Croazia. L'Hdz (Comunità democratica Croata)
, fondato dall'ultranazionalista ex generale Franjo Tudjman, batte gli ex comunisti guidati da Ivica Račan. Lo stesso Tudjman viene eletto presidente. Nella campagna elettorale avranno un peso determinante i fondi (si parla di quattro milioni di dollari) elargiti dall'emigrazione croata negli USA, soprattutto proveniente dall'Erzegovina. La Chiesa Cattolica spiegherà tutta la sua influenza per far vincere l'Hdz, che si riallaccia esplicitamente al movimento ustascia e lancia la parola d'ordine dell'unità di tutti i croati, anche a danno della Bosnia, con un atteggiamento ostile nei confronti della minoranza serba delle Krajine. Al suo insediamento, Tudjman inaugurerà il nuovo stemma croato: la šahovnica, la scacchiera dei tempi di Pavelić. Ce n'è abbastanza per allarmare i serbi e alimentare il corrispondente nazionalismo di Milosevic.
Ecco un video su quei giorni della vittoria di Tudjman e sui primi scontri in Krajina
http://it.youtube.com/watch?v=kw-sJAbtKQw
e questa è la nuova bandiera croata.
Agosto 1990: I serbi della Krajina annunciano un referendum unilaterale sull'autonomia delle aree da loro abitate. Il governo di Zagabria lo impedisce con la forza. I serbi innalzano le prime barricate, per ora non ci sono episodi di violenza.
4 ottobre 1990: Slovenia e Croazia presentano una proposta comune di confederazione, basata sul rispetto dei diritti umani, sull'economia di mercato e sul pluralismo. Il presidente di turno della federazione, il serbo Jovic,
risponde con quella di una federazione governata da un forte potere centrale.
23 dicembre 1990: l'88,2% degli elettori sloveni dicono SI al referendum, in cui si propone di creare una Slovenia sovrana e indipendente, dentro la Jugoslavia o al di fuori di essa.
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
Ultima modifica di burjan il Gio 26 Mag, 2011 22:54, modificato 1 volta in totale
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#17 burjan Lun 13 Ott, 2008 23:47
11. 1991. LE GUERRE DI SLOVENIA E DI CROAZIA.
Cronologia degli avvenimenti:
22 febbraio: il parlamento di Zagabria adotta la risoluzione sulla dissoluzione della Jugoslavia, proposta dalla vicina Slovenia.
3 Marzo: i serbi di Pakrac, in Croazia, occupano alcuni edifici pubblici, si impossessano di armi ed ingaggiano i territoriali croati.
16 marzo: si sfascia la presidenza federale. Tutti si dimettono da tutto, Milosevic dichiara la Serbia indipendente.
30 marzo: a Plitvice scontri tra la polizia croata e i serbi di Krajina davanti a centinaia di turisti. Ci si contende la gestione del Parco Nazionale.
http://it.youtube.com/watch?v=wFeMiHjRnf8
2 maggio. Massacro di 12 poliziotti croati a Borovo Selo, nella Slavonia orientale, da parte di estremisti serbi.
10 maggio: l'Assemblea federale jugoslava si scioglie.
12 maggio: un referendum autogestito dichiara l'indipendenza della Krajina serba dalla Croazia.
15 maggio: la Serbia rifiuta il presidente federale di turno, il croato Stipe Mesic.
19 maggio: un referendum sancisce l'indipendenza della Croazia.
25 giugno: Slovenia e Croazia proclamano la propria indipendenza.
http://it.youtube.com/watch?v=g_p8mY1QIdU
26 giugno: L'esercito federale (JNA) prende possesso dei posti di frontiera sloveni verso Austria e Italia.
