Che l'equilibrio climatico globale fosse governato dal rapporto effetto serra/albedo operato dall'acqua, nei sui tre stati (liquido, solido, gassoso) era risaputo, come è risaputo che l'effetto serra è, per la maggior parte, dovuto a al vapore acqueo. Ma oggi alcuni scienziati iniziano a mettere in relazione le variazioni termiche con le variazioni della nuvolosità, e viceversa, spostando l'accento sulla causalità della nuvolosità più che su quella delle temperature e della CO2.
Insomma, qualche tempo (21 Febbraio 2008) fa scrissi un ARTICOLO in cui ipotizzavo una stretta connessione tra dinamiche di circolazione atmosferica, con "spostamento" delle aree con copertura nuvolosa, rispetto al passato, e conseguenti modificazioni all'equilibrio albedo-assorbimento radiativo precedente, come fenomeno naturale in grado di spiegare la variazione termica globale... ebbene, evidentemente non ero il solo.
Un errore madornale
SCRITTO DA GUIDO GUIDI IL 9 - MAGGIO - 2010 - su www.climatemonitor.it
Mettiamola così, Roy Spencer, già studioso del clima per conto della NASA, e ora responsabile del programma di controllo dei sensori di rilevamento della temperatura troposferica a bordo del satellite Aqua – sempre per conto della NASA- può essere considerato una fonte autorevole oppure no?
Se la risposta è sì, come si permette di scrivere un libro che si intitola così: Il grande abbaglio del global warming: come madre natura si è presa gioco dei più importanti scienziati del mondo.
E non è neanche uno scettico doc!
Allora, che fa Roy Spencer?
Semplice, avendo a disposizione i dati di temperatura più omogenei e più affidabili che la tecnologia mette a disposizione, racconta quello che vede e, nel farlo, torna sul suo cavallo di battaglia, il comportamento della nuvolosità.
Questo il busillis. Secondo la tesi dell’AGW l’aumento di CO2 dovrebbe causare, agendo sulle temperature, una modifica della copertura nuvolosa, accrescendo il rateo di riscaldamento del pianeta. Secondo Spencer succede esattamente il contrario, sono le variazioni della nuvolosità e generare una buona parte delle modifiche allo stato termico del sistema.
Sarebbe dunque in gran parte naturale la causa del riscaldamento occorso nelle ultime decadi del secolo scorso, un aspetto su cui Spencer dice che non sono mai stati fatti i necessari approfondimenti, per la semplice ragione che non si sa quali meccanismi possano mettere in moto questa variabilità naturale.
Una sorta di miopia scientifica, che ha lasciato che si seguisse la chimera della CO2 perché molto più a portata di mano e “visibile” da vicino, considerando possibili delle modifiche al sistema solo se provenienti da agenti esterni e ignorando il fatto che il sistema può cambiare anche secondo dinamiche interne ad esso.
Una strada sbagliata imboccata ormai molto tempo fa, tanto che Spencer dice che ora potrebbe anche essere troppo tardi per tornare indietro.
Da leggere.

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