Cerchiamo di fare il punto su come il clima terrestre viene influenzato dall'attività solare.
In questi ultimi anni, grazie alle ricerche effettuate, sono emerse correlazioni sempre più strette tra le oscillazioni climatiche e attività solare; abbiamo così potuto capire meglio quali siano i fattori che determinano queste correlazioni.
Abbiamo potuto capire come non siano surplus o deficit radiativi a determinare, in maniera immediata, aumenti o diminuzioni nel campo termico medio terrestre, come in un primo momento si poteva intuire. L'irraggiamento varia in maniera pressoché ininfluente tra periodi di bassa e alta attività solare; solo in periodi molto prolungati di bassa o alta attività solare l'apporto energetico lievemente inferiore o superiore può incidere in maniera sensibile. Ma allora quali sono i fattori che vanno ad incidere più immediatamente sul clima?
In primis sembra assodato un collegamento piuttosto netto con la forza del
VP stratosferico, con ovvi riflessi su quello troposferico.
Periodi di elevata attività favoriscono un
VP molto "chiuso", con forte tensione zonale alle medie latitudini. Ne risulta un jet stream poco ondulato, con scarsi scambi di calore in senso meridiano. Il fronte polare rimane spesso relegato sopra il 50° parallelo, mentre la vigorosa forza zonale fa espandere le fasce anticicloniche sub-tropicali.
Vice versa periodi di bassa attività favoriscono la formazione di
HP polari e più frequenti intrusioni calde verso il polo e abbassamento del fronte polare. Ne conseguono frequenti scambi meridiani, con marcata attività delle principali onde planetarie. Diventano così più frequenti irruzioni fredde verso le medio-basse latitudini, specie nelle aree continentali, con espansione verso sud dei territori mediamente innevati e dei ghiacci marini.
Un altro fattore incisivo è l'incremento della capacità di condensazione delle particelle d'acqua sospese nell'atmosfera. Sembra infatti che nei periodi di bassa attività solare, i raggi cosmici penetrino nella nostra atmosfera in maniera più massiccia, per via del calo dei venti solari che hanno la facoltà di schermare il nostro pianeta e inibire la caduta di queste particelle elementari nella nostra atmosfera. Questo flusso di particelle sembra facilitare la nucleazione delle particelle d'acqua sospese nell'atmosfera e di conseguenza aiutano la formazione delle nubi. Una loro più massiccia caduta determina una maggiore copertura nuvolosa media.
Ciò determinerebbe un minor irraggiamento dei terreni e ed una maggiore quantità di raggi solari riflessi dalla parte sommitale delle nubi, causando un calo dell'apporto di calore da parte del sole.
Ma c'è un ultimo fattore, piuttosto inquietante, emerso più recentemente, che andrebbe ad incidere sul clima in maniera netta e capace di dare una spiegazione anche alle più intense fasi glaciali.
Sappiamo quanto il sole possa influenzare il campo geomagnetico e gravitazionale terrestre, andando anche ad incidere sui movimenti tettonici della crosta terrestre.
Nuovi studi sembrano far emergere una correlazione stretta fra l'attività sismica e vulcanica terreste e l'attività solare. Pare infatti che periodi di elevata attività,coincidano con una maggiore frequenza di questi fenomeni.
Allora in che modo questo può influenzare il clima?
Una maggiore frequenza di questi fenomeni aiuta a mantenere bassa l'intensità degli stessi, il rilascio energetico delle tensioni che si accumulano periodicamente nella crosta terrestre, essendo più frequente risulta anche più blando. Nei periodi di bassa attività solare l'attività tettonica risulterebbe meno frequente, ma l'intensità delle sue manifestazioni crescerebbe. Aumenterebbe così l'intensità dei fenomeni vulcanici di tipo esplosivo, con una maggior quantitativo di materiale espulso negli strati alti dell'atmosfera, dove hanno una maggiore capacità di influenzare il clima, rimanendo più prolungatamente sospesi e andando a inibire maggiormente l'irraggiamento solare.
Lo si è dedotto da profondi carotaggi effettuati sulla calotta artica in Groenlandia. A periodi di bassa attività solare, coincide una maggiore presenza di materiale vulcanico precipitato insieme alla neve che è andata a costituire gli strati di ghiaccio.
In questo grafico la correlazione appare evidentissima.
Chi vivrà vedrà...
Spero di aver dato un contributo utile a questo bel topic.