26 giugno - 8 luglio. Guerra dei Dieci Giorni fra esercito federale jugoslavo e milizie territoriali slovene. Solo 70 i morti, ma grande l'emozione in tutto il mondo. I combattimenti sono molto frammentati, concentrati sui posti di frontiera: desta sensazione l'attacco dei Mig federali sugli arereoporti di Lubiana e Maribor. I goriziani assistono allo "spettacolo" della guerra dall'altra parte della strada.
http://it.youtube.com/watch?v=HyMoLTg9bpo&feature=related
1° luglio. Grazie alla mediazione U.E., Stipe Mesic è eletto presidente federale.
2 luglio. Il generale Adžić, capo di stato maggiore federale, dichiara lo stato di guerra con la Slovenia. Il suo minaccioso discorso alla tv sembra preludere ad un golpe filojugoslavista e di restaurazione comunista, che viene di fatto impedito da Milosevic.
8 luglio. Compromesso di Brioni, raggiunto grazie alla mediazione U.E. Si firmano un cessate il fuoco e una moratoria di tre mesi sull'indipendenza di Slovenia e Croazia. Inizia il ritiro federale dalla Slovenia. Vengono inviati osservatori U.E.
Agosto. Si intensificano gli scontri interetnici nella Slavonia orientale e nella Krajina. La JNA prende regolarmente posizione in favore dei serbi.
19 agosto. La JNA comincia a bombardare Vukovar, primo centro croato dopo il confine con la Serbia. Una poderosa formazione corazzata parte da Belgrado e si dirige verso la città, difesa dagli estremisti ustascia del Partito croato del diritto (Hos). Inizia un feroce assedio, che avrà termine solo il 17 novembre con la conquista federale della città. Almeno 1700 paramilitari croati e migliaia di soldati federali rimangono uccisi. La città è rasa al suolo. Inimmaginabili le atrocità.
http://it.youtube.com/watch?v=BEY0B_cCnD8&feature=related
7 settembre. Cominciano i negoziati di pace all'Aja, sotto la presidenza di Lord Carrington.
8 settembre. Referendum ed indipendenza della Macedonia.
12 settembre. Il presidente federale Mesic ordina alla JNA di evacuare le caserme in Croazia. L'ordine non viene eseguito.
25 settembre. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU vota l'embargo sulle forniture di armi alla Jugoslavia. Chi ci rimette sono sloveni e croati, mentre la JNA di armi ne ha fin troppe.
2 ottobre. JNA e paramilitari montenegrini iniziano l'attacco alla città croata di Dubrovnik, la perla dell'Adriatico. Comincia l'assedio. I villaggi dei dintorni sono distrutti. Combattimenti anche nei dintorni di Zara e Sebenico.
http://it.youtube.com/watch?v=LYT_AD6o3YI
7 ottobre. I Mig federali bombardano Zagabria. Da alcune settimane i croati rifiutano di rifornire di cibo le caserme federali ancora presidiate. Colpito anche il palazzo presidenziale.
8 ottobre. Scade la moratoria di 3 mesi firmata a Brioni. Slovenia e Croazia sono definitivamente indipendenti.
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#18 burjan Lun 17 Nov, 2008 23:26
In attesa di riprendere il topic, dopo i fuochi d'artificio della meteo, una gradevolissima pausa.
http://www.repubblica.it/2006/08/ga...y-croato/1.html
Per ricordarci che i Balcani sono anche caratterizzati da una bella gioventù.
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#19 Fili Lun 17 Nov, 2008 23:30
 mi sembrava troppo serio sto Topic infatti
-
-
Guru Socio Ordinario
-
- Utente #: 343
- Registrato: 17 Dic 2007
- Età: 42
- Messaggi: 38643
-
5405 Punti
- Preferenza Meteo: Indifferente
- Stazione Meteo: Davis Vantage Pro2
- Località: Foligno V.le Firenze 225m s.l.m.
-
#20 burjan Gio 27 Ago, 2009 17:58
Chissà, prima o poi riuscirò a finire questo topic... il problema è che avevo cominciato troppo bene, e adesso mi scoccia tirare a chiudere in fretta. Intanto, un pò di attualità.
