Preludio alla risposta immensamente chiarificatrice alla questione di cui ne è oggetto il Topic aperto, vorrei rendere partecipi sia chi lo conosce che chi non lo conosce, della precisione con cui Michelangelo Nitti ha previsto dapprima le conseguenze blande di questo evento, e poi ce ne da anche le spiegazioni.
Una persona che meteorologicamente parlando, e non solo, terrò sempre come esempio e rimembrerò sempre come simbolo di conoscenza pluri-decennale della materia, capace di capire prima di tutti e con precisione pressochè infallibile, qualsiasi tipo di avvenimento sulle terre umbre, specificatamente quelle ternane, luogo di cui è originario.
Da 2 giorni prevedeva eventuali nevicate con accumulo solamente oltre i 900 m su questa parte di regione, con precipitazioni non molto cospicue, lungi dal rappresentare e sfiorare seppur minimamente un tanto ricercato evento nevoso.
Passando al tecnico, ecco il perchè secondo Michelangelo Nitti, sul sud-est regionale era ipotizzabile, ed è avvenuto un evento föhnizzante:
Il Föhn si manifesta in aria stabile quando l'intensità del vento che scende sotto forma di raffiche intermittenti dai rilievi riesce a vincere la resistenza delle inversioni termiche. L'aria era stabile, prima dell'arrivo dei forti venti di caduta, per la presenza di aria fredda ristagnante alle quote più basse, con scorrimento caldo-umido in quota. Il Föhn, prima scende sull'inversione termica senza riuscire a distruggerla ("Föhn galleggiante"), poi la dissolve (ma non sempre!) eliminando, per azione semplicemente meccanica, lo strado più freddo in prossimità del suolo, con compressione verso il basso degli strati RELATIVAMENTE caldi in quota (riscaldamento adiabatico). A questo fenomeno si può aggiungere il contributo del calore latente liberato nella condensazione del vapore acqueo nelle aree con precipitazioni (Appennino centrale, soprattutto sul versante adriatico).
Logicamente, in presenza di uno spesso strato di aria molto fredda, tutto questo non avviene. Quando da noi arriva il "vero" "burian", con nevicate da "stau" (forti venti freddi di NE), i venti, pur essendo discendenti, non si manifestano come Föhn perché l'aria risulta instabile.
Appongo un piccolo tributo di cui vorrei rendere partecipi voi amici miei, che capite chi siamo e quanto fortunati siamo:
Era il 25 Dicembre 1996, avevo 11 anni e la mia passione per la meteorologia già era saltata fuori da almeno 6-7 anni...sono nato amante meteo dal primo giorno di vita insomma...come molti qui dentro.
Scartavo i regali con gli occhi che mi brillavano, come ogni bambino aspetta quella mattina magicadi un'atmosfera natalizia ormai perduta almeno per gran parte...la magia di quegli anni solo quando si è bambini si può vivere.
Un evento gelido sembrava alle porte, la parola che risuonava nei TG e nello spazio delle previsioni meteo di rai1 del buon Caroselli..faceva drizzarmi i peli al solo scandirsi...Burjan, vento gelido dalle steppe russe sta per interessarci.
E arrivò il Burjan, mano per mano con la mia mammina il 26 a mattina andai a Terni centro, il ghiaccio era visibile in ogniddove, i vasi delle piante congelati, i candelotti dalle canale...sono nato il 4 marzo 1985, era giunto il primo giorno che io ricordi, nel quale la temperatura massima a Terni centro, con cielo solennemente sereno raggiungeva il valore massimo di -1°C a 130 m slm, in mezzo ai muri cementati del centro cittadino.
Il sole splendeva in ogniddove, arrivavano fiocchi gelidi da non sò quali lande appenniniche fino a Terni, sospinti da chissà quanto intense correnti spaventosamente gelide nord-orientali, intatti e piccolini come si fossere creati sopra la mia testa. Uno scaccianeve dai crinali appenninici lungo almeno 100 km!
Tornai a casa, erano le 16 ed i panni stesi sul terrazzo sembravano lamine di marmo scultoreo, con le loro 1000 e più piegature immobilizzate dal feroce alito russo, che continuava a sferzare il crepuscolo umbro, con temperature di -3°C al calar di un rosso sole, pieno di speranza.
Speranza che tutti i meteo serali però spezzarono, a partire dal fido meteo 1. Peggioramento in arrivo, ma stitico e con nevicate solo oltre i 7-900 m di quota.
I sogni svanirono tutto d'un tratto, fu una notte di dolore che solo un meteofilo può capire fino in fondo, perchè se non si è di questa razza, si possono solo immaginare lontanamente emozioni gioie e dolori. A volte nemmeno sfiorarle con il pensiero è possibile per chi non ha il dono di convivere con passioni di questo tipo.
