Messaggi: 4486 Località: Palazzo Mancinelli (Gualdo Tadino) m 455 s.l.m.
Mar 04 Feb, 2014 16:09
Nel decennio scorso, tre sono stati gli anni "senza inverno" per la mia località: il 2001, il 2007 e il 2008. Sostanzialmente, essi furono tutti posizionati dopo annate con inverni particolarmente rigidi come il 1999 e il 2005. Anche il 1985 diede poi inizio, a parte il 1987, ad almeno tre anni con inverni particolarmente miti. Stessa cosa per il 1981, 1982 (dopo il 1978) e il 1958 e 1959. Insomma: temo che stiamo pagando lo scotto del 2012. Se tutto va come in passato, l'inverno ce lo dobbiamo dimenticare questo e il prossimo anno.
:bye:
io a queste cose non ho mai creduto...la Natura non ha il calendario e le statistiche sotto mano. Semplicemente, accade quello che deve accadere, ogni anno.
Il prossimo inverno potrà essere sulla falsariga di questo, o il più gelido della storia... e non certo perchè ha fatto freddo 15gg nel 2012 o perchè questo inverno non è esistito. :roll:
Uomini di poca fede! ;)
Concordo pienamente sul fatto che i fenomeni meteorologici non possano avere memoria di sé: è un dato razionalmente incontrovertibile. Però, dal punto di vista statistico, le cose sono diverse. La mia occupazione preferita è quella di raccogliere dati e, raccogliendo dati, in un arco temporale di almeno trent'anni, mi è capitato più volte di incontrare fenomeni che io chiamo "di equilibrio", che si verificano con modalità che io non saprei spiegare ma che la statistica inquadra benissimo. Dopo sequenze di anni piovosi, abbiamo anni siccitosi; dopo sequenze di anni più caldi della media, abbiamo anni più freddi. C'è in tutto questo un equilibrio che non può essere inquadrato in una sequenza "compensativa" ma in un qualcosa che, probabilmente, rientra in un quadro "feedback", sia positivi sia negativi, che riportano la situazione a quello che è l'equilibrio statistico.
Un esempio concreto. Mio figlio, che ha 5 anni, è un amante dei numeri. abbiamo, allora, fatto un esperimento. Abbiamo tirato il dado per 1000 volte (ovviamente in giorni differenti: chi non ha figli, pensi bene a quello che significa averli... ;) ) ed abbiamo messo una serie di crocette sui numeri che uscivano, facendo una divisione ogni 250 tiri. Poi abbiamo contato quante volte sono usciti i vari numeri e abbiamo fatto una scoperta sorprendente (mi piacerebbe ritrovare il foglio dei dati, se riesco... ora cito a memoria): pressappoco, ogni numero ha avuto le stesse uscite, intorno alle 160 volte, a parte il 6 che è uscito leggermente più degli altri numeri. La cosa sorprendente è questa: nei primi 250 tiri, il numero 1 è uscito molto più degli altri ma poi, nel secondo e terzo step, si è ristabilito l'equilibrio perché l'1 è uscito molto di meno. Alla fine, complessivamente, ognuno dei sei numeri ha avuto un numero simile di ricorrenze.
Allora, mi chiedo: se ogni evento non ha memoria né consapevolezza di sé (e su questo non ci piove), com'è possibile che il n° 1, che era in surplus di ricorrenze dopo i primi 250 tiri, ha poi avuto un deficit nei successivi 500? Non perché aveva memoria di sé, quanto perché, nella serie di cause che determinano l'uscita di una faccia o dell'altra di un dado, esiste un "equilibrio statistico" che è proporzionale alla probabilità che ha un evento di verificarsi (1/6 in questo caso). E' il sistema, insomma, che è in un equilibrio dinamico, non il singolo evento rispetto all'altro.
Altrimenti, se la statistica ha una validità neppure indicativa, fatemi uscire "3" per ben cinquanta volte di fila, tirando un dado! In fondo, ogni evento non ha memoria del precedente, no?
Non ci trovo nulla di sbagliato, dunque, nel pensare che un sistema molto più complesso di un dado come l'atmosfera terrestre abbia una situazione di equilibrio dinamico, compromessa la quale, con un meccanismo di "feedback" si tenda a ricreare la situazione iniziale o di equilibrio.
:bye: