#1 marvel Lun 08 Giu, 2009 13:13
Non è la prima volta e non sarà l'ultima... anzi, sempre più spesso i giornalisti, che ormai sembrano sempre di più tuttologi, promuovono l'ignoranza imperante su argomenti come ambiente e clima.
La causa principale è la loro assoluta ignoranza su tali tematiche, in seconda posizione metterei la faziosità ambientalista che si fonde facilmente con la superficialità qualunquistica dei nostri giorni.
Ma il peccato originale risiede in quegli scienziati che si sono fatti strumentalizzare politicamente, e non solo, e che hanno partecipato, e continuano tuttora a farlo, alla diffusione del sensazionalismo-catastrofista ambientale e climatico, in poche parole al "terrorismo ambientale".
Una volta raggiunto l'obiettivo di convincere la popolazione che il caldo, il freddo, la pioggia e la grandine, non sono più fenomeni come "natura vuole"... e che gli scienziati di tutto il mondo credono che l'uomo sia il "lupo cattivo", ecco che il gioco è fatto.
Le stagioni non sono più quelle di una volta, il riscaldamento è inarrestabile, i mari si solleveranno e bolliranno e tutti noi faremo la fine delle aragoste nella pentola!
Peccato che dietro a tutto ciò non ci sia la benché minima prova e che si stia parlando ancora di sole supposizioni!
Insomma, anche quando non si parla di clima... è sempre bene infilarcelo dentro... non si sa mai...
“All’origine delle violenta turbolen za in cui sarebbe trovato l’Airbus ci sarebbero i cambiamenti climatici. Tra i sostenitori dell’ipotesi c’è il cli matologo Franco Prodi.”
Qui l'articolo intero:
LE CAUSE
Dall’attentato ai campi magnetici
si riaprono tutte le piste del mistero
Il precedente della picchiata di un volo Qantas: era impazzito il computer
MILANO — Piloti ed esperti della sicurezza del volo concordano: «Un incidente aereo non avviene mai per una sola causa». A oggi gli unici dati disponibili per svelare il mistero del volo «447» di Air France sono i se gnali automatici inviati dall’aereo, le testimonianze di alcuni piloti sulla stessa rotta, le inchieste sugli inci denti precedenti. Ecco le ipotesi.
La turbolenza e il fulmine. Nell’area intertropicale dove è scomparso il volo si sviluppano forti tempeste. L’ultimo messaggio invia to: «Stiamo per entrare in una forte turbolenza». Queste parole e i dati au tomatici trasmessi dall’Airbus, sono alla base della prima ipotesi formula ta dalla compagnia: «Fulmine». Che ha colpito forse la parte sotto la cabina di pilotaggio dove c’è il «cervello» del velivolo. Ma gli esperti ridimensionano: «Un aereo è colpito almeno una volta l’anno da un fulmine, è protetto da scaricatori statici». Sotto accusa correnti a getto e verticali (in quell’area corrono fino a 200 km/h). O anche tempeste di ghiaccio con chicchi grandi quanto un pugno.
I cambiamenti climatici. All’origine delle violenta turbolenza in cui sarebbe trovato l’Airbus ci sarebbero i cambiamenti climatici. Tra i sostenitori dell’ipotesi c’è il climatologo Franco Prodi.
I segnali di avaria. Prima di scomparire l’aereo ha inviato sei messaggi automatici di avaria: guasto agli impianti elettrici che governano i comandi, velocità orizzontale e verticale irregolari, sganciamento del pilota automatico, forte depressurizzazione, guasto della piattaforma inerziale (il sistema di orientamento) e dell’orizzonte artificiale. Avarie reali, causate da eventi esterni o da un collasso informatico?
La velocità errata. L’Airbus procedeva con una velocità errata: i messaggi automatici inviati dal velivolo, dice l’ufficio d’inchie sta Bea, rivelano «incongruenze nel le diverse velocità misurate». Airbus ieri ha inviato una raccomandazione a tutti i suoi clienti sulle procedure da seguire in caso di incoerenza di rilevazione nelle velocità.
Il precedente della Qantas. Lo scorso 7 ottobre un Airbus 330 della Qantas (stesso modello) ha subito una picchiata di 2.000 metri: ferite 40 persone. L’inchiesta dell’aviazione civile australiana ha attribuito la causa a un collasso del sistema informatico che ha portato allo sganciamento del pilota automatico, alla picchiata (due) e a un atterraggio di emergenza (altri due episodi il 12 settembre 2006 e il 27 dicembre 2008). Da più parti (università del Massachusetts, air-accident.com, lo studio legale londinese Stewarts Law) i due incidenti sono da ricollegare. Ma Airbus nega analogie: «I due sistemi di navigazione sono diversi».
L’errore umano. Perché il comandante non ha evitato la forte turbolenza (un aereo sul la stessa rotta ha deviato di 60 km)? L’ha forse sorvolata? E in caso di avaria, l’emergenza è stata così grave da non essere controllata? In risposta a queste domande è stato ipotizzato anche l’errore umano.
