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Messaggio Il riscaldamento globale? Colpa dell'umidità!

#1  Mario Telluccio Dom 13 Nov, 2005 01:53

http://www.corriere.it/Primo_Piano/.../12/caldo.shtml

Nuova ricerca su Geophysical Research Letters

 Il riscaldamento globale? Colpa dell'umidità

Secondo gli scienziati gli effetti varierebbero molto da zona a zona, a causa dalla combinazione di sole, gas serra e pioggia  
 
LONDRA - Il surriscaldamento della Terra non dipende solo dalle emissioni dei gas serra. E non è uguale dovunque. A fare la differenza, secondo uno studio pubblicato sul giornale scientifico Geophysical Research Letters, è il tasso di umidità. L'analisi contiene i dati raccolti tra i paesi dell'Europa dell'Est (più umida) e dell'Ovest (più secca), tra il 1995 e il 2002. Nei primi il caldo è aumentato, in proporzione, molto di più di quanto non sia avvenuto nei secondi.
Più che il sole, sostengono gli scienziati che hanno svolto la ricerca, l'innalzamento delle temperature dipende proprio dalla quantità di particelle d'acqua presenti nell'atmosfera, che di fatto impediscono all'irraggiamento di tornare verso l'alto. E' anche vero però, sostiene la nuova ricerca, che è proprio la combinazione tra i gas serra come ad esempio il CO2 e le temperature elevate ad incrementare il tasso di umidità. Di fatto un circolo vizioso che parte sempre dall'uomo.
 
«Nella nostra analisi - ha spiegato il responsabile della ricerca Rolf Philopona del World Radiation center di Davos - abbiamo fatto simulazioni con le quali abbiamo tolto l'incidenza delle nuvole, in modo da poter fare un confronto solo tra il tasso di umidità presente nei diversi paesi europei». Secondo Philopona gli elementi contenuti nello studio pubblicato Geophysical Research Letters suggeriscono agli studiosi del clima un approccio più localistico, che tenga conto delle specificità dei singoli paesi, visto che proprio queste possono fare la differenza su un fenomeno come l'effetto serra, fino ad ora esaminato solo sotto il suo profilo globale.

12 novembre 2005
 




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#2  marvel Dom 13 Nov, 2005 12:50

Bhé, direi che questo argomento si intona benissimo con questo mio vecchio articolo

Riscaldamento Globale: e se fosse solo un fatto di circolazione atmosferica?

Partiamo dal presupposto che la circolazione atmosferica nei secoli e nei millenni, per non addentrarci nella paleoclimatologia, non è mai stata costante e che invece è stata caratterizzata da continue mutazioni, spesso cicliche.

Secondo dati pubblicati dall’IPCC (The Intergovernamental Panel on Climate Change),
la temperatura globale, calcolata come media dei rilevamenti al suolo e sulla superficie marina, sarebbe aumentata nel corso del ventesimo secolo di circa 0,6 °C con un margine di errore dello 0,2 °C in più o in meno.

Cercando di individuare dei cicli di riscaldamento e di raffreddamento durante il secolo scorso si contano quattro periodi principali.
Il primo, dal1900 al 1910 denota una diminuzione della temperatura di 0,1 °C.
Il secondo, dal 1910 al 1945, mostra una crescita della temperatura pari a 0,4 °C.
Il terzo, dal 1945 al 1976, contiene una riduzione di circa 0,2 °C.
Infine l'ultimo periodo, dal 1976 ad oggi, evidenzia un aumento pari a 0,5 °C.

Senza stare a ripetere tutti i dubbi che circolano in ambiente scientifico sull’attendibilità di questi dati e soprattutto sulle motivazioni che condurrebbero la causa dell’aumento all’Effetto Serra, prendiamoli per ora come attendibili e cerchiamo estrapolarne un ragionamento logico, cercando, per una volta, di non cadere nelle semplificazioni, a volte fin troppo spinte, con cui vogliono farci vedere le cose molti modelli climatici e i loro sostenitori (La Terra ed il suo clima, non possono essere schematizzate in una sfera uniforme).

Dai quattro periodi sopra elencati si può evincere che, molto probabilmente, la nostra atmosfera segue ed ha seguito sempre dei cicli di riscaldamento e raffreddamento.

Ma un dato che viene spesso trascurato, bollato come “non troppo significativo”, è che l’Emisfero Australe non contribuirebbe che in lievissima parte al riscaldamento riscontrato, e lo farebbe soprattutto in periodi con El Niño.

Altro dato importante è che le temperature sarebbero aumentate maggiormente nelle regioni nordiche continentali dell’Emisfero Boreale.

Un ultimo dato altrettanto importante è il fatto che le temperature sarebbero cresciute in misura maggiore in prossimità del suolo, piuttosto che in quota.

Cercando di dare un possibile significato a queste peculiarità del fenomeno si può supporre che, contrariamente da quanto sostenuto dalla maggioranza, e cioè che sia un aumento di temperatura a causare modificazioni nella circolazione atmosferica, potremmo trovarci di fronte al fenomeno opposto, ovvero che modificazioni nella circolazione atmosferica siano in grado di produrre temperature medie diverse in diversi periodi.

