Sarà una sorta di stream of consciousness, solo un po' più organizzato.
Ciò che colpisce subito e che anche disturba è l'eccesso. Onnipresente. Auto, aria condizionata, Coca Cola, ghiaccio nelle bibite, adipe, strade. Tutto è sovradimensionato, tutto è tirato al massimo. L'estetica è in secondo piano. Almeno il nostro concetto di estetica.
Questo è il grande che disturba, ma c'è anche il grande che stupisce. Le distanze, gli spazi, i ponti, i grattacieli. La vastità che si respira attraversando l'ovest vale tutto un viaggio. La Monument Valley, il Grand Canyon, le grandi pianure possono essere fotografati mille e mille volte, ma non avranno mai giustizia delle loro proporzioni finché non viste con i propri occhi. In particolare mi ha colpito la Monument Valley e la Death Valley: due luoghi suggestivi, evocativi che trasmettono il respiro della terra. Purtroppo gli originali abitanti non sono più lì a trasmettere i ricordi del passato. Qualcuno fa la guida turistica, i più vendono hamburger e souvenir. E questo è triste.
Grazie a queste sconfinate proporzioni in USA, nonostante lo sfruttamento intensivo del territorio, c'è ancora la wilderness che in Europa troviamo essenzialmente solo in Scandinavia.
Degli Americani (lo so, sarebbe meglio Statunitensi, ma non mi scorre la frase) si può dire quasi tutto e quasi tutto il contrario.
Perché essenzialmente essi non esistono come identità storica, ed è palese.
Parlo della media, scriverò volutamente di uno stereotipo che ho incontrato. Che esistano eccezioni è superfluo sottolinearlo.
Hanno delle caratteristiche in comune: sono cordiali, si fanno poche domande, sono un po' alienati, spesso decisamente sovrappeso e corrono come gatti di piombo.
A differenza degli Europei sembra non abbiano quella forma di sarcasmo, di ammirazione, o che non abbiano opinioni preconcette e forti verso altri paesi. A parte quelli sui quali il governo si impegna a creare un'opinione.
"I'm from Italy" - risposta - "Oh, great"
"I'm from Germany" - risposta, credo - "Oh, great"
Ma la mia non è una critica, quel "great" è sincero, quasi di meraviglia, perché appunto sembra non abbiano opinioni forti preesistenti.
L'assenza di welfare si vede. Prendi la strada sbagliata e ti trovi in mezzo a un sottobosco di residuati di tutte le guerre: malati, storpi, barboni. Gente che non ce l'ha fatta a farsi la villetta col giardino e il pick up. In una strada di S. Francisco credo di aver visto tanti più derelitti della peggior specie che in tutta Roma in tutta la mia vita. Orribile.
Dal mio punto di vista questo non è uno stato. Manderei in quella strada a calci nel culo tutti quelli che ammirano un sistema puramente competitivo.
All'università di Boulder, in Colorado, i campus sono ben organizzati, i ricercatori prendono 4000 $ al mese, i professori vanno a lezione e insegnano (non fanno secondi e terzi lavori), l'inserimento nelle aziende è effettivo. Se i miei amici laureati si trasferissero li, prenderebbero automaticamente il doppio di stipendio, e sarebbero rispettati in quanto gente che ha studiato, e non messi a progetto in quanto non figli di cardinali. A Boulder tra l'altro nevica un casino, il clima è secco e a poche miglia c'è Vail, Breckenridge e Aspen. Non c'è traffico. Uno dei miei compagni di viaggio ci ha vissuto 6 mesi come ricercatore, e ne ha un bel ricordo. Se dovessi andare a vivere negli USA, andrei a Boulder.
E' assente una cultura dell'alimentazione. O mangi hamburger (che a me piacciono da morire, tra l'altro), un secchio di Coca Cola e due libbre di french fries a 5 $, o vai al ristorantino sulla 5th Avenue a 50 $ per degustare prelibatezze greche.
Pazienza, si può sempre fare la spesa, e poi per 20 giorni io sono disposto anche a sfamarmi in qualsiasi modo.
Quello che odio è che è molto difficile bere alcolici con il pasto. Nei fast food non servono mai birra o vino. Nei ristoranti è più probabile, ma non certo.
Poi però fuori dai club notturni la percentuale di ubriachi marci è del 90% (non scherzo, fradici, tutti!!!). Lo capiremo un giorno che il proibizionismo è inutile? Non ci aspettiamo questo lampo di genio dall'altra sponda dell'oceano.
Fumare: pessima abitudine, ok. Ma concessa entro 15 piedi dal bancone del bar.

New York: è sporca, puzza, non esiste una razza predominante, è rumorosa, è un sorprendente pentolone, tutto è concesso (ma mi raccomando, niente birra con l'hamburger da 8 libbre, fa male!!!). Decisamente imperdibile. Anche se stordisce.
Dicevo che non esiste una razza predominante, con qualche eccezione: a Wall Street sono quasi tutti bianchi (molti ebrei), nei sobborghi quasi tutti neri.

Cose vere sugli USA:
1) I tombini fumano
2) Le macchine sgommano facilmente sull'asfalto e sempre nei parcheggi
3) I neri fanno break dance per strada
4) I neri giocano a basket ovunque
5) I neri indossano maglie di 5 taglie superiori alla propria
6) Ci sono bandiere ovunque
7) La birra in strada va bevuta in un sacchetto di carta
8) A Las Vegas puoi sposarti in 5 minuti, anche con Britney Spears se sufficientemente sbronza
9) A Las Vegas c'è una gondola a motore con un gondoliere sopra che finge di remare e canta "O sole mio"
10) Esistono motel con una pompa di benzina davanti in mezzo al deserto
11) Nei bar passa una ragazza a chiederti se vuoi altro caffè ogni 5 minuti
Cose false sugli USA:
1) Superman non esiste
2) Bruce Willis non ha la maglietta necessariamente sporca di sangue
3) Le macchine non sgommano su terra battuta (cfr. Hazzard)
4) Le macchine non esplodono per qualsiasi minimo tamponamento
5) Le ragazze californiane non assomigliano tutte a Pamela Handerson
6) Le ragazze californiane non hanno necessariamente una 7° di reggiseno
7) Gli Warriors non hanno mai avuto uno scontro con gli Orfani (cfr. I guerrieri della notte)
8) Enos non è innamorato di Daisy Duke, ma di Rosco P. Coltraine
9) Nel 1997 nessuno è fuggito da New York, nemmeno Kurt Russel
10) A Chicago non vivono solo gangster italo-americani vestiti di nero e con l'aria cupa
11) Sul Pacifico le onde non sono per forza più alte di 6 metri (quando c'ero io pareva di stare a Cattolica)
... to be continued ...
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