Andai a dormire tutto raccolto nel mio meteo-dramma, presi sonno a fatica, solo perchè stremato dalla stanchezza bambinesca.
Il mattino dopo come di consueto, Radio Galileo era sintonizzato sulla radio di casa mia, la mia povera nonna malata da sempre l'amava e la utilizzava come un buon religioso affida le sue preghiere costantemente e giornalmente, più volte al giorno anche. Arrivano le ore 10 circa e mi fiondo in cucina per udire la radio, richiamato dai miei familiari che già conoscevano il mio libro aperto delle passioni meteorologiche del mio cuore.
Parlava Michelangelo Nitti nello spazio delle previsioni, come di consueto.
Scese l'emozione! Fu un intervento più lungo del solito!
Michelangelo voleva raccontarci di un qualcosa di inusuale, di un qualcosa di raro, di un qualcosa di stupefacente.
Ricordo ancora la mia postura coi gomiti sul tavolino, gli occhi che brillavano come fanno ora mentre scrivo, il cuore in tachicardia come se avessi ricevuto una scarica di emozioni senza fine, la pelle d'oca!
Uno scorrimento caldo umido da sud-ovest disse, andrà a sovrapporsi al gelo preesistente, scatenando nevicate fino in pianura su buona parte del centro Italia, con Umbria meridionale presa in pieno da forti precipitazioni coadiuvate da temperature steppiche, grazie ai deboli venti nord-orientali che spireranno al suolo al di sotto dei sud-occidentali in quota.
Fù gaudio, le ore mi passarono come se il tempo fosse balzato all'ora X direttamente!
Con i miei genitori uscimmo a trovare dei parenti, il mio sguardo sempre verso l'esterno, fu un escalation di gioia infinita che ancora porto scolpita dentro di me, e che mai abbandonerò!
Il cielo iniziò a coprirsi da sud-ovest intorno al pomeriggio, le temperature rigide, il vento calmissimo, non si muoveva una foglia.
Scese la notte, il cielo si fece rosso, arrivarono le 19, poi le 20, poi le 21. Senza notizie. Fremevo!
Alle 22 come un fulmine a ciel sereno arrivò una notizia sensazionale! Mia cugina era al telefono con un suo amico di Ostia il quale esclamò:"Cadono fiocchi"!
L'attesa spasmodica sento che dentro di me si sta consumando e che di li a poco sarebbe cambiata la mia vita.
Ore 22, ultimo aggiornamento giornaliero del Televideo rai: Roma Fiumicino - Nevischio, Roma Urbe - Nevischio.
Risale verso nord!
A mezzanotte in punto torniamo a casa, usciamo, dei fiocchi cadevano dal cielo, sempre più convinti, tanto che dopo 3 km arrivai a casa, ed erano almeno triplicati in intensità, seppur non in grandezza.
Qualcuno non sò ne chi, ne da dove arrivò, mi fece addormentare...ormai il miracolo era compiuto, dentro di me avevo le stesse sensazioni di chi già immaginava e sapeva, che il giorno dopo la neve sarebbe apparsa magicamente e copiosamente su di me, sui miei luoghi di infanzia, che amavo come fossero beati!
Mi alzai dal nulla senza nessuno che mi svegliasse alle 4 di notte. Andando verso la finestra qualcosa di strano compariva sul davanzale, uno spesso strato bianco, non sapevo se erano gli occhi assonnati o no!
Aprii la finestra, un devastante silenzio ovattato circondava il quartiere di San Giovanni, già 5 centimetri di neve coprivano ogni cosa, continuava a larghe falde.
Rimasi seduto per terra al freddo dietro la finestra dalle 4 alle 8 di mattina a bocca aperta, lacrime salate a tratti mi cadevano sul braccio di appoggio.
La neve mi era venuta a trovare, per me era finita li la giornata, sarei anche potuto morire. Il resto della giornata non contava, il senso di appagamento mi portava sul palmo della mano sollevato da terra dello stesso spessore dello strato nevoso accumulato.
Questo ricordo della neve di fine anno 1996, lo porterò per sempre dentro, e Michelangelo ne è parte integrante, di quel bambino che non c'è più ormai, ma che è stato reso felice al di sopra di qualsiasi fortuna paradisiaca che nella vita potrebbe capitarmi, il mio credito con la fortuna l'ho felicemente esaurito.
Qualora non lo fosse, se potessi, lo metterei a disposizione di tanti altri bambini affinchè nascano amanti del freddo e della neve e che possano vivere nella loro infanzia, gioie di questo tipo, assolutamente impareggiabili e impossibili da raggiungere in altro modo.
Marco Carpinelli