Infatti la circolazione atmosferica nel nostro emisfero non è costante e, a differenza dell’Emisfero Australe, coperto per la maggior parte da oceani, piccole variazioni di circolazione nel nostro emisfero possono tradursi in grandi cambiamenti, localmente anche importanti, del bilancio termico annuale al suolo.
Infatti si è evidenziato che la circolazione nord-atlantica, in particolare nell'ultimo ventennio, ha potuto fruire abbondantemente del rallentamento degli spessori in area continentale, fino al punto da rallentare i valori di pressione al suolo rarefacendo splits delle westerlies con biforcazioni zonali NO-SE/NO-NE, che procedono, invece, molto spedite verso Est, pur attenuandosi al cospetto della continentalità pura.
Tale “invasione umida” di terre orientali (spesso scavalcando l’Europa grazie ad anticicloni dinamici), che normalmente sono sede di forti anticicloni termici invernali, si tramuta in termini pratici in una minore irradiamento notturno di onde infrarosse (e diurna grazie all’Effetto Albedo) verso lo spazio e in un aumento delle temperature medie in tutte quelle zone, soprattutto continentali e settentrionali, in cui non è venuta meno la stagnazione di masse fredde.

Le osservazioni fatte sopra sono pienamente congruenti con quest’ottica, ovvero:

-la suscettibilità delle temperature medie dell’Emisfero Settentrionale ai cambiamenti di circolazione, data la sua morfologia caratterizzata da importanti ed estese placche continentali (veri e propri radiatori), contrapposta alla quasi immutabilità delle temperature dell’Emisfero Meridionale (caratterizzato prevalentemente da oceani in cui modificazioni di circolazione non danno conseguenze così marcate);
-il fatto che la crescita delle temperature sia maggiore soprattutto nelle zone continentali sopraccitate (non a caso soprattutto nei valori minimi e nella stagione invernale);
-ed infine il fatto che l’aumento si sia avuto soprattutto nei valori presi in prossimità del suolo, o comunque a quote relativamente basse.

Tutto questo potrebbe essere collegato semplicemente ad una variazione di circolazione atmosferica nell’emisfero settentrionale o in gran parte di questo, molto probabilmente periodica e naturale, che causerebbe un aumento delle temperature, soprattutto localmente, anche se con conseguenze diffuse alle zone limitrofe, con nessuna o poche conseguenze sulle temperature nel resto dell’atmosfera.

L’idea del sistema terra come un’enorme serra non va estremizzata, soprattutto perché non è semplicemente un grosso accumulatore termico.

Insomma, la ciclicità individuata sui 30-35 anni dal punto di vista termico, potrebbe semplicemente rispondere ad una ciclicità atmosferica dell’Emisfero Nord in cui l’influenza delle attività umane potrebbe avere ben poca, se non nulla, influenza (sono allo studio ricerche sulla ciclicità 30-40ennale degli indici NAO e AO).

Massimiliano Santini
 




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#3  burjan Dom 13 Nov, 2005 18:42

Citazione:

Riscaldamento Globale: e se fosse solo un fatto di circolazione atmosferica?


Lo spunto è davvero originale, e merita una riflessione di carattere generale.
E' abbastanza evidente che, di fronte al cambiamento climatico, un approccio che vada soltanto in direzione delle cause e non agisca sugli effetti sarebbe riduttivo.
Indipendentemente dalle cause, alcuni fenomeni sono indubbi. Siccità nelle foreste equatoriali, diminuzione delle piogge di lungo periodo sul Mediterraneo, aumento delle temperature in molte zone dell'emisfero boreale. Se il surriscaldamento delle nostre città non fosse dovuto all'effetto serra, ma solo alla crescente urbanizzazione, non è un buon motivo per non fare nulla in merito.
Se il problema è anche locale, troviamo rimedi anche locali.
Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, piantare alberi, adottare una pianificazione urbanistica sostenibile, puntare sul risparmio energetico, sulle fonti alternative, risparmiare acqua, sono cose che dobbiamo fare comunque, fra l'altro per agire anche localmente sul clima, in modo da renderlo più sopportabile e più compatibile con i livelli di civiltà che vogliamo. A prescindere da ogni teoria sul cambiamento climatico generale.
Se riusciremo a far passare questo messaggio, renderemo molto più sereno e meno ideologico il dibattito scientifico sul Climate Change.

 
 




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#4  tifernate Lun 14 Nov, 2005 21:43

Semplificando fin troppo il ragionamento, secondo me è sbagliato l'approccio, noi dobbiamo far qualcosa di serio contro l'inquinamento da sostanze nocive per l'uomo, non contro il riscaldamento del quale non sappiamo ancora le cause reali.

Ciao
 




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#5  marvel Mar 15 Nov, 2005 00:03

tifernate ha scritto: 
Semplificando fin troppo il ragionamento, secondo me è sbagliato l'approccio, noi dobbiamo far qualcosa di serio contro l'inquinamento da sostanze nocive per l'uomo, non contro il riscaldamento del quale non sappiamo ancora le cause reali.

Ciao


La penso proprio come te... anche se ridurre le emissioni antropiche, gassose e non, non puó far altro che bene al pianeta.
Tra l'altro potremmo iniziare a curare e proteggere meglio il nostro pianeta, impegnandoci a bloccare il disboscamento e a rimboschire e/o avvantaggiare il rimboschimento naturale, dato che sono convinto che la natura possa fare molto per assorbire gli eccessi prodotti dall'uomo.
 
 




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