Seguendo tutti i messaggi in questa lunga discussione credo le dinamiche della futura irruzione del freddo ormai sono note.
La botta fredda annunciata dai modelli a 200 ore dall'evento avverrà secondo tutte le sue caratteristiche, con valori molto bassi di geopotenziali inferiori ai 5200 mpg , una -36 che ci attraverserà sopra la testa, mentre a 850 hPa c'è stato come bisognava aspettarcelo una piccola correzione con valori termici di -3, -4 a 1280 metri, non credo che 1 o 2° cambi più di tanto le carte in tavola.
Inoltre con i forti moti convettivi l'aria fredda si rovescierà dalle alte quote a quelle basse con le precipitazioni nevose che arriverranno fino in pianura.
Gli accumuli partiranno al di sopra dei 400-500 metri mentre a quote più basse dipenderà dall'intensità dei fenomeni, più favorito il settore orientale dell'Umbria.
Non sono esclusi accumuli di grandine,graupeln, neve palottolare in pianura.
Non capisco chi parla di accumuli sopra i 700 metri??
Il dilemma che circonda un po' tutti è nei giorni 21 e 22 cosa accadrà?
Secondo me in una circolazione depressionaria molto larga, notate le isobare con valori bassi pressori su mezza Europa E perno freddo principale fra Polonia e Germania, rimane la probabilità di formazione di minimi secondari e guarda a caso il terreno più fertile dove attecchire meglio è il Mediterraneo.
Anche perchè gli spaghi lasciano ancora aperta la possibilità di precipitazioni per i giorni 21 e 22.
I minimi secondari spuntano sempre come funghi all'ultimo riservandoci ulteriori sorprese.
E' una ferita lunga di rimarginarsi, ma è meglio così, probabilmente in un contesto dinamico e non di calma scongiurerebbe il rischio di gelate; inoltre se il perno freddo sul quale ruota tutto il maltempo si sposterà verso la Francia e richiamerà correnti meridionali potremmo clamorosamente scamparla liscia.
Non tutto il male viene per nuocere!