...vanno via i mostri sacri, che ne sarà del calcio italiano ? Potrebbe essere la sua fortuna.......
Noi strizziamo sempre l'occhio ai giocatori esteri che consideriamo più forti dei nostri e capaci di poterci far fare la differenza soprattutto quando andiamo a giocare all'estero e intanto dimentichiamo di avere un grosso patrimonio di giovani talenti che non sfruttiamo perchè è più comodo e facile attirare i "guadrini" e gli sponsor con i nomi più noti. E poi ci lamentiamo se la nazionale non vince e non diverte........... Le società di calcio devono fare affari investendo sui propri settori giovanili producendo e valorizzando giocatori che poi potranno rivendere a buon mercato. Questo deve essere il vero busisness del calcio.
E che non si dica che la colpa è della famosa "Legge Bosman", se è vero che tutti i giocatori comunicari possono giocare liberamente in tutti gli stati comunitari senza restrizioni e anche è vero che non sei costretto a farli giocare per forza.........
Poi è ovvio che non puoi mandare in campo una squadra di undici baby, ma in una squadra i mostri sacri devono essere pochi e con qualità tecniche-caratteriali e morali che siano di aiuto ed esempio per un'adeguata crescita dei più giovani. E' vero, i risultati non arriverebbero subito ma intanto le società non si dissanguerebbero più e farebbero cassa.
Il calcio italiano non ha nulla da invidiare a nessuno, bisogna finirla di fare squadre piene di stars internazionali spendendo milioni e milioni per vincere i campionati solo all'ultima giornata e per fare figure di me**a all'estero comunque.........
Guardate per esempio i portieri: la scuola italiana è la migliore del mondo in materia, ma le squadre più facoltose stanno sempre più rinunciando a crescere i giovani talenti per mettere in porta gli stranieri (che non sono migliori dei nostri) con il risultato che finito Buffon non avremo più portieri di fama internazionale........
Un' ultima cosa sulle questioni economiche.
Se una società ha i soldi da spendere (sputtanare) che lo faccia pure, è un suo diritto. Ma se poi fallisce, cavoli suoi, deve ripartire dai dilettanti o dalla 2°divisione e non fare le carte false pur di rimanere a galla sfruttando la sua fama e prestigio......
E poi gli introiti provenienti dalla lega (diritti televisivi, pubblicitari) dovrebbero essere ripartiti equamente, poi ogni squadra potrà contare in più sulle proprie possibilità economiche e sulle sue capacità di incasso (spettatori). Invece le società più potenti si sono fatte la regola che chi più spende e più fa audience e spettacolo (da dimostrare) ha il diritto di incassare una fetta più grossa della torta (della serie "i soldi vanno sempre da chi ha più soldi").
Se questa è una regola od un concetto sacrosanto dell'economia di mercato, quando però c'è lo sport di mezzo bisognerebbe trovare un buon compromesso, altrimenti gli squadroni, se vogliono solo fare affari, che vadano in giro per il modo a gocare partite dimostrative ed esibizionistiche o che organizzino insieme ad altre miliardarie una superlega internazionale, lasciando fare i campionati nazionali a chi crede nei veri valori dello sport (sempre che ci sia rimasto ancora qualcuno in giro........)