SARAJEVO - Si aprono le porte del carcere per altri due presunti criminali di guerra serbo-bosniaci. Petar Civcic, 39 anni, e Branko Topola, 41, sono stati arrestati oggi a Prijedor, nel nord ovest della Bosnia. Sono sospettati di aver partecipato al massacro, da parte del "plotone d'intervento" della polizia di Prijedor, di oltre duecento uomini, musulmani e croati, fucilati il 21 agosto 1992 sull'orlo di un burrone profondo 70 metri a Koricanske Stijene, sul monte Vlasic, in Bosnia centrale. Per questo crimine di guerra altri nove poliziotti di Prijedor sono sotto processo davanti al tribunale di Sarajevo, mentre Darko Mrdja, che ha confessato di aver partecipato attivamente al massacro, e' stato condannato, nel 2004, a 17 anni di reclusione dal Tribunale internazionale dell'Aja. (RCD)
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#21 burjan Dom 06 Set, 2009 15:31
Le vicende della guerra balcanica continuano a sollecitare l'immaginario collettivo. Guardate chi vince il Campiello quest'anno...
http://www.corriere.it/cultura/09_s...44f02aabc.shtml
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#23 burjan Lun 07 Set, 2009 23:14
Se lo dice lui.....
(ANSA) - BELGRADO, 21 AGO - Radovan Karadzic, l'ex leader dei serbo-bosniaci sotto processo per crimini di guerra al Tribunale penale dell'Aja (Tpi), ha accusato le potenze occidentali di aver provocato la dissoluzione della Federazione jugoslava e di aver imposto la guerra in Bosnia per favorire i loro interessi strategici. In un'intervista con domande scritte al Financial Times, Karadzic ha detto di aver gia' cominciato a ''chiedere informazioni a paesi come Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti'', per dimostrare in modo dettagliato come tali paesi abbiano posto i loro interessi strategici al di sopra della pace fra le varie comunita' etniche nei Balcani. ''La dissoluzione della Jugoslavia non era nell'interesse dei popoli della Jugoslavia, ma interessava a certe potenze occidentali...dopo la morte di Tito'', ha affermato Karadzic. Radovan Karadzic, arrestato poco piu' di un anno fa a Belgrado dopo 13 anni di latitanza, sta preparando la sua difesa al processo che si aprira' tra breve al Tribunale dell'Aja. ''Io spero che con il mio processo il popolo bosniaco potra' rendersi conto di quello che fu fatto a noi dalla comunita' internazionale, e del modo in cui fummo manipolati'', ha detto Karadzic, che ha inoltre chiesto a Italia e Malta chiarimenti sulle consistenti forniture di armi all'esercito bosniaco, contro il quale combattevano i suoi uomini. Il processo a Karadzic si aprira' tra qualche settimana, dopo che ieri il presidente del Tpi ha detto che non vi sono ostacoli all'avvio del dibattimento. Karadzic intende difendersi da solo - come fece l'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, morto d'infarto nel 2006 proprio durante il processo - e per questo sta mettendo a punto personalmente il dispositivo tattico da adottare nel dibattimento. Respingendo ogni responsabilita' personale per la guerra di Bosnia - che provoco' oltre 100 mila morti e due milioni di profughi - Karadzic ha detto al Financial Times che i bosniaci avrebbero dovuto accettare l'accordo messo a punto dall'Unione europea poco prima dello scoppio della guerra, che prevedeva la divisione della Bosnia in tre separate comunita' etniche. ''La guerra in Bosnia e' stata inutile. Dopo aver respinto l'accordo di Lisbona del 1992, i musulmani si sono ritrovati nel 1995 (dopo la guerra, ndr) con lo stesso territorio'', ha detto Karadzic. (ANSA). QN
21/08/2009 19:12
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#24 burjan Mar 27 Ott, 2009 21:19
Liberata Biljiana Plavsic. Una protagonista di quegli anni in Bosnia ha scontato il suo debito con la giustizia internazionale. Chissà se ora vorrà raccontare qualcosa di nuovo sui molti retroscena ancora da chiarire.
