forse in senso sbagliato, ma gli eccessi di energia li intendo anche come quantità di calore surplus, ad esempio osservando queste mappe ma questi "mostri" da dove prendono tutto il carburante??? e quì non si scappa aria calda che viene pompata.
E' chiaro che un anticiclone dinamico ha un cuore caldo, se non altro per il semplice fatto che si tratta di una massa d'aria in "compressione" forzata dal suo moto discendente verso un "muro" (il suolo) che ne ostacola la dispersione.
Ma di qui a dire che siano prodotti dal calore ce ne passa. (non a caso la parola termico, negli anticicloni, indica esclusivamente quelli dovuti ad aria fredda e pesante a bassa quota)
Altra cosa se parliamo di
HP generati da riscaldamenti stratorferici, quelle sono veramente delle bolle "calde" generate da fenomeni chimico-fisici dipendenti da interazioni tra flares solari, campo magnetico terrestre e strato di ozono... correlati anche ad altre interazioni completamente esterne, peró, alla troposfera.
In realtá, come tu ben sai, l'eventuale calore in surplus sulla Terra non produce anticicloni, casomai sono gli anticicloni a produrre zone dove, a causa dei livelli alti di pressione e dell'isolamento indotto dal regime barico elevato, non possano giungere incursioni fredde e/o umide.
I grandi anticicloni dinamici non sono automaticamente la riprova di un riscaldamento terrestre... soprattutto se, come dicevo prima, non vi é ancora nessuna correlazione dimostrata tra calore in aumento ed
LP equatoriali, che non sono affatto aumentate.
Lo spostamento della ITCZ (la Zona di Convergenza Inter-Tropicale) paventato anche da Luisito non é poi cosí certo... anzi, ad esempio in questo periodo, carte alla mano, non si puó certo dire che vi siano state anomalie in zona equatoriale e subtropicale.
Invece io, come spiegato sopra, sarei propenso per una soluzione del dilemma piú strettamente collegata ad una anomalia americana, sempre di piú accentratrice nei confronti del
VP, come é possibile evincere anche dalla mappa dei blocking qui sotto riportata:
soprattutto ultimamente (ultimi 5-6 anni) abbiamo assistito a risalite dell'
HP Atlantica ad ovest del continente europeo (blocking atlantico), come risposta a questi blocking americani, con onde stazionarie sul continente nord-americano (una volta ad est ed una ad ovest del continente...con corrispondente spostamento dell'
HP di blocco atlantico), e in periodi in cui il
VP é particolarmente vivace, stagionalmente, come in questo periodo, la risposta con risalita dell'
HP verso l'Atlantico settentrionale é inibita dal
VP stesso. Cosa che invece non accade nei confronti del blocking americano, che gode sempre di ottima salute, praticamente dall'autunno alla primavera. Riprova, questa, che é proprio questa la variabile (ormai dovrei dire "la costante") che influenza il comportamento del
VP e di tutto il clima emisferico.
Non appena il
VP entra nella fase stagionale di indebolimento, allora ecco che l'
HP dinamico atlantico sale sempre in risposta all'azione di blocco nord-americana (una vera e propria onda semistazionaria).
Tornando al momento attuale, il
VP, pur essendo costretto a mantenere il perno principale sul nord-america, non puó lasciare spazio all'
HP atlantico, perció resta dove gli compete, cioé in Atlantico. Ma dal momento in cui il
VP subisce onde con allungamento verso la Siberia, allora esso stesso lascia spazio a risalite di
HP subtropicali, ma normalmente deboli, non perticolarmente strutturati (il che mi fa, appunto, dubitare ulteriormente sull'ipotesi di un'anomalia dell'ITCZ) ... insomma, un vuoto di potere che viene pigramente, e quasi passivamente occupato.
Ciao Dario, e grazie per l'interessante e stimolante scambio di opinioni.
