Non solo il modenese.è una bella fascia che ha una sismicità elevata perchè la "spinta" dell'appennino verso nord è tutt' ora attiva e anche se non si vede, ci sono sovrascorrimenti sotto la pianura che inevitabilmente di tanto in tanto rilasciano energia e questo è il risultato.E' vero anche che non sono molto frequenti con questa magnitudo per fortuna.c'è da dire anche che a L'Aquila la magnitudo fu simile (6.2 anche se in termini di energia in realtà e ben più elevata) ma fece molte più vittime.Forse anche perchè le modalità di costruzione sono diverse.Bisogna imparare a costruire seriamente se si vuole stare tranquilli.


siamo un paese sismico con la maggior parte di edifici non idonei a resistere ai terremoti..
insomma i soliti italiani...
Terremoto, l’allarme dei geologi: “Anche in Toscana edifici inadeguati per il rischio sismico”
Posted on maggio 20, 2012 by ilnostrocorriere
Un terremoto che ha terrorizzato il Centro Italia, danneggiato molte zone del Ferrarese e del Modenese e, soprattutto, provocato sei morti e oltre ottanta feriti in Emilia Romagna.
A commentare l’evento sismico e, soprattutto, ad analizzarne le caratteristiche e i pericoli è il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Vito Graziano che afferma: “In Italia i terremoti sono circa duemila l’anno. Ben 3 milioni di persone abitano in zone ad alto rischio sismico, 21 milioni invece quelle che abitano in zone a rischio medio. Le zone ad elevato rischio sismico sono circa il 50 per cento del territorio nazionale. I Comuni potenzialmente interessati da un alto rischio sismico sono 725, quelli a rischio medio sono 2.344. Gli edifici che si trovano in zone a rischio sismico sono poco più di sei milioni mentre le abitazioni sono più di 12 milioni. In Emilia Romagna la popolazione residente in aree potenzialmente a rischio sismico è di 1.308.443 abitanti. Questi sono dati del rapporto Terra e Sviluppo del Consiglio Nazionale dei Geologi”.
I geologi puntano l’accento su un aspetto fondamentale riguardante l’Italia: “Il nostro è un Paese sismicamente vulnerabile, con edificati in larga parte ancora poco idonei a resistere bene ai terremoti e/o ubicati in zone geologicamente poco idonee. Il 60 per cento degli 11,6 milioni di edifici italiani a prevalente uso residenziale è stato realizzato prima del 1971 mentre l’introduzione della legge antisismica per le costruzioni in Italia è del 1974”. Ed anche i dati parlano chiaro : “Le regioni a maggiore rischio sismico sono la Sicilia con 22.874 chilometri quadrati con 4.665.992 residenti in aree potenzialmente a rischio sismico – ha ricordato Graziano –Poi la Calabria con 15.081 kmq e 2.009.330 residenti, la Toscana con 14.408 kmq di aree a potenziale rischio sismico e 2.768.539 residenti e la Campania con 12.319 kmq e 5.318.763 residenti in aree a potenziale rischio sismico”
I geologi rivolgono un ennesimo appello alle istituzioni affinché si possa accelerare sulla prevenzione dal rischio sismico. “La vulnerabilità sismica italiana è soprattutto quella dei fabbricati esistenti, edificati fino agli anni Ottanta, che in genere sono stati progettati e realizzati senza criteri antisismici – ha continuato Graziano – e/o in zone spesso geologicamente poco idonee dal punto di vista sismico. Si tratta di percentuali rilevantissime di edificato che, in ogni Comune di ogni regione italiana (esclusa forse solo la Sardegna), pesa come un macigno sul rischio sismico attuale. Prendiamone atto e sensibilizziamo l’opinione pubblica, i politici ad essere consapevoli della situazione”. I geologi sottolineano in particolare l’importanza della microzonazione sismica. “Si tratta di studi che consentono di individuare le aree a diversa pericolosità sismica permettendo di indirizzare le scelte di pianificazione – ha continuato Graziano – verso gli ambiti a minore rischio sismico. Questo strumento è particolarmente efficace se applicato fino dalle prime fasi della pianificazione. Proprio in Emilia Romagna, dove c’è uno dei migliori Servizi Geologici, si sta portando avanti tale progetto innovativo. In Italia dobbiamo accelerare con la microzonazione sismica su tutto il territorio nazionale che è uno strumento consolidato e cercare di affrontare anche un problema legato al passato riguardante la sicurezza sismica di quegli edifici costruiti prima della legge del 1974”. Prevenzione sismica dunque “sempre più necessaria e coerente – ha concluso Gianvito Graziano – bisogna impegnarsi molto, e soprattutto i comuni devono agire, poiché, oltre al rischio sismico vi è da gestire quotidianamente, localmente, il pesantissimo dissesto idrogeologico del nostro Paese”.