STOCCOLMA - Biljana Plavsic, ex presidente dei serbi di Bosnia Erzegovina condannata nel 2003 a 11 anni di reclusione per crimini contro l'umanità commessi durante la guerra in Bosnia Erzegovina, è stata rilasciata oggi in Svezia, dove scontava la pena cui l'aveva condannata il Tribunale penale internazionale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia. E il tribunale dell'Aja oggi è convocato per l'udienza del processo al leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic, che ieri ha boicottato l'apertura. Karadzic ha dichiarato di volersi difendere da solo e i giudici hanno sospeso il procedimento per assenza del difensore. Ma oggi il processo riprende anche senza l'imputato.
Il rilascio di Plavsic. A dare notizia della liberazione di Plavsic è stata l'autorità carceraria svedese. Il governo di Stoccolma aveva approvato la settimana scorsa il rilascio della Plavsic in linea con quanto previsto dalla legge svedese che consente la liberazione dopo che l'imputato ha scontato due terzi della condanna. L'ex leader serbosniaca è stata accompagnata all'aeroporto Arlanda dove è salita su un aereo che la attendeva ed ha quindi lasciato il paese, diretta a Belgrado. "Biljana Plavsic era contenta di essere rilasciata e questo è tutto ciò che la interessava in quel momento", ha dichiarato il direttore generale dell'autorità carceraria, Lars Nylen.
Plavsic, 79 anni, ha scontato la pena nel carcere di Hinseberg, 200 chilometri ad ovest di Stoccolma. La Svezia aveva recentemente comunicato alla corte dell'Aja della possibilità di un rilascio anticipato per la Plavsic, mossa alla quale la Corte non si era opposta.
La Plavsic aveva riconosciuto le proprie responsabilità in quanto vice presidente dell'autoproclamata repubblica serba di Bosnia nella campagna di persecuzione e pulizia etnica attuata dalle forze serbe contro i musulmani e i croati della ex repubblica jugoslava e che portò alla morte di 100.000 persone tra il 1992 e il 1995. Plavsic era diventata presidente della Republika Srpska nel 1996 dopo la fine della guerra e la fuga di Radovan Karadzic, arrestato nel luglio del 2008 dopo anni di clandestinità, il cui processo si riapre oggi all'Aja. Plavsic si consegnò volontariamente ai giudici dell'Aja nel 2001 e nell'ottobre del 2002 ha ammesso a propria colpevolezza.
Processo Karadzic. Anche il secondo giorno del processo contro Radovan Karadzic, l'ex leader dei serbi di Bosnia accusato di genocidio, si apre oggi senza l'imputato in aula. I giudici del Tribunale penale internazionale (Tpi), che ieri hanno aggiornato l'udienza sperando che l'ex leader serbo cambiasse idea e assistesse al suo processo, daranno la parola al procuratore che leggerà gli 11 capi d'accusa.
"Anche senza l'imputato, il processo andrà avanti", aveva detto ieri il giudice che presiede il Tpi, O-Gon Kwon. Ai magistrati tocca oggi decidere se assegnare a Karadzic un avvocato d'ufficio, anche contro la sua volontà, oppure se rimandare le prossime udienze di qualche mese, concedendo all'imputato almeno una parte del tempo in più che chiede per preparare la sua difesa. Karadzic si difende da solo, con l'aiuto di una squadra di legali.
Crimini in Bosnia, libera la Plavsic Karadzic boicotta ancora il processo
Radovan Karadzic
Ma sul Tpi pesa il suo mandato in scadenza nonché le pressioni delle vittime, le Madri di Srebrenica in particolare, che sono state ammesse tra il pubblico del processo e che ieri hanno protestato fuori dal Tribunale chiedendo ai giudici di andare avanti perché il processo finisca e Karadzic venga condannato al più presto
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#25 burjan Gio 26 Mag, 2011 22:40
Hanno catturato Ratko Mladic. Il boia di Srebrenica sarà consegnato alla giustizia internazionale. Speriamo che sia anche un altro passo verso la verità su quegli anni terribili.
http://www.corriere.it/esteri/11_ma...52c3da2ae.shtml
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#27 burjan Ven 10 Giu, 2011 23:50
La notizia di oggi è davvero storica. Dal 2013 la Croazia è nella U.E..