Esplosione o «buco». I segnali automatici di avaria, in particolare quello di depressurizza zione e la mancanza di resti, fa pensare a un’esplosione in volo. Parziale (un cedimento strutturale? un buco nella fusoliera?) o totale. Un pilota Air Comet sulla rotta Lima-Madrid ha detto di aver visto un «lampo in tenso di luce bianca». Ma se c’è stata esplosione totale, perché quei messaggi di avaria?
«Ustica 2». Collegata all’ipotesi dell’esplosione in volo c’è quella secondo la quale l’Airbus 330 potrebbe essere stato colpito da un missile. «È sparito nel nulla. Una vicenda misteriosa che rassomiglia moltissimo a quanto accadde al Dc 9 dell’Itavia al largo di Ustica», ha detto il giudice Rosario Priore.
Attentato terroristico.Secondo il governo francese «non è esclusa l’ipotesi dell’attentato terroristico »: «Non vi è alcun elemento o pista, ma l’inchiesta in corso non lo ha mai escluso». Finora nessuna rivendicazione.
Le altre tesi.
In alcuni siti si ipotizza che i comandi possano essere impazziti a causa di forti campi elettromagneti ci, come quelli emessi dalla stazione navale Harold E. Holt, finiti «sotto accusa » per gli incidenti alla Qantas. Ipotizzati anche misteri da Triangolo delle Bermuda e incontri ravvicinati con oggetti volanti non identificati.
Alessandra Mangiarotti
06 giugno 2009
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Ultima modifica di marvel il Lun 08 Giu, 2009 17:53, modificato 2 volte in totale
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#2 andrea75 Lun 08 Giu, 2009 13:19
Io la mia l'ho già detta nell'altro topic... di fatto, tra tutte le ipotesi che ho sentito, questa è davvero la più "fantasiosa", tanto per usare un eufemismo......
Ripeto quello che ho detto... per me trattasi semplicemente di errore umano. Almeno con gli elementi attuali. E' imbarazzante, e mi vengono i brividi solo al pensiero che il pilota abbia voluto tentare di attraversare la tempesta sottovalutandone i rischi, ma al momento, senza che sbuchi qualche particolare più utile (e che cmq per ora non ci sveleranno, quindi è per quello che vi dico diffidate dalla stampa), questa è l'ipotesi più accreditata.
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#6 andrea75 Lun 08 Giu, 2009 14:04
Perché questo l'avete letto? No dico....
http://www.repubblica.it/2009/06/se...gnoli-7giu.html
Io non ho parole... 
Perchè? è un articolo surreale, non vuole essere informativo...
Ben scritto, a me è piaciuto molto! 
Perché un articolo così non serve a nulla: è pieno di inesattezze (e nefandezze), è scritto con troppo spirito critico e irrispettoso, e cosa ancora peggiore spaventa la gente. La tragedie non piacciono a nessuno, ma creare allarmismo e soprattutto cercare di togliere la fiducia a chi vola mi sembra proprio fuori luogo, soprattutto a seguito di un evento del genere. Il mondo, e l'aviazione, devono andare avanti. E purtroppo anche questa, come tante tragedie del passato, aiuteranno a capire i punti deboli degli aerei e a migliorare la sicurezza se mai ce ne fosse ancora bisogno. La paura di certo non aiuta nessuno.
Certe cose le puoi scrivere in un romanzo. Non in un giornale.
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#8 Fili Lun 08 Giu, 2009 14:32
Perché questo l'avete letto? No dico....
http://www.repubblica.it/2009/06/se...gnoli-7giu.html
Io non ho parole... 
Quest'articolo è solo un esercizio per il giornalista, ma non è giornalismo.
Dipende cosa si intende per giornalismo, sicuramente non è giornalismo informativo (o disinformativo). Non credo che sia un articolo scritto per instillare paura nelle menti delle persone, mi sembra un articolo molto ben scritto e dal carattere, come già detto, surreale, che va letto con cognizione di causa.
Potrebbe essere semmai fuoriluogo per i parenti delle vittime, ma allora che dobbiamo fare...piangere sul latte versato? Leggiamolo oltre le righe, essenzialmente secondo me sta a significare che contro il destino non ci si può fare nulla...e quando viene il momento, è inevitabile
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#9 stinfne Lun 08 Giu, 2009 14:54
Pur riconoscendo che si tratta di un articolo surreale che non apporta nulla di informativo e che probabilmente è solo uno dei tanti articoli utili per riempire le pagine dei giornali a corollario di una notizia, devo ammettere che quanto meno questo mi sembra ben scritto.
