Buongiorno a tutti. Cerco di fare una breve analisi sullo stato attuale delle teleconnessioni a molti care.
Inizierei subito nel fare una premessa, come al solito doverosa. Ormai è palese e sotto gli occhi di tutti l'anomalo riscaldamento del settore polare rispetto ad altri parti del globo dall'inizio del 2000 in poi, con ulteriore accelerazione nel periodo 2010-19 come visibile nelle figure sotto. Dal 2012 in poi abbiamo messo su una serie di record negativi per quanto riguarda l'estensione del ghiaccio marino in sede Artica come mai osservato prima.
Questo comporta diverse problematiche, innanzitutto un asset termico delle temperature marine del Pacifico/Atlantico pessimo per forzare il segno della NAO verso la negatività, che ormai da anni durante la stagione autunnale e invernale, viaggia stabilmente su valori neutro-positivi nel momento in cui invece servirebbe rallentare la corda zonale per avere una maggiore meridianizzazione delle figure bariche in gioco. Chiaro poi, dall'immagine sotto, l'accenno di tripolo positivo che va ulteriormente a complicare la situazione.
Questo surplus termico nelle zone artiche lo paghiamo poi anche durante la formazione del nascente VPT a Settembre, in quanto lo smaltimento dell'eccessivo calore avviene anche tramite un maggiore e repentino approfondimento del vortice stesso, confermato dal confronto di
GPT in sede polare tra il primo settembre e questa mattina con impennata verso l'alto dell'AO index per poi perdere i colpi durante la seconda parte dell'autunno.
Difficile dire con certezza cosa aspettarsi per il futuro, ma se la statistica degli ultimi anni non mente non dovremmo avere grossi scostamenti, con Settembre (ormai andato) e Ottobre influenzati dalle condizioni sopra citate e un rientro nei parametri climatici stagionali solo intorno Novembre quando ne dovrebbe seguire, in stratosfera, il classico approfondimento con
NAM++ che secondo me quest'anno avverrà molto presto per via della cronica mancanza di ozono sulla verticale polare e della presenza della Nina che accentua ancora di più il gradiente termico orizzontale tra equatore e polo rendendo più tesa la corda zonale, per noi vitale per il trasporto delle perturbazioni Atlantiche ma anche per far implodere prima la trottola impazzita che ormai ci accompagna da diversi anni durante la stagione invernale.