E' il punto d'approdo di un lungo percorso, cominciato in modo non certo convincente.
Per fortuna i tempi cambiano, e non sempre in peggio. Adesso speriamo che il processo di integrazione riesca a coinvolgere anche le altre repubbliche ex jugoslave.
Da "IlCorriere.it":
MILANO - L'Unione europea accoglie un 28esimo membro: la Croazia. Che, a pieno diritto, potrebbe entrare nell'Ue dal primo luglio del 2013. Adesso l'adesione di Zagabria dovrà essere confermata dai 27 Paesi. Ad annunciarlo è stato il presidente dell'esecutivo comunitario José Manuel Barroso definendo quella di venerdì 10 giugno «una giornata storica per la Croazia e per l'Unione europea». L'ultimo allargamento dei confini Ue risale al 2007, quando entrarono la Bulgaria e la Romania. L'ok dell'esecutivo comunitario all'ingresso della Croazia è giunto dopo cinque anni abbondanti di negoziati non facili e dovrà ora essere approvato dal Consiglio dei ministri degli Esteri (la prima occasione è fissata per la riunione che si terrà a Lussemburgo il 20 giugno prossimo) e dal vertice europeo del 23-24 giugno.
UN SEGNALE PER L'EUROPA - «In questo momento significativo - ha commentato Barroso - voglio applaudire le autorità croate, in particolare l'attuale governo, per il duro lavoro degli ultimi anni. Ma, ancora più importante, mi voglio congratulare con la popolazione della Croazia». Un passo «importante» ha detto ancora Barroso e «un segnale per il resto dell'Europa sudorientale che mostra che l'allargamento funziona, che l'Ue mantiene i suoi impegni e che le riforme strutturali hanno buoni risultati nei paesi».
I COMMENTI - Zagabria, ha precisato il commissario all'Allargamento Stefan Fule, soddisfa tutti i criteri per l'ingresso in Ue e i progressi effettuati, anche nel delicato settore della lotta alla corruzione, «sono irreversibili». Soddisfatto per la decisione della Commissione anche il ministro degli Esteri Franco Frattini che ha aggiunto che il percorso dell'Ue «non è terminato», ma la conclusione dei negoziati di adesione della Croazia con l'Unione europea è il risultato di «un impegno straordinario» del governo di Zagabria, sostenuto «con convinzione» dall'Italia. «Siamo felici e orgogliosi di aver raggiunto questo importante obiettivo» ha commentato il ministro degli Eteri Croato, Gordan Jandrokovic. «Quest'anno - ha proseguito Jandrokovic - festeggiamo 20 anni della nostra indipendenza. È un bel regalo la fine dei negoziati e credo che ce lo siamo meritato. Abbiamo soddisfatto 127 criteri per il riconoscimento e siamo soddisfatti che la Commissione europea lo abbia riconosciuto».
____________ Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#28 burjan Lun 29 Ago, 2011 00:01
Risorge, fra mille difficoltà, la biblioteca di Sarajevo, incendiata nel 1992. Da questo episodio, una magnifica canzone dei CSI.
http://www.balcanicaucaso.org/aree/...Sarajevo-101796
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#29 burjan Mar 29 Nov, 2011 23:37
E' morto Ante Markovic, grande ed ultimo primo ministro jugoslavo. Sia reso il dovuto omaggio ad un uomo che amò la pace ed il suo paese. Si discute di parallelismi fra la Jugoslavia del 1989 e l'Europa di oggi. Andiamo bene!
Da "Osservatorio Balcani Caucaso":
All'età di 87 anni è morto Ante Marković, l'ultimo premier della Jugoslavia. Alla fine dell'89 aveva introdotto un coraggioso processo di riforme per cercare di salvare il Paese in profonda crisi economica. Il suo progetto fallì miseramente sotto i colpi del nazionalismo. Una situazione che oggi ad alcuni analisti ricorda da vicino l'attuale crisi europea, tanto da bollarla come "sindrome jugoslava"
Era un uomo d’altri tempi, non c’è che dire. Ante Marković era nato a Konjic in Bosnia Erzegovina il 25 novembre 1924. Diplomato alla Facoltà di Elettrotecnica di Zagabria nel 1954, svolse la sua carriera professionale quasi interamente come direttore dell’azienda zagabrese “Rade Končar". Iniziò ad occuparsi di politica nel 1982 e in breve arrivò al vertice della presidenza dell’allora Repubblica socialista di Croazia. Alla maggior parte del pubblico internazionale Marković è conosciuto però per essere stato l’ultimo premier di quella che fu la Jugoslavia. Lo divenne nel marzo 1989 a seguito delle dimissioni di Branko Mikulić, e rimase in carica fino al 1991, quando restituì il mandato e abbandonò per sempre la politica.
Marković passerà alla storia per essere stato non solo l’ultimo premier federale, ma soprattutto per aver cercato, invano, di salvare la Federazione. Alla fine del 1989 avviò un poderoso e coraggioso programma di riforme con cui riuscì in poco tempo a stabilizzare il dinaro ancorandolo al marco tedesco, ridurre l’inflazione e avviare un processo di privatizzazioni vendendo le azioni delle aziende pubbliche ai lavoratori. Era il 1989, l’allora premier presentò il suo programma come una “nuova forma di socialismo”.
La sua più alta ambizione fu però quella di mettere d’accordo le repubbliche, all’epoca già in aperto conflitto. Trovò sul suo cammino da una parte Slobodan Milošević, che non fece che boicottare la volontà riformista di Marković e dall'altra le spinte secessioniste di Croazia e Slovenia. La sua grande popolarità non gli impedì di perdere ben presto il controllo dell’Esercito (JNA) e il sostegno dei leader politici di Serbia, Croazia e Slovenia. Le prime elezioni multipartitiche erano in corso e la vittoria dei partiti “etnici” annunciava la fine ultima dello stato comune. Il 20 dicembre 1991, Ante Marković, ormai emarginato nel suo Paese e senza sostegno all’estero, restituì il mandato da premier e uscì definitivamente di scena.
In un video dell’epoca Marković dichiara: “Io sono sempre stato in modo coerente per la democrazia, per la pace e contro la guerra”. In un’altra occasione ribadisce ancora la sua contrarietà alla guerra: “Per me è inaccettabile proporre una finanziaria di guerra, non posso e non lo farò”.
Quello di Ante Marković fu l’ultimo tentativo di salvare la Jugoslavia. Un tentativo che oggi a molti suscita un parallelismo con l’attuale crisi dell’Unione europea. L’economista ed ex ministro sloveno dell’Economia Jože Mencinger, ad inizio di novembre durante una conferenza organizzata dalla Fondazione Friedrich Ebert, ha rilasciato alcune dichiarazioni che vanno in questa direzione.
In un’intervista pubblicata dal settimanale Vreme, Mencinger afferma: “Non mi considero un euroscettico. Temo solo che l’Unione europea possa dissolversi, ma non vedo perché si dovrebbero nascondere i problemi che esistono. Questi problemi in qualche modo sono simili a quelli che abbiamo avuto nella ex Jugoslavia. Uno dei problemi è il dilemma se sia più democratico votare secondo il principio ‘un uomo un voto’ oppure ‘uno stato un voto’. Così era nella Jugoslavia. E sono problemi che semplicemente esistono”.
