Nell'800 granite di neve per tutta l'estate. Sul Monte Velino non si scioglieva mai. Il conte Giuseppe Placidi era persona di grande ospitalità. Durante il secolo scorso nella sua casa alle falde del monte Velino, al confine tra Abruzzo e Lazio, c’era una tradizione di famiglia che d’estate veniva rispettata ogni giorno: al pomeriggio si serviva sorbetto o granita. Anche in pieno agosto. Il frigorifero non era stato ancora inventato, ma bastava la neve. «Una volta alla settimana - racconta il nipote Nicola - la servitù partiva di mattina presto con i muli. Risalivano la valle di Teve, più di tre ore di cammino, e arrivavano vicino alla vetta del Velino, che sfiora i 2.500 metri di quota. Prendevano la neve e la riportavano a valle in grandi sacchi, proteggendola dal caldo con la paglia». A casa la neve veniva accumulata in cantina. «Così ogni giorno era possibile preparare sorbetti e granite con i frutti che dava il bosco. Chi l’assaggiava rimaneva stupito, anche perché in quella zona d’estate fa parecchio caldo. Ma in quota la neve resisteva». Oggi non è più così. «Frequento quella montagna ogni stagione - aggiunge Nicola - e la neve sparisce tutta al massimo ai primi di giugno». Sparita anche la grande casa del conte, 65 stanze, dove gli ospiti non mancavano mai, venuta giù con il terremoto del 1915. La famiglia c’è ancora, invece, così come la tradizione della granita. Fatta con il ghiaccio del freezer.
Anche sul Monte Tezio avveniva una cosa simile per le famiglie perugine...così mi raccontavano ieri, mi pare, Francesco, Andrea etc
Ciao