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#10 andrea75 Lun 08 Giu, 2009 15:14
Io infatti non mi sono espresso sulle qualità giornalistiche di chi scrive. Ho solo puntuatizzato sul fatto che chi scrive ha sbagliato i modi, ha sbagliato i tempi, e soprattutto ha riempito l'articolo (così è definito... non è un racconto o un saggio) di luoghi comuni (sui quali si potrebbe anche discutere), e di presunte accuse totalmente prive di senso, che solo uno che non ha mai avuto a che fare con un aereo può avanzare. E proprio a tal proposito non sono daccordo che il giornalista abbia voluto parlare di destino e di fato...
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#11 Fili Lun 08 Giu, 2009 15:30
ha riempito l'articolo (così è definito... non è un racconto o un saggio) di luoghi comuni (sui quali si potrebbe anche discutere), e di presunte accuse totalmente prive di senso
Quali Andry?
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#12 andrea75 Lun 08 Giu, 2009 16:04
ha riempito l'articolo (così è definito... non è un racconto o un saggio) di luoghi comuni (sui quali si potrebbe anche discutere), e di presunte accuse totalmente prive di senso
Quali Andry? 
Basta leggere cosa scrive dei sistemi di sicurezza: "[...]Le hostess si affannano a eseguire la danza rituale delle istruzioni in caso di incidente. In centinaia di voli effettuati non le ho mai ascoltate una volta. Una voce dentro di me diceva: "Un giorno rimpiangerai questa distrazione".
Ora so per certo che non sarà così: che tutta quella pantomima di giubbotti da gonfiare e maschere da indossare è solo una recita per far credere che esista una seconda possibilità, che chi cade possa risorgere. AF 447 cancella le illusioni. Sul fiume Hudson puoi posarti, sull'oceano solo schiantarti. È una legge: più sali e più ti fai male cadendo. Il giubbotto salvagente è un cerotto mentale, che tuttavia i passeggeri si applicano al decollo. Superato quello, tirano un sospiro di sollievo.[...]"
Perdonatemi, ma scrivere certe cose per me significa non capire una beneamata cippa di tante cose... la legge del "più sali più ti fai male" poi è qualcosa di quanto mai più fantasioso abbia sentito dire. Ma legge de che? La sua....... Come quella del mare e del fiume....
Bah... fate vobis... il concetto del giornalismo per me è ben diverso.
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#13 marvel Lun 08 Giu, 2009 16:53
Perdonatemi, ma scrivere certe cose per me significa non capire una beneamata cippa di tante cose... la legge del "più sali più ti fai male" poi è qualcosa di quanto mai più fantasioso abbia sentito dire. Ma legge de che? La sua....... Come quella del mare e del fiume....
Bah... fate vobis... il concetto del giornalismo per me è ben diverso. 
Quoto in toto.
Per fare giornalismo non basta scrivere a ruota libera... il giornalismo è ben altra cosa.
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#14 marvel Lun 08 Giu, 2009 17:15
Ritornando all'incidente... credo che l'essere finito nella tempesta sia da attribuirsi ad un errore umano di sottostima del rischio della tempesta... poi, forse, potrebbe essersi verificato un guasto improvviso mentre l'aereo volava dentro o sopra la tempesta. L'aereo potrebbe aver perso improvvisamente quota e, viste le condizioni di turbolenza estrema in cui si sarebbe venuto a trovare, i piloti potrebbero non essere riusciti a riprendere controllo e quota.
L'aereo della Quantas perse improvvisamente 2000 metri di quota (in pratica andò in picchiata per 2 km), fosse successo nel bel mezzo di una tempesta, non so come sarebbe andata a finire!!
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#15 andrea75 Lun 08 Giu, 2009 18:32
Ritornando all'incidente... credo che l'essere finito nella tempesta sia da attribuirsi ad un errore umano di sottostima del rischio della tempesta... poi, forse, potrebbe essersi verificato un guasto improvviso mentre l'aereo volava dentro o sopra la tempesta. L'aereo potrebbe aver perso improvvisamente quota e, viste le condizioni di turbolenza estrema in cui si sarebbe venuto a trovare, i piloti potrebbero non essere riusciti a riprendere controllo e quota.
L'aereo della Quantas perse improvvisamente 2000 metri di quota (in pratica andò in picchiata per 2 km), fosse successo nel bel mezzo di una tempesta, non so come sarebbe andata a finire!!
Esatto Massi. E' stata la mia stessa considerazione sin dall'inizio. Purtroppo sembra assurdo che un pilota anche esperto possa sottovalutare una condizione di questo tipo, però non è impossibile. Certo, se fosse confermato che l'aereo dell'Iberia che precedeva l'AF447 non solo avesse evitato l'emergenza, ma avesse anche scambiato comunicazioni con la torre di controllo e con il volo dell'Air France, allora ci potrebbe essere un ulteriore concomitanza di colpe.
Ma al momento quello di cui sono convinto è che ci sia stata da parte dei piloti una sottovalutazione dei rischi. Poi quello sarebbe solo il primo anello della catena. Quello che è avvenuto dopo è solo una drammatica circostanza di eventi.
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