Alla domanda se l’UE dovrà affrontare la “sindrome jugoslava” Mencinger risponde: “Penso che inizi a sentirsi sempre più. Se fate un sondaggio tra i tedeschi, il 90% di essi dirà che devono pagare quello che i greci hanno speso, e se andate in Grecia diranno che i tedeschi sono colpevoli di tutto. Questo è molto pericoloso e per questo motivo lo definisco ‘sindrome jugoslava’”.
Anche Robert Hayden, docente di antropologia all’Università di Pittsburgh (USA) nonché noto analista del periodo jugoslavo, ha ragionato sul parallelo tra UE e Jugoslavia, confrontando il Trattato di Lisbona con la Costituzione jugoslava del 1974. I paralleli, analizzati in un articolo scritto per Vreme, sono sorprendenti: a partire dalla moneta unica sino alla gestione del potere e delle leve dell’economia tra i due modelli di “unione”. Ed anche Hayden riprende il parallelo sollevato da Mencinger quando dice: “I leader delle repubbliche più ricche accusavano i leader delle repubbliche più povere di essere colpevoli della crisi economica, impiegando una terminologia che incredibilmente ricorda la retorica che oggi usano gli europei del nord nei confronti degli europei del sud”.
Ante Marković poteva essere considerato un “tecnico” investito dell’arduo compito di riportare in sesto un Paese allo sfascio. Le differenze dell'Ue con la Jugoslavia sono certamente molte ma il funzionamento delle istituzioni, i veti incrociati, le accuse reciproche tra stati membri e le politiche nazionali(stiche) evidenziano più di un’affinità. Ante Marković, abbiamo visto, fallì nel suo compito, e la Jugoslavia si dissolse in una guerra fratricida. La drammatica esperienza che lascia in eredità porta ad interrogarsi su come ridare slancio al progetto politico europeo.
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
#30 burjan Mer 25 Gen, 2012 22:23
La Croazia è nell'Unione. L'HDZ, lugubre partito sciovinista, all'opposizione. C'è dunque un pò di speranza, a questo mondo.
“La Croazia va in Europa”, “La Croazia ha deciso”. Sono solo alcuni dei titoli di stamane sui quotidiani croati. Al referendum che si tenuto ieri, 22 gennaio, i favorevoli all’ingresso della Croazia nell’Unione europea sono stati il 66%, mentre i contrari il 33%. Con un’affluenza di poco superiore al 43%, la Croazia supera la già bassa affluenza registrata dall’Ungheria, 45,62%, quando votò l’ingresso nell’UE al referendum del 2003 (ma all’epoca i sì ungheresi furono oltre l’83%).
Come hanno votato le contee
L’affluenza più alta è stata registrata nella città di Zagabria (oltre 720mila elettori), il 55% degli aventi diritto, dei quali il 68% ha votato favorevolmente all’ingresso nell’UE e il 32% contro. Tra le aree più euroscettiche vi è invece la contea della Dalmazia meridionale, Dubrovnik-Neretva, dove il “sì” è stato del 57% e il “no” del 42%, e la contea di Spalato, dove in totale i favorevoli sono stati il 59% e i contrari il 41%. A Vukovar trionfa invece il “sì” col 72%, nonostante la bassa affluenza, 39%. Il record di affluenza negativa va alla contea della Lika-Senj, che da 19 anni è governata dall’HDZ: solo il 35% dei cittadini di questa contea sono andati a votare, il “sì” ha ottenuto il 70% e il “no” il 29%.
Infine, una curiosità. A Pakoštane, città natale di Ante Gotovina, non è servito a molto l’appello di quest’ultimo dal carcere dell’Aja con cui ha invitato a votare a favore dell’ingresso nell’UE, il giorno prima del referendum. Nella città dell’ex generale condannato in primo grado per crimini di guerra ad una pena di 24 anni, i “sì” sono stati il 50% mentre i “no” il 49%, là dove il dato generale della contea di Zara a cui la città appartiene è stato 62% di “sì” e 38% di “no”.
Le prime dichiarazioni post referendum
“Sono soddisfatta del voto e farò di tutto per non tradire la fiducia dei cittadini”, ha commentato il ministro degli Esteri Vesna Pusić in una delle prime dichiarazioni in TV, dopo la chiusura dei seggi. Mentre riguardo alla bassa affluenza alle urne Pusić ha precisato che “anche al primo turno delle presidenziali del 2009 l’affluenza era stata del 44%. Poi, va considerato – aggiunge il ministro croato – che è la seconda volta in due mesi che i cittadini vanno a votare e non è facile motivarli con due scadenze così ravvicinate”.
Prime pagine
Referendum in Croazia
Guarda le aperture dei portali web dei principali media della Croazia, dedicate al referendum sull'UE
Invece, per il sindaco di Zagabria Milan Bandić, se il referendum si fosse tenuto solo poche settimane dopo la data prevista, molto probabilmente in molti non avrebbero votato “sì”. Bandić ha fatto riferimento anche alla poca tolleranza nei confronti degli euroscettici. Sabato scorso a Zagabria circa duecento dimostranti hanno manifestato contro l’ingresso della Croazia nell’UE. Scontri tra polizia e manifestanti hanno portato al fermo di alcune persone.
Il presidente della Repubblica Ivo Josipović, oltre alle dichiarazioni ufficiali, si è attivato subito sul suo canale facebook per complimentarsi per la vittoria e per ringraziare chi ha preso parte al voto “sia quelli che hanno votato sì che quelli che hanno votato no, perché entrambi si sono preoccupati per la Croazia”, aggiungendo infine poi di essere certo che "il futuro dimostrerà quanto il nostro sì all’Europa sia stato una decisione importante e corretta”.
Mentre il premier Zoran Milanović, pur sottolineando di aspettarsi un’affluenza più alta, ha dichiarato: “Per la prima volta nella storia una decisione così importante l’abbiamo presa da soli”.
Tiepidi i commenti degli analisti
I più tiepidi nei commenti sono stati gli economisti, consapevoli che la Croazia non cambierà da un giorno all’altro grazie al referendum, che le difficoltà economiche del Paese sono ancora tutte da affrontare e che la stessa Unione è attraversata da una crisi senza precedenti. “È un bene che abbiamo votato per l’Unione europea ed io stesso l’ho fatto. Ma non coltiviamo illusioni sul fatto che l’UE risolva i nostri problemi. È un pensiero totalmente errato. I nostri debiti e il nostro deficit restano a noi”, ha commentato l’analista economico Ljubo Jurčić al portale Index.hr.
Insomma, anche senza una grande euro-euforia, la Croazia dopo nove anni, tanto è durata la strada verso l’UE, ha compiuto anche l'ultimo passo. Dal primo luglio 2013 sarà ufficialmente il 28° membro dell’Unione. Ma già da questa mattina il ministro degli Esteri Vesna Pusić è seduto al tavolo del consiglio dei ministri degli Esteri dell’UE a Bruxelles.
-
-
Contributor
-
- Utente #: 5
- Registrato: 16 Apr 2005
- Età: 58
- Messaggi: 8559
-
138 Punti
- Preferenza Meteo: Freddofilo
- Stazione Meteo: Nessuna
- Località: Foligno - periferia sud - 219 m.s.l.m
-
Questo argomento è stato utile?
Questo argomento è stato utile?
Condividi Argomento |
|
 |
Inserisci un link per questo argomento |
URL |
|
BBCode |
|
HTML |
|
Argomenti Simili
Argomenti Simili
Lista Permessi
|
Non puoi inserire nuovi Argomenti Non puoi rispondere ai Messaggi Non puoi modificare i tuoi Messaggi Non puoi cancellare i tuoi Messaggi Non puoi votare nei Sondaggi Non puoi allegare files Puoi scaricare gli allegati Non puoi inserire eventi calendario
|
|
|
|
|